“Cambiare si può” è lo slogan di GammaDonna il terzo Salone nazionale dell’imprenditoria femminile che si è svolto il 28 e 29 gennaio a Torino. Una due giorni fittissima di eventi e appuntamenti con più di cento relatori e duemila partecipanti con un tema fra il teorico e il pratico: “Economia, Etica, Equilibrio sociale: nuovi paradigmi per la società post-crisi”.
Il filone principale del Salone è stato quello dell’”altra metà del cielo” che dimostra al meglio le sue capacità di creare e gestire le imprese, di cercare di occuparne i posti chiave. Scrive Giorgia Meloni, ministro della gioventù, nell’apertura del programma: ”esiste una giovane classe imprenditoriale che dimostra ogni giorno la propria capacità malgrado la difficile congiuntura economica. Alle donne di questa classe imprenditoriale va il merito di essere già diventate un traino per l’economia, ognuna nel proprio specifico settore”.
Anche la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ha proseguito sulla stessa direzione “Le realtà imprenditoriali femminili sono da alcuni decenni un fenomeno in continua crescita nel nostro Paese e una risorsa economica su cui investire. Le donne dimostrano di avere forti capacità organizzative e gestionali, sanno portare avanti idee che molto spesso si rivelano vincenti per il mercato e sono riuscite nel tempo a conquistare spazi e credibilità anche in settori produttivi riservati per tradizione agli uomini, dall’agricoltura ai servizi”.
Il tema della carriera delle donne manager è stato protagonista del panel “Donne Leader, destinazione CdA” che ha trattato delle difficoltà delle donne ad accedere ai massimi livelli delle carriere, nel settore privato come nel pubblico. L’economista Fiorella Kostoris, presidente del comitato “Pari o Dispare”, una vera authority contro le discriminazioni nei confronti delle donne, ha presentato una ricerca del comitato riguardante 90 società quotate. In queste, la presenza femminile nel cda è pari al 5%. Percentuali lontane dal 12,2% della Gran Bretagna e dal 40% della Norvegia. Le aziende nel cui cda non figura nemmeno una donna sono il 62%. “L’iniziativa di Pari o Dispare – ha spiegato la Kostoris – si propone di applicare il sistema del ‘comply or explain’, affinché al momento della composizione delle liste per le votazioni in assemblea si prenda in considerazione l’inserimento di un numero di donne proporzionato ai talenti”.
La prima giornata si è chiusa al Conservatorio di Torino con la consegna del Premio GammaDonna/10 e Lode, che ha avuto l’obiettivo di porre in risalto la capacità imprenditoriale femminile sia come espressione di creatività innovativa nel dare vita a nuove imprese, sia nel saper introdurre soluzioni originali e significative. Vincitrici dell’edizione di quest’anno sono state Luciana Delle Donne, Sara Mantero,Lucia Pannese, Cristiana Poggio e Marta Vallino. Menzione speciale del Ministero della Gioventù per Tiziana Fara. Altre due menzioni speciali a Manuela Arata e Maria Paola Profumo.
Le vincitrici del Premio GammaDonna/10 e Lode sono anche state protagoniste nel pomeriggio della tavola rotonda “Storie di straordinaria Imprenditoria”, nella quale hanno raccontato al pubblico la propria esperienza umana e professionale.
Interessante il racconto di Luciana delle Donne dell’Officina Creativa di Lecce, che ha dichiarato che “L’innovazione è sempre la creatività applicata al buon senso. La cosa importante è avere la sensibilità di capire ed intuire l’evoluzione dei mercati e la possibile creazione di strumenti utili per la soddisfazione dei bisogni”.
Da questo modo di essere è nata l’idea di “Made in Carcere”, progetto che prevede la realizzazione di borse in tessuto confezionate da donne ai margini della società come le detenute che, oltre a imparare un mestiere, costruiscono un percorso di riavvicinamento al mondo reale. I prodotti sono realizzati utilizzando materiali di scarto.