Da chi comanda a Torino al Futuro di Torino: un dibattito il 22 giugno

In occasione della presentazione del libro Chi Comanda Torino,  venerdì 22 giugno, alle ore 18.15 alla libreria Belgravia di via Vicoforte 14 d si terrà un  dibattito pubblico sul Futuro di Torino.

Oltre all’autore del libro, il giornalista Maurizio Pagliassotti, partecipano:

  • Davide Gariglio, consigliere regionale del PD
  • Michele Curto, segretario cittadino di SEL
  • Chiara Appendino, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle
  • Vittorio Pasteris, condirettore di Quotidiano Piemontese
  • Rossana Beccarelli, direttrice sanitaria e fondatrice della lista civica Coscienza Comune
  • Lino Sturiale, regista e docente del Politecnico di Torino

Gli interventi sono coordinati da Riccardo Castagneri, direttore del quotidiano online Articolo Tre


Caro Fassino: ci può aggiornare sulla situazione del debito del comune di Torino ?

Carlo Manacorda sullo Spiffero pone delle importanti domande a Piero Fassino sui conti del Comune di Torino

Ecco alcune cose che mi piacerebbe che Lei dicesse, per iscritto, a tutti i cittadini torinesi. Leggi tutto “Caro Fassino: ci può aggiornare sulla situazione del debito del comune di Torino ?”

Caro Passoni a Torino non mancano le idee, basta guardarsi intorno fuori dalle solite cricche

Nei giorni scorsi l’assessore al bilancio del Comune di Torino Gianguido Passoni ha rilasciato una dichiarazione che dimostra che vive poco la città

( a Torino ) “Non mancano solo i soldi, ma le idee». L’assessore al Bilancio del Comune, Passoni, è convinto che a dieci anni da Torino Internazionale serva un nuovo tavolo di confronto, non per discutere come spendere i quattrini, ma per confrontarsi su come uscire dalla crisi. “Nessuno propone soluzioni, sento solo silenzio”, sottolinea durante il convegno Economia e crisi: chi paga?. Non è più sostenibile il modello, è necessario sapere con certezza il ritorno degli investimenti in cultura, sport e servizi per capire «quali sono i bisogni reali, qual è la gerarchia.

E qui si rincara

Le cifre sono da brivido: in Provincia di Torino ci sono circa 5500 esodati. Un numero altissimo, forse uno dei più alti d’Italia, qualunque siano le vere cifre che ballano in questa intricata vicenda. Il governo parla di 65 mila persone, e allora il peso del Torinese sarebbe devastante: oltre l’otto per cento per un territorio che pesa come popolazione per poco più del tre sullo scacchiere nazionale. L’Inps ha ipotizzato 130 mila ex lavoratori interessati, e l’impatto di Torino e dintorni sarebbe comunque rilevante – più del 4 per cento – anche se meno massiccio.

Stimiamo Passoni come un politico competente e onesto e grazie alla sua sapienza il bilancio del Comune di Torino è stato salvato dal baratro creativo finanziario lasciato da chi stava prima di lui al suo assessorato. Ma ora occorre cambiare interlocutori, ragionare sull’apririrsi non sul concentrarsi. Evitare i think tank blindati.

Gli converrebbe smetterla di girare le solite parrocchie che detengono oligarchicamente il potere politico, mediatico ed economico e che stanno perdendo drammaticamente il loro potere.

Scoprirebbe molti e moltissimi che hanno un sacco di idee, ma non sono amici degli amici degli amici di quanti dominavano la città. Se vuole possiamo fornirgli degli indirizzi 🙂

Riflessioni sul passato e sul futuro di Torino

Diego Novelli su Nuova Società riflette sugli errori del passato e sulle speranze per il futuro della città

Tre riflessioni rapide su cose lette su “La Stampa” di oggi. Il direttore Mario Calabresi intrattiene i suoi lettori su «decrescita» e «declino», rilevando che un suo commento sul calo dei consumi ed il conseguente danno subito dai commercianti erano da considerarsi fatti negativi. Più che evidente.
La crisi pesante che stiamo vivendo è la causa principe di questo fenomeno. Non basta però invitare i cittadini a consumare di più per difendere meglio i posti di lavoro annessi all’attività commerciale, perché spendere di meno per la stragrande parte degli italiani non è purtroppo oggi «una scelta filosofica» come l’illustre collega considera; ma una costrizione. C’era già Berlusconi che filosofeggiava in questi termini. Abbiamo troppa stima per Calabresi per appaiarlo.
Inoltre non va confusa la «decrescita» con il «declino». Anche in periodo di cosiddetto benessere (che non è dietro l’angolo) si dovrebbe pensare al futuro in termini di uso intelligente del modo di consumare in senso lato. Le Risorse sul pianeta Terra non sono illimitate, mentre il numero di chi ci vive nel volgere di pochi anni sarà più che raddoppiato. Mai come in queste circostanze l’economia dovrebbe camminare di pari passo con la cultura epistemologicamente come scienza del modo di vivere. Serge Latouche, illustre specialista dei rapporti economici e culturali, non è un visionario ed ha dimostrato in recenti suoi saggi «come sopravvivere allo sviluppo», con una «decrescita serena». Istruire al riguardo il grande pubblico di un grande quotidiano non guasterebbe alla salute.
A meno di un anno dalle elezioni amministrative la stella di Sergio Chiamparino (definito a più riprese dalla Stampa «il sindaco più popolare d’Italia») pare si stia un po’ appannando. Nel volgere di pochi giorni i lettori del giornale di via Marenco hanno scoperto improvvisamente che lo sviluppo urbanistico seguito negli ultimi dieci anni non è stato dei più felici, tanto che addirittura il collegio dei costruttori torinesi chiede di contenere al massimo la crescita di nuove abitazioni investendo invece nel risanamento e nel riuso dell’esistente.
Quando da queste colonne di Nuovasocietà avevamo rilevato il dissennato boom di edilizia residenziale e criticato la “febbre da grattacielo”, proprio dalle colonne della Stampa, i laudatori di una malintesa modernità chiampariniana ci avevano accusati di essere dei veteropassatisti.

Torino, il digitale e la Biennale della Legalità

Piero Fassino nella sua giunta ha dedicato poco all’innovazione e al digitale.
In compenso il neo assessore alla Cultura Maurizio Braccialarghe ha proposto di realizzare una Biennale della Legalità.
A Torino c’è già la Biennale Democrazia, su cui ammettiamo avere dei dubbi.
ma anche la Biennale della Legalità in una città in cui ad esempio Libera e Gruppo Abele mostrano già ogni giorno le vie della legalità e i modi di combattere la legalità ci sembra troppo ?
E pensare invece una Biennale per il Digitale ?
Non sarebbe più importante per promuovere il futuro a Torino e di Torino ?

Un viaggio allucinante in treno da Milano a Vittuone, Novara, Torino

Da anni si parla e si legge dei disservizi dei pendolari sulla Torino Milano sia sui treni regionali, diventati nel frattempo “veloci”, sia sui Freccia Rossa. Se pare che sui treni ad alta velocità, ed ad alto costo, le cose pare stiamo migliorando sulle tratte da pendolari “poveri” le cose non sembrano cambiare. Per circa un anno e mezzo ho fatto il pendolare da Torino a Genova. Un viaggio lungo e tortuoso. Un pendolarismo pacioso su una linea non troppo moderna ma paradossalmente abbastanza regolare: Torino, Asti, Alessandria, Appennino, Genova … e ritorno.

Ma sulla TO-MI e MI-TO le cose sono da ben diverse. Un esempio ? Il racconto di un viaggio allucinante da Milano a Torino nella giornata di mercoledì 8 giugno 2011.
Andiamo con ordine: viaggio d’andata regolare su un treno regionale veloce Vivalto. Per i pendolari “professionisti” il Vivalto è considerato un lusso. Carrozze a due piani di fattura recente, non troppo spaziose, ma con prese di corrente e tavolini utili per lavorare, ricaricare cellulare e computer. Leggi tutto “Un viaggio allucinante in treno da Milano a Vittuone, Novara, Torino”

Le profezie di un pensionato torinese

Dei torinesi possono apprezzare al meglio e tradurre certi passi di questo post sul Fatto Quotidiano

“Se Fassino non vince, mi eviro!” In effetti Luigi Pautasso (il nome è ovviamente inventato), politologo piemontese in pectore ed opinionista da fermata del tram, aveva utilizzato una forma espressiva più colorita ed in stretto dialetto piemontese. Era l’inizio delle sue previsioni elettorali mercoledì scorso sotto la pensilina della fermata dei tram a Porta Susa. Stava parlottando con un pari età pensionato di politica e di città e ci siamo fatti coinvolgere dai suoi discorsi dando il meglio del nostro dialetto simil Camillo Benso Conte di Cavour.

“Monsù” Pautasso continuava la sua profezia elettorale: “Come fa Fassino a perdere? A Torino il suo predecessore Sergio Chiamparino piace a tutti soprattutto agli anziani. Poi Fassino è molto conosciuto da tutti. E quel Coppola chi sa chi è? E anche Musy io non so mica chi sia? L’ho visto sui manifesti e in televisione, ma ne so poco. Come faccio a fidarmi?”

E poi ancora: “Fassino non mi entusiasma ma è uno di quelli della vecchia guardia, grossi danni non li farà. Me ne ha parlato bene una signora che abita nell’alloggio di fronte, l’ha visto in giro per Torino. E’ tanto educato”. Ad una domanda diretta su chi avrebbe votato, il fantomatico Pautasso rispondeva in forma interrogativo – depistatoria per poi confessarsi: “Io non vengo mica a diglielo… Ma sì, voterò anche io Fassino. Mio nipote vota invece Beppe Grillo e le sue liste del Movimento 5 Stelle. E’ molto entusiasta, sta facendo anche propaganza per loro. L’altra mia nipote stava con Rifondazione, ma ora penso voti anche lei Fassino. I miei figli non votano più da tempo, mia moglie penso voti anche lei per Fassino, ma a volte non la seguo più dato che sembra apprezzare Berlusconi e la Lega. Io non ci capisco piu niente”.

Le Elezioni a Torino: Fassino favorito e agli altri

Quotidiano Piemontese ha dato spazio a tutti i candidati sindaco di Torino.
Abbiamo preparato 15 domande che abbiamo proposto a tutti i candidati sindaco di Torino. Non è stato semplice riuscire a trovarli tutti, ma è stato un importante sforzo civico per dare informazione ai cittadini torinesi. E’ stato un percorso non semplice perchè abbiamo dovuto seguire molti candidati: in partenza 15, qualcuno è poi stato eliminato dalla commissione elettorale.
E’ stata una bella esperienza umana oltre che professionale. Abbiamo conosciuto “privatamente” i diversi candidati. Ne è venuto fuori un quadro di una città in cui c’è molta voglia di fare politica e di cambiare le cose
Ci è stato impossibile contattare Varlado, con Debetto abbiamo fallito un paio di appuntamenti. I referenti di Fassino ci hanno comunicato che “è impossibile riuscire a fermare il candidato per l’intervista video” e quidi “di inviare le domande in modo da realizzare l’intervista testuale”. Tutti gli altri candidati si sono resi disponibili.
Qui trovate tutte le interviste. Se avete molto tempo potete guardarle direttamente in questo post.

 


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Il 4 aprile si presenta Torino Digitale

Il 4 aprile alle ore 11.30 al Circolo dei Lettori di Via Bogino 9 a Torino sarà presentata ai cittadini e ai mezzi di informazione Torino Digitale. Torino Digitale nasce da una ottima idea di Fabio Malagnino intorno a cui si sono aggregati un gruppo di esperti di cultura e tecnologia digitale torinese.
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Il bilancio di Chiamparino fatto senza pluralismo giornalistico

In un paese anglosassone o in una diversa cultura dell’informazione, ad un incontro organizzato con il sindaco uscente di una grande città per fare il bilancio dei suoi mandati ci sarebbe un pool di giornalisti di diverse testate a a fare serenamente, delle domande a più voci e con diverse interpretazioni. Soprattutto se ad organizzare l’evento sono enti teoricamente super partes che si occupano di informazione come un sindacato di giornalisti e un ordodine professionale. A Torino il sindaco  viene intervistato da un giornalista unico e non propriamente un mastino …  Non che si voglia giudicare il lavoro di Chiamparino, ma solamente l’approccio alle cose.

Martedì 22 marzo, alle 20,30, al Circolo della Stampa, Palazzo Ceriana – Mayneri, corso Stati Uniti 27, Torino, incontro con il Sindaco Chiamparino, “Bilancio di una lunga stagione a Torino” Il sindaco sarà intervistato da Luigi La Spina, editorialista de La Stampa. L’incontro è promosso da Circolo della Stampa, Associazione Stampa Subalpina, Ordine dei Giornalisti.