La ricerca a Torino: nuova frontiera di sviluppo per il Piemonte

Da GrandaIn
Nel corso della conviviale rotariana del 10 settembre, presso la trattoria San Bernardo di Verzuolo, il Prof. Antonio Strumia, Direttore dell’Istituto Superiore Mario Boella di Torino, ha illustrato nel dettaglio il mondo della “ricerca” del capoluogo piemontese. Il presidente del Rotary, ing. Mario Piovano, aveva da tempo pianificato l’incontro, trovando l’uomo giusto per un argomento così importante come quello della ricerca vista come sinonimo di sviluppo tecnologico ed umano per un popolo.

Il Prof. Strumia, laureato in Ingegneria Elettronica con lode al Politecnico di Torino con una tesi sui sistemi di codifica e decodifica convoluzionale algebrica ed ibrida per Telecomunicazioni Satellitari, è stato ricercatore all’Istituto di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino. Passato all’industria, ha ricoperto incarichi tecnici e manageriali in CDMT (Inghilterra) e Panseamt (Germania) nel sistema di navigazione di un aereo militare, in Prima Industrie (automazione con robot di taglio e saldatura laser), in Electrolux Zanussi a Pordenone (dove ha partecipato alla ristrutturazione del gruppo Zanussi da parte della svedese Electrolux), nelle cooperazioni internazionali del gruppo Fiat con esperienze industriali nelle società congiunte Fiat – Peugeot e nella ricerca & sviluppo e sistemi informativi in Fiat Auto. Dall’inizio del 2002 è Direttore dell’Istituto Superiore Mario Boella.

Il relatore ha iniziato la presentazione facendo un’attenta valutazione dello scenario competitivo in cui l’Europa si trova oggi ad operare, ha preso in considerazione il profondo cambiamento che l’economia mondiale ha subito dopo il 1989 (dissoluzione Unione Sovietica) e la crescita impetuosa dei Paesi Emergenti BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) in competizione con le aree storiche (USA, Europa, Giappone) ed è giunto alla realistica conclusione che il PIL a due cifre di India e Cina spaventa l’esile 2% dell’Europa.

I costi del lavoro profondamente diversi tra i vari paesi, Germania 35 dollari/ora, USA 30, Italia 28, Cina 4, Vietnam 2, hanno cambiato le storiche geografie produttive, a tal punto da etichettare, ad esempio, la Cina con l’ epiteto di “fabbrica del mondo”.

Gli attuali andamenti mondiali, ha continuato Strumia, sono dominati da elevata innovazione tecnologica (cicli di vita dei prodotti sempre più brevi), globalizzazione spinta, iperscelta (numero enorme di fornitori e prodotti), saturazione dei mercati (è il cliente che domina) e da infrastrutture e servizi più competitivi. Non solo più “Il grande mangia il piccolo” ma “Il veloce mangia il lento” (Pistorio: Presidente onorario della STMicroelettronics).

L’industria si è orientata verso un’ azienda globale, le professioni tendono alla creazione di studi multiprofessionali integrati a Londra, New York o Milano, il discorso annuale del Presidente di IBM (50.000 addetti in India) è stato fatto contemporaneamente in diretta e in Second Life, KODAK subisce la crisi della pellicola con l’avvento fotografia digitale.

L’analisi fatta dal Prof. Strumia riguardo alla percentuale di prodotto interno lordo che viene investita in ricerca, indicata dal rapporto R&D / PIL, Research and Development (Ricerca e Sviluppo in italiano) ed il Prodotto Interno Lordo, riserva all’Italia un’amara sorpresa, come tristemente rivelano i numeri:

USA 2,8%, Giappone 2,8% Europa 1,9%, Italia 1,1%, Finlandia 3,5%, Svezia 3,5%.
I modelli da seguire per fare ricerca ed innovazione in maniera fruttuosa sono noti ai più: Silicon Valley (Standford), Route 128 (MIT), Innopoli (Helsinki), Silicon Wadi (Tel Aviv), Cambridge Network (Cambridge).

Per arrivare ai fatti di casa nostra, Torino può essere considerata una città ad alta densità tecnologica grazie alle attività che orbitano attorno ai principali settori industriali: l’automotive, ICT(acronimo di Information and Communications Technology, cioè Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), l’aerospaziale e la robotica.

Tra centri di ricerca e centri di sviluppo il capoluogo piemontese occupa un elevato numero di ricercatori: Politecnico di Torino (850), Università di Torino (450), CRF (Centro Ricerche Fiat) (1000), TiLab (Telecom – 1000), Motorola (600), CSI Piemonte / CSP (1300), Alenia Aeronautica e Spazio (1000), CRIT (Rai – 100), Istituto Superiore Mario Boella (240), VRMMP (Virtual Reality & Multimedia Park) (50).

L’Istituto Superiore Mario Boella (ISMB) di Torino, sopra citato, diretto dal Prof. Strumia, prende forma nell’aprile 1999 grazie ad un accordo strategico tra Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo per dare propulsione al settore delle ICT. Nel luglio 2000 l’ISMB viene costituito dai soci fondatori: Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino e nel marzo 2001 Motorola, STMicroelectronics, Telecom Italia diventano partner industriali dell’Istituto. Nel mese di dicembre 2001 firma il protocollo d’intesa per il Distretto Torino Wireless ed a gennaio 2003 diventa “Ente Strumentale” della Compagnia di San Paolo. Il trasferimento nei nuovi edifici (4.000 m²) di via Pier Carlo Boggio (sempre a Torino) avviene a Settembre 2003. Nel Marzo 2005 SKF diventa nuovo partner industriale dell’Istituto.

Mario Boella nasce a Genova il 31 gennaio 1905. Si laurea in Ingegneria Industriale sezione elettrotecnica, presso il Politecnico di Torino. Mario Boella ha contribuito in modo significativo alla crescita dell’ingegneria elettronica nell’Italia del dopoguerra. Intuisce le potenzialità della Radiotecnica, una disciplina nata al di fuori e contro gli schemi prevalenti negli ambienti accademici del tempo. Con lo sviluppo di nuovi dispositivi e con le sue ricerche sulla metrologia del tempo e della frequenza è precursore di quello che oggi si conosce come compatibilità elettromagnetica, disciplina al limite fra la fisica e l’ingegneria.

L’Istituto Superiore Mario Boella è oggi, conclude il Prof. Strumia, un Centro di Ricerca Applicato Industriale nelle tecnologie wireless con circa 240 ricercatori occupati, soprattutto, nelle aree di ricerca tra loro sinergiche delle antenne e compatibilità elettromagnetica, navigazione satellitare. Nei laboratori sono presenti i ricercatori dell’Istituto, quelli del Politecnico e dei partners e clienti industriali. Proprio questo schema operativo consente di arrivare a prototipi ingegnerizzati che permettono alle imprese di portare in produzione le innovazioni in tempi più rapidi: oggi la riduzione del tempo di sviluppo è importante quanto il contenimento dei costi.