«Fotografo ciò che mi attrae, le cose che trovo interessanti o belle. Il tipo di mondo che vorrei. Non è il mondo in cui vivo». Fino al 20 settembre la GAM di Torino ospita «Works», retrospettiva dedicata al fotografo di moda più famoso del XX secolo, Helmut Newton, organizzata in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino, in occasione del centenario della nascita dell’artista (Berlino, 1920. Morirà a Los Angeles nel 2004) . La mostra, curata da Matthias Harder, attraverso 68 fotografie articolate in quattro sezioni, ricostruisce la carriera dell’artista tedesco, spaziando dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto della regista, attrice e fotografa Leni Riefenstahl (2000). Numerosi i ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol, Gianni Agnelli, Paloma Picasso, Catherine Deneuve, Anita Ekberg, Claudia Schiffer e Gianfranco Ferré. Quindi i servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.
«Helmut Newton-afferma Matthias Harder-non ha mai smesso di stupire e far scalpore. La sua fotografia, che abbraccia più di cinque decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour e realizzando un corpus fotografico che continua a essere inimitabile e ineguagliabile. Travalicando i tradizionali approcci narrativi, la fotografia di moda di Newton è intrisa non solo di lussuosa eleganza e sottile seduzione, ma anche di riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo».
Moda, ritrattistica, fotografia di nudi: Helmut Newton non fu solo un fotografo provocante, trasgressivo, talvolta inquietante, capace con i suoi concetti visivi di sfidare tabù e giocare con le convenzioni, un manipolatore che amava la teatralità della fotografia. Con scatti potenti ed innovativi non solo ha descritto ma ridefinito lo spirito dei tempi, raccontato storie surreali, emozionanti e sorprendenti, intrise di ironia, trasformando luoghi banali in palcoscenici teatrali dai forti contrasti (uno dei set fotografici preferiti era il garage del suo condominio a Monaco).
«Newton ha utilizzato ma allo stesso tempo messo in discussione i cliché visivi, a volte tinti di autoironia o derisione, ma sempre pieni di empatia-aggiunge Matthias Harder-La sua caratteristica distintiva è di spostare, trasgredire e abbattere i confini. In maniera sottile e con un senso di eleganza senza tempo, Newton combina nudità e moda. È così che il suo lavoro diventa sia documentazione che commento del ruolo mutevole della donna nella società occidentale».
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Emanuele Rebuffini