Un taccuino d’artista dedicato all’universo femminile ed una serie di opere tessili realizzate col il fustagno “nero-blu”, ovvero l’antesignano chierese del Jeans. Fino al 5 novembre il Museo del Tessile di Chieri ospita «Neroblaum Fustaneorum. Teleri di memoria», progetto collettivo site specific dell’artista torinese Sara Conforti (1973), la cui ricerca mette al centro le fragilità femminili e l’utilizzo di abiti d’affezione.
Il percorso espositivo si apre con sette Teleri installati sulla facciata esterna del Museo del Tessile, sette pannelli con inserti in tessuto Denim su cui campeggiano anagrammi ricamati. Si tratta di frammenti autobiografici che partono da alcune parole chiave estrapolate da uno scritto dell’artista dedicato alla memoria di un proprio paio di blue jeans.
Memorie e tessiture sono protagoniste anche dell’esposizione interna attraverso una grande installazione interattiva “Centosettantaperottanta – What comes first?”, realizzata durante l’emergenza pandemica, un archivio di reminiscenze vestimentarie condivise create dalle utenti della Comunità Fragole Celesti utilizzando taccuini Moleskine. Estraendo un numero da un insieme di piccoli sassi cifrati, che coincide con quello di un taccuino “esperienziale” e di uno dei ricami rilegati nel libro, il pubblico interagisce entrando in contatto empatico con la storia e le memorie scritte dall’anonima compilatrice dell’opera e con la sua risposta fornita alla domanda iniziale.
L’opera collettiva ha dato vita ad un taccuino d’artista donato da Sara Conforti alla collezione di Moleskine Foundation ed esposto recentemente presso il World Trade Center di New York e al Palais de Tokyo di Parigi.
«Con questo evento-commenta Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile-Chieri accoglie nel suo Museo una figura di primissimo piano sulla scena artistica internazionale, capace di coniugare creatività e rigore in un fare multanime che lega a doppio filo arte e attivismo per immaginare, intrecciare o annodare trame di ricordi, di emozioni, di vita. Sara Conforti restituisce così valenza esistenziale all’universo del tessile, suggerendo nuove “sezioni di ordito” per un domani ancora da ritessere».
Emanuele Rebuffini