Perchè il sistema dell’arte contemporanea è così lontano dalla gente? L’arte non dovrebbe parlare a tutti? Se sono un artista (o anche solo ritengo di esserlo) come posso fare ad esporre il mio quadro? Come posso far accadere che sia il mio vicino di casa a decidere se gli piace il mio lavoro e non un supercritico ed una supergalleria? Che spazio hanno pittori, poeti, scultori, musicisti non riconosciuti dai circuiti ufficiali? A tutte queste domande prova a rispondere (o quantomeno se le pone – che è già un bel punto di partenza) Agata pensaci tu, il film diretto da Luigi Mezzacappa, scritto da Daniele D’antonio e realizzato dalla Tribù del Badnight Cafè.
Tutto parte da Carini, dove un gruppo di amici artisti si è scocciato di creare arte e farsi i complimenti a vicenda. Vorrebbero che i loro lavori fossero visti anche dal pubblico, dalla gente, ma in Sicilia è impossibile esporre se non sei un artista riconosciuto. Ecco allora che entra in gioco Agata, cugina di uno degli artisti in questione, che vive a Torino. Certo, fa la cassiera in un supermercato, ma vuoi mettere il movimento artistico che c’è a Torino!
Così Agata riceve il quadro del cugino, se lo mette sottobraccio e, senza alcun contatto e senza alcuna conoscenza, prova a presentarsi nei luoghi dell’arte torinese per chiedere che il quadro del cugino venga esposto. Ne nasce un lunngo e desolante viaggio tra musei, gallerie d’arte, truffatori, piazzisti, dipendenti comunali esaltati. Agata scoprirà che se non sei un artista riconosciuto (o se non paghi) è impossibile che il tuo lavoro di artista arrivi al pubblico. Quantomeno tramite i canali ufficiali, quantomeno tramite il sistema dell’arte riconosciuto, quantomeno a Torino (magari a Berlino…)
Poi però Agata scopre che c’è un’altra strada, una strada che salta un passaggio (anche più di uno) e fa parlare gli artisti direttamente con la gente. E questa parte del film lascio che la scopriate da soli.
Il film (ho avuto modo di vederlo prima della prima che si svolgerà al teatro Pertini di Orbassano domenica 18 febbraio alle 21.00 a ingresso libero) è un ottimo spaccato della situazione italiana. Arriva preciso al punto in questione. Racconta esattamente e in maniera chiara quello che vuole raccontare. Ed è anche divertente a tratti, con un paio di sequenze che chi è del settore troverà ben più che amaramente ironiche.
Chi invece del settore non è scoprirà un mondo a cui probabilmente non ha mai pensato (anche due), e potrà anche approfittare di alcuni momenti di importante approfondimento. Ci sono infatti alcune interviste con artisti veri, non attori, che viaggiano sul filo tra fiction e realtà. Nel senso che entrano a pieno titolo nel racconto ma spiegano effettivamente aspetti diversi del mondo dell’arte contemporanea con il volto e la voce reale dei protagonisti. Senza contare che si entra (e non è cosa comune) negli studi degli artisti.
Insomma c’è davvero tanta roba che merita di essere conosciuta. L’appuntamento è per domenica sera ad Orbassano.