Gli “Sfollati” di JR alle Gallerie d’Italia

Valeriia, Thierry, Andiara, Angel, Jamal, Ajara, Moise, Mozhda. Vengono dall’Ucraina, dal Congo, dal Venezuela, dal Mali, dall’Afghanistan. Sono bambini in fuga da guerre, soprusi, violenze e povertà. Obbligati a diventare profughi, esiliati, rifugiati. Déplacés, ovvero sfollati.

«Déplacé∙e∙s» è il titolo della prima mostra personale nel nostro Paese dello street artist e fotografo francese JR (1983), curata da Arturo Galansino e ospitata fino al 16 luglio alle Gallerie d’Italia-Torino. Un percorso immersivo e di grande impatto emotivo che nei circa 4mila metri quadrati del museo di Piazza San Carlo, attraverso video, fotografie, sculture in legno e l’allestimento scenico di grandi teli raffiguranti le immagini dei bambini incontrati durante le visite nei campi profughi, permette di ripercorrere i viaggi che hanno portato l’artista parigino a confrontarsi con uno dei grandi temi dei nostri tempi, le migrazioni e la delocalizzazione forzata di migliaia di persone in quei luoghi off limits che sono i campi profughi, una delle forme di organizzazione del mondo globale.

Partito dalla banlieue parigina più di vent’anni fa, JR (1983) ha portato la sua arte in tutto il mondo con monumentali interventi di arte pubblica, installazioni site specific che coinvolgono intere comunità, dalle favelas brasiliane ad una prigione di massima sicurezza in California, dalla Pyramide del Louvre alle piramidi egiziane, dal confine tra Israele e Palestina a quello tra Messico e Stati Uniti.

JR è un “photo-graffeur”, fotografo e graffitaro, utilizza la tecnica del collage fotografico, ingrandendo il volto delle bambine e dei bambini e collocandoli su enormi teloni, restituendo loro un’identità. Sono volti sorridenti, simboli di resistenza.

Il progetto «Déplacé∙e∙s», cominciato nel 2022, riunisce per la prima volta in questa mostra alcune immagini scattate dall’artista in zone di crisi, dall’Ucraina sconvolta dalla guerra fino agli sterminati campi profughi di Mugombwa, in Rwanda, che ospita migliaia di rifugiati congolesi, o di Mbera, in Mauritania, dove 70mila maliani hanno trovato rifugio nel Sahara, da Cùcuta, al confine tra Colombia e Venezuela,  all’isola greca di Lesbo.

Un artista umanista e prospettico, che, combinando diversi linguaggi espressivi, dà vita ad un arte pubblica e politica, di potente denuncia sociale ma soprattutto “comunitaria”, che ci costringe a guardare negli occhi ciò che è indesiderato.

http://www.gallerieditalia.com

https://www.jr-art.net/

Emanuele Rebuffini