Un programma sontuoso, per quantità e qualità, una carrellata di 104 eventi in cui si susseguono 57 concerti sui palchi e nei club, conferenze, presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche e un grande concerto per celebrare la Festa della Liberazione.
La dodicesima edizione del Torino Jazz Festival si svolgerà dal 20 al 30 aprile e sarà un festival diffuso sul territorio (73 luoghi coinvolti), che celebrerà Duke Ellington, a 50 anni dalla scomparsa, accogliendo le tante anime e forme del jazz, dai maestri della tradizione più alta e vitale alle ibridazioni con i generi più disparati, dal rap all’elettronica, dal soul al folk, dalla classica al rock. «Un festival oltre le categorie, come direbbe Ellington-spiega il direttore artistico Stefano Zenni-, ma anche oltre i confini (non solo geografici), dove le persone si ritrovano nel nome di una musica – il jazz – nata per celebrare una comunità libera».
Sfogliando il cartellone, tra le tante proposte segnaliamo lunedì 22 aprile, al Teatro Alfieri, Dave Holland con Kevin Eubanks e Eric Harland. Gruppo perfetto, con maestri indiscussi del proprio strumento. Il jazz sapientemente dosato nel concerto da questo power trio ci riporta al Dave Holland degli esordi, quello che veniva chiamato da Miles Davis a suonare in capolavori assoluti del jazz-rock come In a Silent Way e Bitches Brew, prima di avviare una importante carriera solista in qualità di gigante del contrabbasso, compositore e didatta.
Martedì 23 aprile, al Teatro Colosseo, Christian McBride. Otto volte vincitore di Grammy, contrabbassista, compositore e bandleader Christian McBride da qualche anno è anche il direttore artistico dello storico Newport Jazz Festival Nei suoi primi anni di attività ha lavorato al fianco di leggende del jazz come Freddie Hubbard o Benny Golson. Mercoledì 24 aprile, Gonzalo Rubalcaba Trio (sempre al Teatro Colosseo) Rubalcaba oggi è uno dei pianisti jazz più celebrati al mondo. La carriera, iniziata alla fine degli anni Ottanta grazie a mentori quali Dizzy Gillespie e Charlie Haden, è costellata di premi e riconoscimenti. A Torino Rubalcaba suonerà con due storici collaboratori, il bassista Matt Brewer e il talentuoso batterista cubano Ernesto Simpson, per un concerto che coniuga groove latino e passione jazz.
Giovedì 25 aprile, in mattinata, al Teatro Vittoria, la pianista Marta Warelis. Warelis è certamente debitrice degli insegnamenti di maestri come Cecil Taylor ma si dimostra capace di esprimersi in maniera personale, ora con foga ora con delicatezza, preparando il pianoforte con sonorità inconsuete e suggestive. Alle 18, a Hiroshima Mon Amour, Sélébéyone, gruppo in cui spicca la figura di Steve Lehman. Combinando insieme jazz sperimentale e liriche rap, sia in inglese sia in wolof, Sélébéyone (che significa “intersezione”) non si limita a un superficiale lavoro di unione tra linguaggi ma trova nuove strade per le diverse qualità ritmiche armoniche e melodiche dei generi, fondendo l’improvvisazione del jazz contemporaneo con l’immediatezza contagiosa dell’hip hop. Il risultato è un discorso che esplora nel profondo misticismo e spiritualità attraverso la lente della musica sperimentale.
Alle 21, al Teatro Regio, la cantante Fatoumata Diawara si esibirà in un concerto dedicato a Dante di Nanni e alla gioventù resistente. L’evento è promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte insieme alla Città di Torino e al Polo del ‘900 ed alla Fondazione per la Cultura Torino.
«Il 2024 è un anno importante, è l’anno in cui commemoriamo gli 80 anni dell’uccisione del partigiano Dante di Nanni. A lui, è idealmente a tutti i giovani partigiani, dedicheremo il concerto di Fatoumata Diawara, cantante e attrice molto impegnata per i diritti delle donne-spiega Daniele Valle, Vicepresidente del Consiglio Regionale e Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte-Abbiamo invitato a salire sul palco quella sera Adriana Cantore, che il 21 maggio del 1944, tre giorni dopo la morte di Dante di Nanni, venne prelevata dai tedeschi in valle di Susa e rinchiusa, a soli 13 mesi, nel carcere Le Nuove di Torino, insieme alla mamma e alla nonna. Anche quest’anno il Comitato Resistenza e Costituzione celebra la Festa della Liberazione non solo con le tradizionali commemorazioni istituzionali e i momenti di approfondimento storico, ma promuovendo eventi che auspichiamo servano a coinvolgere le giovani generazioni e ricordare loro che 80 anni fa, ragazzi e ragazze della loro età diedero la vita per consentire a noi, oggi, di vivere in un Paese democratico. Perché il 25 aprile è un momento di gioia e, al tempo stesso, occasione di riflessione sul nostro passato per non perdere la Memoria di ciò che è stato e farne linfa del nostro impegno per un futuro libero, giusto e pacifico» (Il concerto è a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria dal 17 aprile su www.torinojazzfestival.it).
Venerdì 26 aprile, al Piccolo Regio, Alexander Hawkins/Matthew Wright con “Suite Duke”. Un concerto frutto di una commissione del TJF ad Hawkins che non ha mai fatto mistero di considerare Ellington come un’influenza fondamentale: un suo disco del 1929, Saturday Night Function, è uno dei suoi primi ricordi infantili musicali. Non è una novità per Hawkins affrontare brani di Duke Ellington, ma è la prima volta che gli dedica un intero concerto. Il programma entra nel mondo sonoro di Ellington, ne scompone i temi, elabora escursioni elettroniche, interagisce con l’immagine, proponendo al pubblico rarissime fotografie anni Sessanta della band del Duca. Hawkins è considerato il “futuro” del pianoforte jazz europeo, a suo agio con musicisti del calibro di Anthony Braxton, Shabaka Hutchings e con le icone del jazz africano di stanza a Londra Louis Moholo-Moholo e Mulatu Astatke. Matthew Wright è un compositore, produttore e un sound designer inglese che lavora in ambito elettronico, con il teatro e con la danza.
Sabato 27 aprile, a Casa Teatro Ragazzi e Giovani, doppio appuntamento con Sakina Abdou. Flautista e sassofonista francese, negli ultimi anni il suo talento è esploso con tante collaborazioni diverse ma è soprattutto la dimensione del concerto “in solitudine” che le ha portato il riconoscimento internazionale. Il concerto torinese è imperniato sul disco Goodbye Ground registrato con un apparecchio casalingo e senza ausili dell’elettronica. Un lavoro quasi artigianale, proposto per pochi ascoltatori raccolti intorno alla sassofonista, in un dialogo intimo che esalta il suo suono possente ed emozionante.
Alle 21, al Teatro Monterosa, Roberto Gatto, il batterista italiano jazz più noto al mondo, omaggia la musica di Tony Williams. Tony Williams fece il suo folgorante esordio nel 1963, appena diciassettenne, nel leggendario quintetto di Miles Davis e rimase con lui durante la svolta elettrica di fine Sessanta. A vent’anni incise Lifetime con un giovanissimo John McLaughlin; un lavoro che anticipò formazioni storiche del jazz-rock come Weather Report e Mahavishnu Orchestra.
Doppio appuntamento con due maestri assoluti dell’improvvisazione, domenica 28 aprile. Al Lingotto, il duo Roscoe Mitchell/Michele Rabbia. Un concerto nel segno dell’improvvisazione e della creatività. Roscoe Mitchell, tra i fondatori della AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians), è uno dei musicisti che pur avendo fatto la storia del jazz si mantiene su livelli altissimi di creatività artistica anche nel nuovo millennio. Condivide con lui il palco il torinese di nascita Michele Rabbia, da anni considerato uno dei percussionisti più creativi in Europa. Sempre il Lingotto vedrà il ritorno in città di John Zorn. Compositore, musicista e produttore, Zorn è un’istituzione della musica americana che dal jazz all’improvvisazione radicale, dal punk hardcore al doom metal, dal klezmer al lounge, alla classica contemporanea, ha dato vita a una produzione imponente e controversa, difficilmente assimilabile in categorie accademiche. Il suo più recente ensemble è il New Masada Quartet, che vede la stretta unione di altri virtuosi affini per intenti artistici. Il talento emergente della chitarrista Julian Lage, dallo stile caldo ma intricato, il basso di Jorge Roeder e il veterano di mille imprese sonore Kenny Wollesen, con Zorn da oltre trent’anni, contribuiscono a portare l’esplosiva performance dei New Masada a un nuovo livello artistico ed emotivo (il concerto è una coproduzione con Jazz is Dead in esclusiva TJF).
Il festival chiude martedì 30 aprile, all’Auditorium Giovanni Agnelli, con il Quintetto di Paolo Fresu e Torino Jazz Orchestra.
Il Torino Jazz Festival è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino.
Ospitano i concerti: il Teatro Regio, il Piccolo Regio, il Teatro Vittoria, Hiroshima Mon Amour, il Teatro Alfieri, il Teatro Monterosa, il Teatro Colosseo, la Casa Teatro Ragazzi e Giovani, il Bunker, l’Auditorium Giovanni Agnelli e la Sala 500 del Lingotto, il CAP 10100.
Questi i club aderenti: Amen Bar, Bagni Pubblici di via Agliè, Cafè Neruda, Comala, Educatorio della Provvidenza, Folk Club, Laboratori di Barriera, L’Arteficio (Circolo della Magia), Off Topic, Osteria Rabezzana, Piazza dei Mestieri, Spazio 211, Bocciofila Vanchiglietta Rami Secchi, Circolo Familiare Fioccardo, Royal Club .
Il programma dettagliato con orari e costi:
Emanuele Rebuffini