Fernand Léger e i Nuovi Realisti: alla Venaria la bellezza è ovunque

Colorata, gioiosa, giocosa e un po’ audace. La mostra «Fernand Léger! Yves Klein, Niki de Saint Phalle, Keith Haring…», che la Reggia di Venaria ospita fino al 1 febbraio, è una meraviglia per gli occhi. Non si tratta di una retrospettiva dedicata a Léger ma soprattutto non rientra tra quelle operazioni furbesche che vedono un gruppo di opere di un grande artista annegate tra lavori di artisti coevi assai meno interessanti. In questo caso le curatrici Anne Dopffer ed Hélène Guenin hanno selezionato oltre 30 opere di Fernand Léger (1881-1955), mettendole a confronto con il movimento del “Nouveau Réalisme” e con altri artisti delle avanguardie europee e americane attivi dagli anni Sessanta ad oggi, dalla Pop Art al graffitismo, presentando complessivamente 70 opere.

Fernand Léger
La Danseuse bleue/ La Danzatrice blu
1930
olio su tela
Parigi, Centre Pompidou, Musée National d’Art
Moderne-Centre de Création Industrielle, (Mnam/CCI)
in deposito presso Biot, Musée National Fernand Léger
Dono di Paul Rosenberg, 1946
© GrandPalaisRmn / Adrien Didierjean
© FERNAND LÉGER, by SIAE 2025

Attraverso un gioco di sguardi incrociati e di collegamenti tematici o estetici, il percorso espositivo mette in evidenza il legame tra l’opera di un pioniere dell’arte contemporanea come Léger e la generazione di artisti francesi che gli succedette, ovvero il dirompente e turbolento movimento che nel 1960 il critico d’arte Pierre Restany denominava “Nouveau Réalisme”, in omaggio proprio a Léger, che negli anni Venti aveva definito il suo approccio artistico come un “Nuovo Realismo”, “una terribile invenzione per rendere il reale […] le cui conseguenze possono essere incalcolabili”.

La “Vénus Blue” di Yves Klein
ph.Andrea Guerman

I “Nuovi Realisti” si chiamavano Yves Klein, Arman, Martial Raysse, César, Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, Raymond Hains, Daniel Spoerri, Jacques Villeglé, Christo e portarono la cultura popolare in campo artistico, ponendo al centro della loro attenzione gli oggetti di uso quotidiano, della società dei consumi e dell’estetica della strada. Il loro approccio non mirava alla rappresentazione del reale ma alla sua appropriazione poetica.

Fernand Léger
Les Quatre cyclistes/ I quattro ciclisti
1943-1948
olio su tela
Biot, Musée National Fernand Léger
Dono di Nadia Léger and Georges Bauquier, 1969
© GrandPalaisRmn / Gérard Blot
© FERNAND LÉGER, by SIAE 2025

Con Léger, l’oggetto non viene più messo in primo piano per la sua carica simbolica ma per i suoi valori plastici; con i “Nouveaux Réalistes” l’appropriazione diretta, perfino brutale, dello spazio pubblico avviene attraverso azioni concrete (assemblano, accumulano, lacerano), che rivelano il potenziale plastico degli oggetti.

Niki de Saint Phalle
La danse/ La danza
1994
serigrafia
Nizza, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain,
MAMAC
Dono dell’artista, 2001
© Ville de Nice
© NIKI DE SAINT PHALLE, by SIAE 2025

Storicamente l’incontro tra Fernand Léger ed i Nouveaux Réalistes non è mai avvenuto: il primo si spegneva nell’agosto del 1955 a Gif-sur-Yvette, i secondi in quello stesso periodo iniziavano ad esporre le loro prime opere. Eppure in Léger troviamo in germe i temi sostenuti dai suoi successori: trionfo dell’oggetto, ribaltamento delle gerarchie artistiche tradizionali, coinvolgimento sociale dell’artista, l’idea di un’arte accessibile a tutti. «A contatto con i Nouveaux Réalistes, l’opera di Léger riafferma il suo carattere precursore. La sua aspirazione a un’arte per tutti e la sua fascinazione per il mondo moderno appaiono come premesse delle rivendicazioni dei Nouveaux Réalistes» (Anne Dopffer ed Hélène Guenin).

Fernand Léger
Roland Brice, ceramista
Visage à la main sur fond rouge/ Viso con la mano su
sfondo rosso
1954 ca.
bassorilievo in terracotta smaltata
Biot, Musée National Fernand Léger
Dono di Nadia Léger and Georges Bauquier, 1969
© GrandPalaisRmn / Gérard Blot
© FERNAND LÉGER, by SIAE 2025

Il concetto di “nouveau réalisme” appare in un testo che Léger dedica, nel 1924, al suo film sperimentale, il “Ballet mécanique”: “C’è in questa epoca un nuovo realismo che ho utilizzato personalmente nei miei dipinti e in questo film”. Per lui il cinema, grazie alla combinazione del primo piano e del montaggio delle immagini, promuove una nuova maniera di percepire la realtà. Il concetto viene ripreso da Léger nel 1935 in occasione della mostra retrospettiva al Museum of Modern Art (MoMA) di New York, tanto da essere richiamato nel titolo del documentario realizzato da Thomas O. Bouchard  nel 1945 in occasione dell’esilio del pittore a New York: “Léger in America. His New Realism”.

Fernand Léger
Composition pour une peinture murale/ Composizione
per una pittura murale
1945
olio su tela
Biot, Musée National Fernand Léger
Dono di Nadia Léger and Georges Bauquier, 1969
© GrandPalaisRmn / Gérard Blot
© FERNAND LÉGER, by SIAE 2025

I Nouveaux Réalistes, seppur con modalità espressive eterogenee, propugnarono un ritorno alla realtà, creando un linguaggio visivo inedito, che coglie un’aspirazione collettiva al moderno, allo spettacolare, al glamour, ai piaceri, all’edonismo e alla proiezione verso un modo di vita futuro.


Fernand Léger
Nature Morte, A.B.C./ Natura morta, A.B.C
1927
olio su tela
Biot, Musée National Fernand Léger
Dono di Daniel-Henry Kahnweiler, 1973
© GrandPalaisRmn / Adrien Didierjean
© FERNAND LÉGER, by SIAE 2025

Il confronto tra le loro ricerche artistiche e l’estetica di Fernand Léger contribuisce a rendere ancora più evidente la portata visionaria dell’opera del Maestro francese, la sua contemporaneità e multidisciplinarietà, come emerge dall’importanza data al tempo libero e alla dimensione “pubblica” dell’arte (“Il bello è dappertutto”).

ph. Andrea Guermani
ph. Andrea Guermani

Così i “Birds 11” di Arman realizzati con pinze autobloccanti dialogano con “Composition aux deux oiseaux”; la “Vénus Blue” di Klein con “La Danseuse blue”; le Nanas di Niki de Saint Phalle con le colorate e rotonde figure femminili di Léger.

Fernand Léger
Cirque/ Circo
1950
litografia
Biot, Musée National Fernand Léger
Dono di Nadia Léger and Georges Bauquier, 1969
© GrandPalaisRmn / Gérard Blot
© FERNAND LÉGER, by SIAE 2025

Nel percorso di mostra troviamo opere di esponenti della Pop Art americana come Robert Indiana e May Wilson, nonché gli artisti emergenti negli anni Settanta e Ottanta come Gilbert & George a Londra e Keith Haring a New York. E questa è la parte più audace della mostra, perché il legame con Léger, anche se suggestivo, non risulta del tutto convincente.

www.lavenaria.it

Emanuele Rebuffini