Un ospedale progettato dai tecnici può essere molto efficiente, ma forse anche asettico, freddo. Perché allora non ascoltare e coinvolgere nella scelta chi quell´ospedale lo vive ogni giorno e ne conosce pregi e difetti? Il metodo si chiama processo partecipato ed è la prima volta che la sanità lo adotta, una strada inedita pensata per decidere come sarà e dove troverà posto il nuovo Sant´Anna-Regina Margherita. Se sarà un unico polo e se sarà necessario mantenere fra le prestazioni d´eccellenza solo quelle utili alla ricerca universitaria, dirottando il resto sulla rete sanitaria cittadina.
Il compito di avviare il processo è stato affidato all´Aress (l´agenzia regionale per i servizi sanitari) che due giorni fa ha pubblicato un bando di gara per raccogliere le proposte. Le quali, si legge nel documento firmato dal direttore dell´Aress Oscar Bertetto, dovranno arrivare entro 45 giorni dalla pubblicazione. Le proposte saranno valutate da una commissione e il costo (nel bando non è indicato un tetto per la proposta economica) potrebbe oscillare fra i 50 e 100mila euro. La società vincitrice avrà sei mesi per la realizzazione del progetto con la selezione dei soggetti interessati, almeno 100 persone in tutte le categorie, da coinvolgere nelle interviste e nei focus group.
In autunno dovrebbe uscire la versione finale, l´ospedale “ideale”. Il direttore generale Valter Arossa tenta una previsione: «Se ci sono i soldi e si decide per una gara europea e realizzazione “chiavi in mano”, fra cinque anni il nuovo ospedale potrebbe essere battezzato».
L´assessore Eleonora Artesio spiega che l´idea di ricorrere ad una decisione partecipata «è legata al grande ruolo simbolico e sociale del polo materno-infantile. Parliamo di donne e di bambini, è giusto che in un´epoca in cui si cerca di assegnare un ruolo sempre maggiore all´umanizzazione, ci sia un coinvolgimento il più ampio possibile».
Nel bando dell´Aress sono comunque stati fissati sette punti ai quali la società che presenterà il progetto dovrà attenersi: dalla validità dell´accorpamento delle funzioni pediatriche e ginecologiche alle ripercussioni che ciascuna delle ipotesi produrrebbe sulla localizzazione dei due ospedali «con particolare riferimento al rapporto di integrazione con l´ospedale Molinette e la Città della salute».