The Easy Way Out, commedia familiare al #TGLFF30

The Easy Way Out è una classica commedia familiare, con tanto di genitori terrore dei figli. Brice Cauvin ci racconta con leggerezza tre vite, riunite dal rapporto di parentela e sotto il cappello della casa paterna.

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Tre fratelli. Il primo è stato lasciato dalla moglie e non riesce a darsi pace, deambula silente tutto il giorno, apatico rispetto a quello che gli succede intorno. Il secondo è un gay in crisi con il compagno di sempre, crisi che però pare toccare solo lui. Il terzo è fidanzato da sempre con una splendida donna adorata dai genitori… solo che si innamora di un’altra. Leggi tutto “The Easy Way Out, commedia familiare al #TGLFF30”

The Smell of Us, il solito Larry Clark #TGLFF30

Larry Clark è sempre Larry Clark, anche nel suo primo film francese. The Smell of Us racconta le vicende di un gruppo di adolescenti che passano le loro giornate tra skateboard, sesso, alcool, un po’ di droga. Un gruppo di giovani perduti, per i quali non c’è alcuna speranza di salvezza.

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Qui la novità è la prostituzione di due di loro, che hanno scoperto di poter fare un sacco di soldi concedendo il loro corpo a uomini di mezza età.

Immagini sporche, inquadrature sempre molto strette. Clark usa tutta la sua arte per giocare con giovani corpi sudati e volti angelici stravolti dalla distruzione di se. Leggi tutto “The Smell of Us, il solito Larry Clark #TGLFF30”

Fulboy, il calcio dentro lo spogliatoio #TGLFF30

Chi ha giocato ad un qualunque sport di squadra che prevedesse qualche giorno di ritiro con i compagni sa bene che in riiro non capita praticamente nulla. Si ciondola aspettando le partite e gli allenamenti e stop. Inevitabile quindi che Fulboy racconti poco o nulla, nel senso che proprio non ha nulla da raccontare.

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Martín Farina sfrutta il fratello professionista per entrare nello spogliatoio, per seguire la squadra in ritiro. Il suo è uno sguardo quasi voyeristico, indugia molto sui corpi, sui massaggi, sui tatuaggi, sulla cura del corpo. Si sofferma insomma sull’estetica più che sulla sostanza. Leggi tutto “Fulboy, il calcio dentro lo spogliatoio #TGLFF30”

Eat with Me, la dedica del #TGLFF30 a #EXPO2015

Eat with Me di David Au è l’omaggio del Torino Gay  e Lesbian Film Festival ad Expo2015, ed è un omaggio splendido. Divertente, ironico, ragionato, con due protagoniste splendide.

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Elliot dirige un ristorante che funziona maluccio, vive solo e non riesce a creare una storia d’amore che sia solida. In una vita già non proprio brillante piomba la madre, che ha mollato il marito e si piazza in casa del figlio. Ovviamente si tratta di una madre invadente, ottima cuoca e che non ha idea che il figlio sia omosessuale. Leggi tutto “Eat with Me, la dedica del #TGLFF30 a #EXPO2015”

Four Moons, le quattro età dell’amore gay #TGLFF30

Quattro lune, quattro età della vita, quattro storie d’amore gay, quest è Four Moons, ne orchestrato e raccontato da Sergio Tovar Velarde

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Sono quattro storie divise, che non si incontrano mai.

La luna nuova è il primo amore di un ragazzino undicenne per il cuginetto, con tutte le conseguenze del caso, psicologiche per lui, sconvolgenti per la famiglia. Leggi tutto “Four Moons, le quattro età dell’amore gay #TGLFF30”

Zomer – Summer #TGLFF30

Summer è il più classico film sul tema “quell’estate cambiò tutto” e Colette Bothof lo dichiara fin dalla prima sequenza per bocca della sua bionda protagonista.

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Anne vive in un paesino della campagna olandese, proprio sotto la centrale nucleare che fa da madre a tutti gli abitanti perchè da lavoro. La vita scorre sempre uguale. Un gruppo di amici che si conoscono poco, tutte le mattine in gruppo in bicicletta fino a scuola. Ognuno col suo soprannome. Lei è “la zitta” perchè non parla mai. Leggi tutto “Zomer – Summer #TGLFF30”

How to Win at Checkers (Every Time) #TGLFF30

In Thailandia si viene scelti per il servizio militare attraverso una lotteria. Se peschi la carta nera stai a casa, se peschi quella rossa parti. How to Win at Checkers (Every Time) prende spunto da questo per raccontarci la storia di una famiglia.

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A reggerla è il ragazzo più grande, che per sostenere madre, fratello piccolo e sorellina, si prostituisce in locale gay.

Josh Kim crea una storia che viaggia dall’ironico al drammatico con semplicità, crea personaggi veriegati, che lasciano il segno. Abbiamo il protagonista, che fa da padre al fratellino (che poi è quello che racconta in prima persona la vicenda). Poi c’è l’amica, giovane trans, il fidanzato di lui. E ancora una madre religiosa oltre il limite dela superstizione.

Il protagonista però è lucido e consapevole di quello che ha davanti, delle sue responsabilità, di cosa deve fare. E va incontro al suo destino senza (mostrare) paura.

Il film è duro, e si indurisce sempre più man mano che le carte si scoprono e si arriva verso un finale che lascia solo un briciolo di speranza per il futuro.

The Chambermaid Lynn #TGLFF30

Storia davvero curiosa quella che ci racconta Ingo Haeb con questo suo intrigante The Chambermaid Lynn.

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Lynn è in terapia, vive sola, ha una madre che è più un peso che un aiuto, è ossessionata dalla pulizia, ogni tanto fa sesso (per nulla soddisfacente) con il suo datore di lavoro.
Lavora come cameriera in un albergo. Leggi tutto “The Chambermaid Lynn #TGLFF30”

While You Weren’t Looking #TGLFF30

Una storia difficile, anzi tre storie difficili, quelle raccontate da While You Weren’t Looking di Catherine Stewart. Siamo in Sudafrica e a ben pensarci abbiamo una situazione difficile, una situazione così così che si trasforma in tragedia e una situazione abbastanza frequente.

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Lei bianca e lei nera sono sposate da anni ed hanno una figlia diciottenne. Lei bianca però è vagamente esaurita e si convince che l’altra la tradisca. Leggi tutto “While You Weren’t Looking #TGLFF30”

54: The Director’s Cut #TGLFF30

Ottima scelta quella del TGLFF di aprire con 54: The Director’s Cut di Mark Christopher, nella versione che l’autore è riuscito finalmente a realizzare 17 anni dopo l’uscita in sala dell’originale.

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Accadde che nel 1998 la Miramax impedì al film di uscire e impose di girare una quarantina di minuti nuovi per sostituire i 40 di tagli effettuati. In pratica via tutta la parte relativa alla bisessualità del protagonista.

Dopo quasi due decenni Christopher, che era presente in sala con la stessa giacca e cravatta indossata da Ryan Philippe nel film, è riuscito a recuperare quei tagli, alcuni in maniera anche avventurosa e a coinvincere la Miramax a rifare praticamente il film con un montaggio tutto nuovo che racconta una storia diversa nei suoi aspetti fondamentali.

Il risultato è affascinante nella realizzazione (con spezzoni di film sgranati) e molto significativo nel risultato finale. Ne viene fuori una storia di droga, musica, successo e libertà (più o meno) sessuale sullo sfondo dello Studio 54 di New York. Nel momento del suo massimo splendore, alla fine degli anni 70. Fino al crollo clamoroso con l’arresto del proprietario.

Rivedere il film permette anche di rendersi conto che in quella pellicola del 1998 facevano splendida mostra di se tra gli altri Salma Hayek, Neve Campbell e (udite udite) Mark Ruffalo!