Le imprese tornano a investire in Piemonte: le previsioni di Api Torino del 2° semestre 2016

api torino

Sul territorio serve ripartire dalla competitività: è quanto emerge dallo studio Api Torino pubblicato nel mese di agosto in cui si fa il punto sul primo semestre e si tracciano le previsioni per i prossimi sei mesi dell’anno in corso.

QUI I RISULTATI DELL’INDAGINE

Pesano ovviamente le incertezze sui mercati internazionali oltre che la Brexit, ma sembra risollevarsi il mercato nazionale. Si tratta  di un cambio di passo rispetto ai primi sei mesi dell’anno che hanno fatto segnare buoni risultati in termini di ordini, produzione e fatturato.

Lo rivela la sintesi della consueta Indagine congiunturale di metà anno condotta dall’Ufficio Studi di API Torino che misura l’incertezza del sistema delle piccole e medie imprese di fronte alla congiuntura.

“I numeri ci dicono che le PMI guardano con grande attenzione alla situazione nazionale e internazionale – commenta il Presidente di API, Corrado Alberto – ma non rimangono ferme e basta. I risultati dei primi sei mesi del 2016 indicano quanto la nostra capacità produttiva sia forte. Le previsioni, e in particolare l’aumento del pessimismo, sono invece il segnale di quanto ancora viviamo in un clima tale da comprimere i programmi di sviluppo. Gli imprenditori sono persone concrete. Non abbiamo bisogno di sostegni ma di una quadro sufficientemente chiaro e stabile nel quale inserire i nostri investimenti. E’ ciò che manca oggi”.

Alberto poi aggiunge: “Guardando a livello più locale, Torino e il Piemonte vivono una stagione di cambiamento istituzionale che può dare buoni risultati. Gli esiti delle elezioni Amministrative hanno dato uno scossone. C’è la necessità di lavorare tutti insieme per accrescere la competitività del Torinese e della nostra regione. Alcuni punti fermi di questo lavoro possono essere la revisione dell’imposizione fiscale locale, il miglioramento della sicurezza, l’attenzione maggiore al sistema viario e infrastrutturale, l’abbattimento degli oneri burocratici e la necessità di prevedere investimenti dedicati allo sviluppo. Abbiamo già verificato alcune importanti aperture. Ci aspettiamo molto e siamo pronti a dare molto in termini di progettualità e di impegno”.

LE PREVISIONI PER LA SECONDA PARTE DEL 2016

Più Europa, meno Mondo. Pur attendendosi un peggioramento rispetto alla prima parte dell’anno, secondo le attese formulate dagli imprenditori torinesi, nei prossimi sei mesi il mercato europeo sarà ancora decisivo per limitare gli effetti di una fase congiunturale prevista in rallentamento. Diminuisce l’occupazione. Nel mercato del lavoro è prevista una nuova contrazione: secondo le previsioni raccolte tra le PMI torinesi l’8,3% degli imprenditori avvierà nuove assunzioni, mentre per il 10,8% i livelli occupazionali saranno in calo. Il saldo previsionale è negativo pari a -2,5% (contro il precedente saldo previsionale pari a -7,1%).

Rallenta l’uso degli ammortizzatori sociali. Si conferma la fase di rallentamento del ricorso agli ammortizzatori sociali. Tuttavia, il picco più basso potrebbe già essere stato raggiunto (9,3% delle imprese, consuntivato a giugno 2016) e nella seconda parte dell’anno si potrebbe assistere a un lieve aumento del loro impiego (11,5%).

Ma si è pronti ad investire. Migliorano le intenzioni di nuovi investimenti: il 45,7% delle imprese ha dichiarato di voler effettuare investimenti; ma il 34,2% di chi non vuole investire ritiene il livello di incertezza ancora troppo elevato. Crescono anche le previsioni di ricorso al debito bancario di medio-lungo periodo, anche se il 55,2% delle aziende ricorrerà all’autofinanziamento.

L’ANDAMENTO NELLA PRIMA PARTE DEL 2016

Il 2016 è iniziato in controtendenza registrando, rispetto alla seconda parte dell’anno scorso, un incremento dei livelli di produzione, ordini e fatturato. Rimangono tuttavia alcuni elementi di incertezza anche per il primo semestre dell’anno.
Quasi quattro anni di instabilità. Gli imprenditori segnalano elementi di preoccupazione per il contesto di assoluta incertezza in cui si trovano ad agire. Dalla metà del 2013, infatti, nell’area torinese si assiste a periodiche e rilevanti fluttuazioni congiunturali, che restituiscono un quadro economico complessivo ancora molto instabile.

Soffrono di più le piccole aziende. Ancora un’azienda su quattro continua a segnare performance negative; ciò riguarda, in particolare, le imprese con meno di 20 dipendenti e un raggio di azione limitato al mercato domestico.
Portafoglio ordini limitato. La composizione degli ordini risulta ancora concentrata su una durata molto ridotta. Il 53% degli ordini raccolti dalle imprese torinesi si esaurisce entro un mese.

Bene la manifattura. Il settore manifatturiero segna un aumento del saldo di produzione che, dal precedente +9,2%, a metà 2016 balza fino al +35,9%. Ma la situazione positiva non vale per le imprese più piccole e nemmeno per quelle che operano limitatamente al mercato nazionale. Il livello di saturazione degli impianti si ferma al 71,5%.

Ancora troppi ritardi nei pagamenti. Quello dei ritardi di pagamento rimane un fenomeno ancora molto diffuso, che nella prima parte dell’anno ha colpito il 75% delle imprese torinesi. Il ritardo medio osservato a metà 2016 è pari a 193 giorni, pressoché invariato rispetto ai 197 giorni di fine 2015.

Gli investimenti sono cresciuti. Nei primi sei mesi del 2016 il 70,5% delle imprese ha dichiarato di aver avviato nuovi investimenti. In aumenti gli investimenti “materiali”, stabili quelli “immateriali”.