Rfid e largo consumo

Via Rfid Italia

L’ultima fatica del Politecnico di Milano, notoriamente attento a monitorare il diffondersi delle tecnologie di mobilità, Wi-Fi e Rfid nelle aziende italiane, è una indagine che come dice il lungo titolo: “Voice Picking, Self Scanning, Rfid: il largo consumo guida l’innovazione”, è mirata al mercato dei prodotti destinati alla grande distribuzione organizzata, dai produttori ai punti di vendita, passando per gli operatori della distribuzione.

I dati sono stati ricavati da casi di studio realizzati in prima persona dal politecnico su 70 produttori, 14 grandi magazzini e 13 operatori logistica e da una indagine Indicod su 168 produttori e 30 soggetti della grande distribuzione organizzata. In totale sono state esaminate 277 aree applicative.

Dall’indagine traspare che l’impiego delle tecnologie Rfid da parte dei produttori è crescente, e non solo sulle linee di produzione ma anche nei magazzini e nei centri di distribuzione interna, com’è il caso di Sony che utilizza sul larga scala i tag a supporto della logistica interna. Ma non in Italia, bensì nel centro di distribuzione olandese di Tillburg, ottenendo importanti benefici anche come riduzione dei furti.

A valle, nella distribuzione, l’impiego dell’Rfid è sempre molto raro, concentrato presso i soliti noti: “I produttori stanno facendo molto per la diffusione dell’Rfid”, dice Alessandro Perego, professore al Politecnico di Milano, responsabile dell’indagine: “Infatti il 9 per cento dichiara di utilizzare i tag sulle proprie linee. Invece, nella distribuzione l’Rfid non decolla e, nel nostro campione, rimane sotto l’1 per cento, nonostante l’esperienza ormai ben nota di Wal-Mart che riporta una riduzione dei fuori scorta di oltre il 30 per cento con punte del 72 per cento nel caso dei nuovi prodotti o dei prodotti in promozione”.