Attento interprete del presente, il fotografo inglese Martin Parr (1952) ha ritratto la società contemporanea con pungente ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone del nostro tempo e raccontando i comportamenti della classe media, il turismo di massa, la vita da spiaggia. Attraverso l’uso molto contrastato e luminoso del colore, enfatizzato e reso saturo dal flash, il “fotografo del Kitsch” (definizione superficiale e non gradita dall’interessato) ha saputo cogliere gli aspetti grotteschi e involontariamente comici degli usi e costumi delle società del consumismo globale, realizzando scatti che sono un racconto anticonvenzionale delle stranezze e delle bizzarrie della quotidianità, tra indagine sociologica e documento antropologico.
«We Love Sports», la mostra ospitata fino al 13 febbraio da CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, curata da Walter Guadagnini con Monica Poggi e realizzata in collaborazione con il Gruppo Lavazza e con Magnum Photos (di cui Parr è stato presidente dal 2013 al 2017), ripercorre la carriera di uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea dagli anni Ottanta ad oggi, attraverso 150 allegre e colorate immagini dedicate a numerosi eventi sportivi.
Ma lo sguardo di Martin Parr non è attirato dalla competizione e dai campioni, bensì all’ambiente e dai riti collettivi che fanno da contorno all’azione sportiva, concentrandosi sugli atteggiamenti di chi osserva dagli spalti le più disparate discipline sportive: gli eccessi e le stravaganze degli spettatori, le folle che reagiscono emotivamente di fronte a ciò che succede in campo, le coreografie e i travestimenti dei tifosi, l’esultanza chiassosa e goliardica, gli arbitri e i raccattapalle, gli abiti dai colori accesi e gli improbabili copricapo.
«È uno sguardo laterale sullo sport, quasi da sociologo o antropologo della società odierna, quale il fotografo è sempre stato, qualunque sia il centro della sua attenzione-spiega Walter Guadagnini-Martin Parr diverte lo spettatore e si diverte, ma sempre senza cattiveria, conscio di essere egli stesso parte del grande palcoscenico rappresentato dal mondo, sul quale gli sportivi e i loro fan compiono le proprie gesta, non importa se grandi o piccole, professionali o dilettantesche, armoniche o goffe».
Il Tai Chi nelle strade di Shanghai, il cricket, le corse di cavalli, il football e soprattutto il tennis, con le immagini realizzate a partire dal 2014 frequentando i quattro tornei del Grande Slam. In questi 40 scatti si nota la capacità dell’autore di adattarsi ai mutamenti dell’estetica amatoriale, che negli anni si è trasformata sulla spinta delle tante innovazioni tecnologiche. Gli scatti più recenti hanno perso la saturazione tipica dell’istantanea analogica e le inquadrature si fanno più complesse, articolate e ricche di elementi, aspetto tipico di un modo di fotografare sempre più immediato. Ciò che non cambia è la capacità di Martin Parr di regalare, attraverso scatti vividi, dai più toccanti ai più esilaranti, una panoramica unica della vita dentro e fuori dal campo.
Le foto in mostra sono inserite nel volume Match Point, edito da Phaidon, che include oltre 80 fotografie, alcune inedite, tratte dal suo lavoro più recente sul tennis.
© Martin Parr / Magnum Photos
Emanuele Rebuffini