Perche` non do la mia fiducia a Letta

Caro Signor Presidente del Consiglio,
e` lodevole il suo desiderio di ridurre l’austerita’ . Purtroppo ho seri dubbi circa il fatto che questo vostro intento conduca ai risultati sperati.
Qualora vogliate ridurre l’avanzo primario rispetto a quanto prospettato dal governo uscente – lo volete davvero? – non farete che fornire un analgesico ad un malato grave, senza pero’ curare il male che lo affligge. Il male si chiama competitivita` dei prodotti italiani. Voi immettereste maggiore domanda nel sistema e questa finirebbe in parte considerevole all’estero, peggiorando i nostri saldi commerciali ed il nostro indebitamento privato e pubblico con l’estero. E` questa la soluzione? No. Questo e` un modo per indebolire il paese ulteriormente.
Se non si aggiusta il cambio reale dell’Italia, non si esce da questo vicolo cieco.
Il cambio reale va aggiustato con seri negoziati con le nostre controparti europee, non entro ora nei dettagli tecnici, ma sono disposto a fornirveli come e quando li richiediate. Detti negoziati pero’ non possono essere fine a se stessi, ne’ possono essere una tela di Penelope, che non finisce mai. Deve essere chiaro che per noi questo riaggiustamento del cambio reale e` una condizione imprescindibile, essendo l’unico modo a nostra disposizione per rimettere sui binari questo paese. Deve essere chiaro che noi siamo disposti a trattare sul come, ma non sul se.
L’idea che si possa guadagnare competitivita` riducendo i salari non sta in piedi. Ridurre i salari vuol dire ridurre il PIL e far peggiorare tutti gli indicatori su cui veniamo regolarmente giudicati. Vorrebbe dire darsi la zappa sui piedi.
Non vi diamo la fiducia perche` da voi non abbiamo sentito chiare parole circa la necessita` di avere una Banca Centrale che acquisti i nostri titoli pubblici senza porre condizioni assurde, venendo ad eliminare l’onere per interessi che oggi ci attanaglia.
Lo fa la FED, lo fa la Banca d’Inghilterra, lo fa la Banca del Giappone, perche’ non puo’ farlo la nostra Banca Centrale? Che Banca Centrale e` una banca che sidisinteressa dell destino della nostra economia? Lo statuto della BCE va cambiato urgentemente. Attualmente e’ privo di senso. Non ci sembra che voi vogliate impegnarvi in tal senso. Come possiamo allora darvi fiducia?
PRIVATIZZAZIONI
Per allentare l’austerita` sentiamo parlare di utilizzare i proventi di privatizzazioni (ENI, ENEL, Finmeccanica, ecc). Ovviamente questa e` una strategia perdente. Non solo e non tanto perche` l’esperienza insegna che molte privatizzazioni risultano nella creazione di tasse occulte sui cittadini/utenti, ma soprattutto perche’ queste privatizzazioni finirebbero per peggiorare la posizione netta sull’estero del paese, peggiorando le condizioni di indebitamento dello stesso. Chi comperera` le nostre municipalizzate e quanto resta del patrimonio pubblico lo fara` per portare all’estero dei dividendi. Peccato che gli effetti dei dividendi o degli interessi passivi sulla nostra bilancia dei pagamenti siano uguali. Sia gli uni che gli altri quando aumentano rendono la nostra capacita` di servire un debito minore ed i mercati lo sanno, punendo i paesi con posizioni nette sull’estero negative. Inoltre ora e` un momento in cui si vende male.
Non possiamo dare la fiducia ad un governo che vuol privatizzare e privatizzando, ci impoverisce e  ci espone ancor di piu’ alle bizze dei nostri creditori.
SISTEMA BANCARIO
Il sistema bancario attualmente presenta rischi notevoli, crea rischi non necessari.
E` urgente pensare ad una riforma del sistema bancario e finanziario. Essa dovra` includere una divisione netta tra banca commerciale e banca d’affari. Solo cosi’ possiamo evitare che i risparmi delle famiglie siano utilizzati dalle banche per operazioni speculative, per esse molto remunerative, ma per il sistema molto rischiose. Dobbiamo altresi’ evitare che possa succedere che la Banca Centrale presti denaro alle banche perche’ lo trasferiscano alle imprese e queste lo utilizzano per operazioni con prodotti derivati, finanza strutturata, materie prime ed altre attivita` speculative.
Questa non e` una delle vostre priorita`, ma questa e` una priorita` per il paese con puo’ continuare a pagare  il prezzo di speculazioni fatte da pochi per il loro esclusivo vantaggio. E’ anche per questo che non possiamo darvi la fiducia.
Riassumendo: vi disinteressate della competitivita` del paese e del nostro cambio reale e quando ve ne interessate, ve ne interessate in modo sbagliato, non vi date urgentemente da fare per riformare la BCE, come sarebbe invece indispensabile, volete vendere a stranieri le nostre imprese, creando solo nuovi problemi e non fate nulla di serio per riformare quel sistema finanziario causa di questa crisi tremenda. Pur con tutta la simpatia che possiamo avere per lei, come potrei darle la fiducia?

Autore: Gustavo Rinaldi

Nato a Torino nel 1967, la sua prima maestra e` stata una vittima delle repressioni bolsceviche, Maria Bruch. Ha frequentato sia la scuola pubblica che quella dei Gesuiti. Come volontario ha promosso prima una raccolta carta e poi la riorganizzazione del gentro di formazione agricola di Andriamboasary in Madagascar. Ha fondato l'associazione Enthusiasmus che per piu' di dieci anni si e` occupata di formazione politico-sociale dei giovani, permettendo a molti giovani di conoscere il mondo esterno ed a qualcuno/a di trovare moglie o marito. Nel 1991 e` stato testimone oculare dei moti di piazza che a Leningrado si opponevano al tentato golpe anti-riformatore. Nel 1994 si e` laureato in economia con Sergio Ricossa ed ha prestato servizio presso l'Istituto Penale Minorile "Ferrante Aporti", occupandosi dei denari e delle spese dei detenuti. Dal 1995 ha iniziato a lavorare per diversi progetti di valutazione e formazione promossi dall'Unione Europea e da altri enti nell'ex Unione Sovietica. Nel 2000-2001 e` stato consigliere economico del governo della Georgia. Nel 2006 ha conseguito il Ph.D. in economics all'Imperial College dell'University of London. Ha lavorato come economista per l'Institute of Alcohol Studies di Londra. Dal 2008 lavora per l'universita' di Torino dove oggi insegna public economics; insegna inoltre fundamentals in mathematics ed economics for managers ad ESCP-Europe.