Ormai è diventata un’abitudine. Alla scadenza di un mandato, la scelta del nuovo direttore del Torino Film Festival (ma anche di tutti gli altri enti culturali meritevoli in cui Regione e Comune mettono becco) diventa occasione di scontro tra le parti e porta alla luce vecchie nuove ruggini.
Era già successo all’arrivo di Nanni Moretti (ricordate il delirio di quei giorni con l’abbandono di Gianni Rondolino) e poi di nuovo con Gianni Amelio.
Ora siamo alle solite.
Figuraccia con Gabriele Salvatores e spaccature interne.
Regione contro Comune, Coppola contro Braccialarghe e la novità di quest’anno è lo scontro tra Alberto Barbera e Steve Della Casa, due eccellenze del sistema cinema torinese, culminata (finora) con la lettera di Steve che si leva un sassolino dalla scarpa che è lì da un anno: il doppio incarico di Barbera come direttore del MNC e del festival di Venezia.
E se davvero, come ha annunciato, domani Coppola chiederà a Barbera pretestuosamente di diventare lui il direttore del TFF la farsa sarà completa.
In mezzo a tutto questo c’è i povero Festival, sempre brillante quando è il suo turno di farsi avanti e sempre bistrattato quando viene tirato in mezzo (e quest’anno gli toccherà subire un ulteriore taglio degli investimenti).
A questo punto la mia è una richiesta quasi disperata che la riunione di domani non sia un modo per prevalere un sull’altro ma per trovare la soluzione ideale per guidare il TFF nei prossimi due anni… soluzione che peraltro è proprio lì a portata di mano e che ho suggerito già qualche giorno fa.
Aggiornamento: la lettera di Ugo Nespolo a proposito di questa faccenda.