Sindaci d’Italia proprietari dei cani abbandonati nei loro Comuni

Un cane abbandonato e randagio in un determinato Comune è di proprietà del sindaco di quel Comune. La legge 281/91 per la tutela e il benessere animale, contenuta nella L.R. 16/2006 e nel successivo Regolamento di attuazione, stabilisce che il sindaco è tenuto a garantire il benessere dell’animale accalappiato nel suo Comune. Il primo cittadino, quindi DEVE tutelare il cane in qualche modo, anche affidandolo ad una struttura di accoglienza, ad un canile convenzionato accertandosi delle condizioni in cui versi il canile stesso.

Pena, nel caso non lo faccia, la possibile imputazione penale per omissione di atti d’ufficio e maltrattamento. Detto questo, Chiliamacisegua, neo associazione di volontari animalisti, suportata da avvocati civilisti e penalisti, ha recentemente chiesto ai sindaci del Bel Paese l’applicazione di tale legge a cui nessun primo cittadino deve sfuggire.Che sia necessaria una legge del genere per obbligare le persone a prendersi cura degli animali è già vergognoso, soprattutto in una Italia che si definisce civile e di buon senso, ma visto che la situazione sta così e che, a quanto pare, siamo un popolo poco evoluto da questo punto di vista, che legge sia, ma soprattutto che applicazione della legge sia!

Di canili lager la bella penisola è tristemente piena, ragion per cui è ora (ma non lo è solo a adesso, già da sempre) di dire basta a gran voce e Chiliamacisegua scrive, nella propria richiesta, la pretesa dell’applicazione di tale legge. Anche perché che senso ha elaborare leggi senza applicarle nel quotidiano?

Purtroppo il giro d’affari che ruota attorno al randagismo, ai canili privati e pubblici, che ricevono sovvenzioni statali per il mantenimento dei cani è molto elevato e complesso. Chiliamacisegua stima in 500milioni di euro tale giro.

L’onorevole veronese Francesca Martini, assessore alle Politiche Sanitarie della regione Veneto, nonché curatrice, insieme a Michela Brambilla, ex ministro del Turismo e presidente Leida, lega italiana per la difesa degli animali, dell’ordinanza sugli standard di benessere degli animali nei canili sta convocando i vari sindaci per fare il punto della situazione Comune per Comune.

Quale fotografia dell’Italia a 4 zampe verrà scattata da questa indagine, è ancora da vedere, ma i primi risultati non fanno sperare in termini di civiltà, umanità e compassione.

Gli uomini, di qualsiasi età ed epoca, purtroppo chiudono gli occhi spesso per non vedere e dimenticano ancor più spesso. Invece di evolvere verso una società più consapevole e rispettosa dei diritti di tutti (indipendetemente dalla specie di appartenenza) si involve a grandi passi e le lezioni che noi dovremmo imparare, viste le esperienze passate, le tragedie, le guerre, le violenze di ieri e di oggi, non insegnano perché non c’è peggior sordo di chi non vuol udire e peggior allievo di chi non vuole imparare!