Il Gran Parterre dei giardini della Reggia di Venaria costituiscono la fastosa cornice dello spettacolo della rassegna di Teatro a Corte dal titolo “Il falso Convitto”, su progetto e realizzazione di Alice Leggi tutto “Alla Reggia di Venaria rivivono i fasti del convitto del Bernini”
Al teatro Regio a luglio è il trionfo dell’opera italiana
Continua fino al 26 luglio prossimo la kermesse al Teatro Regio dal titolo “The Best of Italian Opera”, offerta culturale proposta nell’ambito di Expo To, che si articola nella messinscena di quattro grandi opere del panorama italiano: la Boheme di Giacomo Puccini, il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, la Traviata di Giuseppe Verdi e la Norma di Vincenzo Bellini. Protagonisti il Coro e l’Orchestra del Teatro Regio. La Boheme viene proposta il 14, 18 e 23 luglio nella storica versione con bozzetti e figurini firmati da Eugenio Guglielminetti, per la regia di Vittorio Borrelli. Protagonista Barbara Frittoli, con Stefano Secco, Maria Teresa Leva e Markus Werba, per la direzione del giovane Andrea Battistoni. Saranno protagonisti del Barbiere di Siviglia (il 15, 19 e 24 luglio) importanti cantanti lirici che si distinguono nel genere buffo, come Antonino Siragusa, Marco Filippo Romano, Chiara Amaru’ eRoberto De Candia. La Traviata, premiata dalla critica giapponese nel corso della tournée del Teatro Regio nel Sol Levante, nel 2010, è firmata dal regista Laurent Pelly e diretta da Francesco Ivan Ciampa. Nel ruolo di Violetta Desiree’ Rancatore, accanto a Piero Pretti e Luca Salsa. Alberto Fassini firma l’allestimento della Norma, che verrà rappresentata il 17, 22 e 26 luglio, con, sul podio, un direttore moto affermato, Roberto Abbado.
Gli appassionati potranno anche acquistare un carnet di abbonamento a quattro opere, al costo di 250, 190 o 150 euro a seconda del settore, o a tre ( a 200, 150 o 120 euro a seconda del settore). L’acquisto può avvenire alla biglietteria del Teatro Regio o telefonicamente allo 0118815270, tramite carta di credito.
Sulle note di Rachmaninov e Cajkovskij si conclude il Festival pianistico di Primavera della Rai
Sesto e ultimo appuntamento con il Festival pianistico di Primavera giovedì 18 giugno alle 21 all’Auditorium Rai di Torino e in diretta su radio 3 con l’ Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, dopo l’esibizione il 17 giugno alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Il Festival si conclude con la pianista Olga Kern, prima donna a vincere il primo premio e la medaglia d’oro in oltre 50 anni di storia della Van Cliburn International Piano Competition che ogni anno si svolge in Texas a Fort Worth. Apprezzata interprete di Sergej Rachmaninov, ne eseguirà il Concerto n. 3 in re minore op. 30 per pianoforte e orchestra, celeberrima pagina tardo romantica risalente al 1909, la cui fama si è accresciuta grazie all’impiego della stessa nel film Shine del 1996. A dirigere il direttore principale dell’Orchestra Nazionale della Rai, Juraj Valcuha. Il concerto prevede anche l’esecuzione della Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Cajkovskij del 1888, in cui trovano spazio tutti i caratteri peculiari del celebre compositore russo: il lirismo melodico, la malinconia, i valzer gioiosi dei suoi balletti e il tono maestoso tipico del repertorio tradizionale russo
Tra il fasto del grand-opera e la dimensione intimistica il Faust visionario di Poda e Noseda al Regio
In scena al teatro Regio di Torino fino al 14 giugno il Faust di Charles Gounod, nel nuovo allestimento coprodotto con la Israele Opera di Tel Aviv e l’ Opera di Losanna, per la regia di Stefano Poda. Artista tra i più poetici della scena internazionale, firma anche i costumi, le scene, le luci e la coreografia. Protagonisti in scena, diretti da Gianandrea Noseda, Ilda Abdrazakov nel ruolo di Mefistofele, Charles Castronovo in quello di Faust, Irina Lungu in quello di Margherita e Vasilij Ladjuk in quello di Valentin.
Orchestra e Coro del Teatro Regio sono diretti da Carlo Fenoglio. In occasione delle recite del Faust i lavoratori del teatro Regio e il Circolo Ricreativo culturale e sportivo del teatro promuovono la raccolta di fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Nepal.
Gould era interessato al Faust di Goethe, di cui lesse la traduzione in francese di Gerard De Nerval, come soggetto per un’opera già dalla fine degli anni Trenta dell’Ottocento e nel 1849 aveva abbozzato la scena della chiesa. Tuttavia il progetto prese corpo soltanto nel 1857, quando Jules Barbier accettò di realizzare il libretto, proponendo di collaborare con Michel Carré, autore di una commedia ispirata allo stesso soggetto, poi utilizzata come base per l’elaborazione librettisti. Il libretto per Gould reintrodusse elementi forti dell’opera originale, come la morte di Valentin, la Notte di Valperga e la prigionia di Marguerite. L’opera venne accolta trionfalmente al Theatre Lyrique nel 1859 e fu subito trasformata da opera-comiche, con le parti recitate tra un numero musicale e l’altro, in grand-opera, interamente cantata, forma nella quale è normalmente rappresentata e che corrispondeva all’idea originale di Gould. Nella versione londinese del 1864 fu introdotta la preghiera di Valentin e in quella del 1869, all’Opera, comparvero i balletti del quinto atto. L’opera risultò un modello di fusione perfetta del fasto del grand-opera con un’inclinazione intimista e sentimentale.
Light Mistery all’Astra, ovvero la fisica a teatro
Light Mistery, ovvero la fisica e le sue meraviglie protagoniste assolute dello spettacolo in scena da stasera al teatro Astra di Torino, fino a domenica 22 marzo prossimo, secondo un modulo collaudato nell’Anno internazionale della Luce, con una messinscena sul tema del mistero nella scoperta scientifica. In scena tre ricercatori-attori che svolgono straordinari esperimenti scientifici dal vero sulla luce e su altri fenomeni sensazionali. La trama, avvincente, fa emergere, attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico, la passione per la scienza e la ricerca. I temi scientifici sono trattati con leggerezza e i tre scienziati si muovono sul palco tra fenomeni fisici sorprendenti, per la regia di Emiliano Bronzino, che ha già all’attivo una proficua collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano. Il teatro diventa qui lo strumento privilegiato per la divulgazione di temi comunemente difficili, come la cultura della fisica.
Teatro Astra, dal 18 al 22 marzo 2015, mercoledì ore 19, da giovedì a sabato ore 21, domenica ore 18.
Torna dopo dieci anni il Rossini comico al Regio, con “Il turco in italia”
A dieci anni di distanza dall’ultima rappresentazione, atteso ritorno il 12 marzo prossimo sul palcoscenico del teatro Regio di Torino de “Il turco in Italia”, partitura tra le più comiche e moderne della produzione rossiniana. Daniele Rustioni dirigerà l’Orchestra e il Coro del teatro Regio, per la regia di Christopher Alden, al suo debutto italiano. A un allestimento interessante, realizzato in coproduzione con il Festival d’Aix-en-Provence, l’Opera di Dijon e il Teatr Wielki, Polish National Opera di Varsavia, si affiancherà un cast d’eccezione del belcanto. A interpretare il ruolo di Selim sarà il basso Carlo Lepore; il soprano georgiano Nino Machaidze, al suo debutto al Regio, vestirà i panni di Donna Fiorilla, mentre il baritono Paolo Borgogna quelli di don Geronio. La prima viennese dell’opera omonima a quella rossiniana, di Caterino Mazzola’, è datata 1789, ben antecedente al libretto di Felice Romani, che all’opera sopraindicata si sarebbe ispirato per il soggetto. Nell’opera de ” Il turco in Italia” sono presenti diversi echi mozartiani, evidenziati a partire dalla metà del Novecento. I contemporanei del musicista marchigiano erano, invece, piuttosto interessati a analizzare le somiglianze-differenze tra quest’opera e un’altra celebre di Rossini, “L’italiana in Algeri”, rappresentata appena l’anno precedente. Rossini probabilmente aveva in mente di realizzare un’opera capace di unire alla turquerie del “Ratto del serraggio” mozartiano il tema dello scambio degli amanti. In comune con l’opera mozartiana “Così fan tutte”, “Il turco in Italia”, di cui è protagonista Selim, turista non casuale, più interessato alle donne italiane che alle bellezze architettoniche italiche, ha, infatti, l’ambientazione a Napoli, ma rispetto a “L’italiana in Algeri” quasi contemporanea, ci troviamo di fronte a un ribaltamento della situazione. Il turco in Italia sicuramente affascina per l’originalità delle soluzioni teatrali proposte, a cominciare dalla presenza in scena di un poeta librettista, Prosdocimo, che proprio a Napoli cerca spunti per realizzare un’opera buffa.
Per gli Incontri all’opera, in programma al teatro Regio la presentazione del dramma buffo mercoledì 11 marzo alle 17.30 nel corso di una conferenza curata dal musicologo Alberto Bosco.
Sostakovic protagonista della settimana musicale dell’Auditorium Rai di Torino
Sul podio dell’Auditorium della Rai “Arturo Toscanini” di Torino, giovedì 26 febbraio alle 21, il direttore dell’Orchestra nazionale della Rai, Juri Valcuha, affrontera’ la Sinfonia n. 8 in do minore op. 65 di Sostakovic. Fu composta nell’estate del 1942, al momento del definitivo abbandono dell’Unione Sovietica da parte dell’esercito tedesco, dopo una estenuante guerra di usura. Era il momento di festeggiare e il regime attendeva dal musicista un’opera che celebrasse il successo bellico, ma il compositore non poteva in realtà dimenticare quei numerosissimi cadaveri che la più terrificante guerra della storia dell’umanità aveva lasciato dietro di sé. La Sinfonia n. 8 risulta così un’accorata riflessione su un momento altamente drammatico della storia sovietica. Anche se Sostakovic non fa riferimenti espliciti ad un programma, appare evidente come il pesante clima psicologico di quell’anno si accumuli in modo grave su tutta la Sinfonia. Ciò si impone già dall’attacco dell’Adagio iniziale, espresso da un pesante inciso dei bassi, cui seguono poi i violini dal ritmo oscillante, su cui si innesta un ritmo militaresco, che sfocia nelle sonorità dei timpani, della grancassa e del tamburo. In questa Sinfonia il compositore russo si è riallacciato alla tradizione romantica di Berlioz, Liszt, Mahler, Borodin e Cajkovskij, realizzando un ampio quadro musicale sull’idea dell’uomo costretto a vivere la tragedia della guerra. Verrà poi proposto anche il Requiem per archi di Toru Takemitsu, composto nel 1957, ascoltato e apprezzato da Igor Stravinskij, decretando il successo del compositore giapponese.
Il concerto, in programma giovedì 26 febbraio alle 21 all’Auditorium Rai di piazza Rossaro, verrà replicato venerdì 27 febbraio alle 20.30.
Un racconto di Berlino, 1981, alla Gam di Torino una mostra dedicata a Sergio Staino
“Un racconto di Berlino, 1981” è il titolo della mostra in programma dal 20 febbraio al 6 aprile prossimi alla Gam di Torino, dedicata all’opera di Sergio Staino, uno dei più amati disegnatori satirici italiani. La Wunderkammer ospita più di cento disegni dell’alter ego del disegnatore, Bobo, nell’ambito di una rassegna curata da Danilo Eccher, che rappresenta un viaggio nella città tedesca, da parte dell’artista, armato di matita, china e macchina fotografica. Staino esplora le mille contraddizioni di Berlino, una metropoli in forte espansione architettonica e culturale, nel 1981 ancora inserita nel comunismo europeo. Testimonia le suggestioni di questa città dal grande fascino, le sue luci, le insegne, le vetrine, le forme architettoniche variegate, che esprimono le diverse contraddizioni culturali e politiche berlinesi. Nello stesso tempo il disegnatore tratteggia il lato oscuro e deprimente della città quasi al confine con la Repubblica Democratica Tedesca.
Al Carignano in scena Carmen firmata da Mario Martone
Mario Martone firma la regia della Carmen su musiche di Georges Bizet, protagonista da lunedì 23 febbraio prossimo in anteprima delle prossime settimane teatrali al Carignano. Coprodotta dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino e dal Teatro di Roma, rappresenta la terza regia di Martone per lo Stabile di Torino, dopo i successi delle Operette morali e di Edipo a Colono. Curata nell’adattamento musicale da Mario Tosco, la Carmen, che vedrà impegnata l’Orchestra di Piazza Vittorio, sarà interpretata da due noti attori del teatro contemporaneo napoletano, Iaia Forte e Roberto De Francesco. Sarà infatti una Carmen innovativa, su testo elaborato da Moscato, in sintonia con la tradizione mediterranea, proponendosi anche come omaggio a un grande esponente del teatro napoletano, Raffaele Viviani. Una Carmen napoletana perfettamente immersa in un’opera, in cui la tradizione partenopea si sposa perfettamente con la zarzuela. L’Orchestra di Piazza Vittorio ha già al suo attivo un’ esecuzione innovativa della Carmen, musicata da Bizet ispirandosi al testo del francese Merimee’.
Orario: mart-giov 19.30
Merc-ven-sab 20.45
Dom 15.30
Marina Bassani in scena al teatro Baretti
Marina Bassani firmerà la regia e porterà in scena con Lorenzo Bartoli al teatro Baretti, il 25 e 26 febbraio prossimi, “Love letters”, del drammaturgo newyorchese A.R. Gurney, ormai divenuto un classico del teatro contemporaneo americano, ripreso in tutto il mondo e tradotto in ben trenta lingue. Melissa e Andrea, amici d’infanzia, per tutta la vita si scambieranno biglietti, cartoline, messaggi e lettere, che arricchiranno una corrispondenza iniziata nella loro infanzia e condotta dapprima con toni giocosi e leggeri tipici della spensieratezza giovanile, e via via sempre più velata di malinconia, fino a diventare l’espressione di un amore impossibile. La piece è incentrata sulla lettura di una corrispondenza che si snoda per 40 anni, dove il presente si fonde intimamente con il passato, che riaffiora nelle lettere in cui il tono distaccato si mescola all’anelito e al rimpianto.
Teatro Baretti, via Baretti 4, 25-26 febbraio ore 21.