Se vi capita la possibilità di assistere ad un incontro in cui ci sia Umberto Lenzi tra i protagonisti vi consiglio di non perderlo per nessuna ragione al mondo.
Il soggetto è talmente appassionato di cinema ed ha un’esperienza ed una storia talmente vasta da diventare inevitabilmente una macchina inarrestabile di aneddoti che affondano le radici ovunque nella storia.
Ieri era al Cinema Massimo per presentare il suo ultimo giallo Scalera di Sangue, Coniglio Editore (quarta puntata della divertente saga con Bruno Astolfi protagonista) ed ha finito per raccontare decine di curiosità.
L’ho incrociato in compagnia di Alberto Barbera all’uscita dal Museo Nazionale del Cinema dove non manca di fare tappa ogni volta che capita in città per perdersi – dice lui – nella galleria dei manifesti.
I due chiacchieravano amabilmente (Lenzi chiacchierava, Barbera si godeva le chiacchiere) di Billy Wilder, di Truffaut e di quella volta che Marilyn Monroe proprio non riusciva a dire correttamente la battuta “it’s me: Baby”, insistendo col dire “it’s me, baby”.
E l’incontro al Massimo è continuato su questa linea.
Passando da come convinse Thomas Millian ad interpretare il gobbo (“Il personaggio era preso pari pari da un macellaio del mio paese“), alla sua passione per la storia del ‘900 al periodo in cui da giovane faceva l’inviato agli incontri di pugilato.
E ancora della passione per Salgari e del perchè avesse scelto di proiettare quella sera il suo La montagna di luce (“che ho rivisto tutto ieri per assicurarmi che la copia fosse buona“).
Il romanzo è splendido e modernissimo. Qualche anno fa è stato riedito da un piccolo editore e Augias ha fatto un pezzo su Repubblica esaltando il romanzo, così poco conosciuto, e chiedendosi perchè mai nessuno avesse mai pensato di farci un film.
Gli ho mandato una mail dicendo “Ehi… il film l’ho fatto io, nel 1964!” …non mi ha mai risposto.
Insomma il personaggio lo avete inquadrato.
Se volete sentirlo parlare dei suoi libri, la sua nuova passione, vi invito ad ascoltare la puntata del 23 febbraio de La Corazzata Cotionkin in cui lo intervistammo e fu estremamente disponibile.
A proposito, vi dico ancora questa.
Ieri, quando sono andato a salutarlo, mi ha confidato che quando lo contattai per quell’intervista fu molto in dubbio se concedercela o no. Il titolo della trasmissione, quella presa in giro del capolavoro di Eisenstein, a lui, appassionato cinefilo… e gli dava un po’ fastidio.
Trovate qui la galleria delle foto scattate ieri al Cinema Massimo.