Ieri sera è andata in onda la prima delle due puntate della miniserie di Rai Uno C’era una volta Studio Uno, preceduta da polemiche locali relative ai dati comunicati da Film Commission sulla ricaduta che la miniserie ha avuto sul territorio.
Il Presidente di Film Commission Paolo Damilano ha risposto alle accuse (pesanti: in sostanza l’accusa è di truccare i dati del ritorno economico) con un comunicato decisamente duro:
“In riferimento a quanto richiesto dal Senatore Airola nel corso di questo week end attraverso i social, confermo che la fiction realizzata dalla casa di produzione Lux Vide e Rai Fiction con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte è stata girata per 6 settimane sul territorio piemontese, con una ricaduta di 1.337.624 (come descritto nel nostro comunicato stampa del 10 febbraio), coinvolgendo troupe di produzione, comparse, scenografi, costruzioni, macchinisti, set dressing, troupe trucco e parrucco, attrezzeria di scena, elettricisti, operatori, reparto suono, troupe trasporti, costi location esterni, veicoli di scena, viaggi e soggiorni.
La Fondazione Film Commission Torino Piemonte è comunque disponibile a dare qualsiasi altro tipo di informazione al Senatore Airola, o a chiunque avesse necessità di ulteriori chiarimenti presso gli Uffici di Via Cagliari, così da non dover rispondere a incontrollate insinuazioni lanciate attraverso canali mediatici.
Si desidera inoltre esprimere tutto il possibile dissenso nei confronti dei commenti poco correttamente esposti dalla signora Marzia Milanesi .
La predetta, che si rammenta fino all’anno 2014 ha ricoperto l’incarico di ufficio stampa percependo dalla Fondazione ampi emolumenti, nel corso del week end si è unita al coro delle insinuazioni nei confronti della Film Commission.
È noto come già da tempo la signora Milanesi utilizzi i social per mettere in cattiva luce la Fondazione.
Nella speranza che tale comportamento non derivi dal livore che la signora nutre nei confronti della Film Commission Torino Piemonte, livore improvvisamente nato a seguito della conclusione del suo rapporto di lavoro, ci si riserva il diritto di tutelare legalmente la correttezza, la professionalità e l’onorabilità dell’operato della Fondazione, del suo Presidente, di tutti i funzionari, dei dipendenti e dei collaboratori, nei confronti di chiunque vi getti discredito o comunque tenti di infangare il grande impegno profuso a favore del Territorio”