Zoe Tavarelli, classe 1996, figlia del regista Gianluca Tavarelli e della scenografa Francesca Bocca, ha avuto fin da piccola l’occasione di respirare l’aria dei set cinematografici. A neanche un anno si è già trovata davanti alla macchina da presa, a sua insaputa, in Tutti giù per terra di Davide Ferrario, neonata piangente tenuta maldestramente in braccio dal “padre” Valerio Mastandrea.
Da allora Zoe ha continuato a comparire in diversi film del padre per il cinema e per la televisione: da Un amore (1999), a Qui non è il paradiso (2000) fino a Non prendere impegni stasera (2006), passando per Liberi (2003) e Paolo Borsellino (2004) di Tavarelli; e anche in Se devo essere sincera (2004) di Ferrario accanto a Luciana Littizzetto.
Il set è sempre stato un ‘safe place’ – commenta Zoe Tavarelli -, un luogo dove mi sentivo a mio agio, dove stavo bene, a casa. Fin da piccola ho avuto la fortuna di frequentare i set dei miei genitori: dopo scuola li raggiungevo lì, mi sedevo su una sedia e facevo i compiti mentre attorno a me si costruiva il magico mondo del cinema che, a poco a poco, è diventato la mia seconda casa. Proprio sul set ho capito che ‘da grande’ avrei voluto recitare: è stato un innamoramento graduale ma persistente, una passione nata per caso, ma coltivata di giorno in giorno fino a esplodere nella decisione di percorrere la strada della professione d’attrice.
Per due anni ha seguito i corsi della scuola di teatro “Cantiere Teatrale” di Roma, città dove ha frequentato il liceo e ha continuato a recitare in altri film come Piedi nudi di Luca Agostino (2006) e la serie tv Il giovane Montalbano (2012 e 2015).
Arrivata a vent’anni Zoe ha scelto la strada più difficile: lasciare l’Italia e la “protezione” familiare per tentare la fortuna negli Stati Uniti. A Los Angeles ha superato le rigide selezioni della prestigiosa American Academy of Dramatic Arts, scuola che ha formato, tra i tanti, i Premi Oscar Anne Hathaway e Jessica Chastain, presentando un monologo drammatico tratto da “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello. Ha avuto così inizio il suo intenso percorso di alta formazione oltre oceano dove, tra lezioni in classe, provini e progetti con i compagni di corso sta costruendo, giorno dopo giorno, la sua strada verso Hollywood.
Ho scelto l’America e l’Academy of Dramatic Arts per staccarmi dalla ‘comfort zone’ di casa, per camminare con le mie gambe e dimostrare, a me stessa in primis, che posso farcela da sola. – continua Zoe.
Nel 2017, mentre studia negli Stati Uniti, Zoe torna per un breve periodo in Italia per continuare a lavorare, questa volta sul set della serie tv andata in onda su Rai 1 Maltese – Il romanzo del Commissario di Tavarelli. Ma la tappa più significativa di questo percorso è stata, di recente, un ruolo di coprotagonista con il premio Oscar Chris Cooper (American Beauty, I segreti di Osage County…). Si tratta del progetto The Lost Films Series di Davide Ferrario, con cui Zoe chiude idealmente un cerchio da quella scena “involontaria” di Tutti giù per terra. The Lost Films Series è un progetto che Ferrario sta preparando in America, destinato a un contesto di gallerie d’arte. Invitato come artista residente all’Experimental Film Virginia di Cape Charles appena conclusosi, Ferrario ha realizzato un “pilota” sotto forma di cortometraggio in cui, in un’atmosfera noir, Zoe incontra Cooper, il padre che non ha mai conosciuto.
In America Zoe ha molti progetti in cantiere, a cominciare dalla seconda stagione della serie web di Josh Mitchell Manny’s Garage Sale: a Hitchcock Knot di cui è già stata protagonista. Tornerebbe a recitare in Italia? “Assolutamente. Dovunque c’è un set, io ci sono.” – risponde Zoe.