«Qualcuno che parla dentro di sé, amorosamente di fronte all’altro (l’oggetto amato), il quale invece non parla». Così scriveva Roland Barthes nei “Frammenti di un discorso amoroso” (1977). Gigi Giancursi e Cecilia si sono ispirati al celebre saggio del semiologo francese e hanno messo il “discorso amoroso” al centro di un viaggio sonoro nei secoli, dall’amor cortese alla musica indipendente di fine anni ‘80. Il concerto-spettacolo “L’amore ai tempi della musica. Frammenti di discorsi amorosi” andrà in scena a Maison Musique sabato 17 marzo, alle 21, nell’ambito del cartellone della rassegna Rivolimusica.
Un’equilibrata combinazione di sonorità classiche e contemporanee, dove l’arpa di Cecilia, la chitarra di Giancursi e la voce dei due artisti si fonderanno nella rivisitazione laboriosa e spassionata di un repertorio senza tempo, dalla trobatriz occitana Beatriz De Dia alla struggente trasposizione barocca della Passione Secondo Matteo, quindi l’aria Erbarme Dich allestita da Johann Sebastian Bach; il canto ininterrotto della Margherita goethiana in Gretchen am Spinnrade di Franz Schubert, Parlez moi d’amour di Lucienne Boyer, e poi Meredith Wilson, Elvis Presley, Banco del Mutuo Soccorso (750,000 Anni Fa L’amore), Bob Dylan (“Simple twist of fate”), Lucio Battisti, Dolly Parton&Kenny Roger, Kathryn Dawn Lang, Tracy Chapman e Grimes.
Un concerto ibrido, tra canzoni e anedottica, che avrà la sua forza nel grande affiatamento tra i due artisti torinesi, l’ex Perturbazione Gigi Giancursi, di cui è appena uscito il primo disco da solista, Cronache dell’abbandono, e Cecilia, eclettica arpista di formazione classica affascinata dai suoni elettronici e pop, che ha collaborato con Levante, Marta sui Tubi, Gnu Quartet, Niccolò Fabi e Max Gazzè, al fianco del quale si è esibita sul palco dell’ultimo Sanremo.
«Come scrive Simone Lenzi, tutte le canzoni sono canzoni d’amore, proprio perché è la prima cosa che ti viene da scrivere e la prima che ti viene da nascondere – spiega Gigi Giancursi – non è facile scrivere una canzone d’amore, quando lo fai ti senti stupido. Sono pochi i musicisti italiani che sono riusciti a scrivere canzoni d’amore senza risultare banali. Il concerto che proponiamo a Maison Musique è un progetto ambizioso, abbiamo preso brani musicali che presentiamo come fossero canzoni, in particolare due lieder, uno di Franz Schubert che narra delle pene d’amore sofferte da Margherita mente lavora all’arcolaio, l’altro di Beethoven, Ich liebe dich, che abbiamo reso a due voci mentre nell’originale è a una sola voce. Seguono poi una serie di canzoni più o meno conosciute, che dimostrano come si possa parlare esplicitamente di amore senza essere stucchevoli e senza fare rima con sole e con cuore. L’amore è come il blues, ognuno lo suona a modo suo».
«Per la scelta dei brani abbiamo fatto una ricerca nei nostri personali background musicali – aggiunge Cecilia Lasagno – perché ognuno ha gli strazi amorosi a cui è più affezionato, ed è stato bello montare questo variegato e divertente viaggio su un tema all’apparenza banale. Non sono abituata a suonare con un altro, l’arpa è uno strumento di accompagnamento che ha tutte le possibilità espressive di una chitarra o di un pianoforte, anche se per un certo tempo è diventato un po’ salottiero, ma si sposa molto bene ad accompagnare narrazioni brevi».
Venerdì 16 marzo, alle 19, Cecilia e Gigi Giancursi saranno intervistati da Gabriele Ferraris presso il Pub Marconi di Piazza Marconi 9, sempre a Rivoli.
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Emanuele Rebuffini