UE: 160,6 milioni di euro per progetti Life

environmental-protection-326923_640La Commissione europea, nell’ambito del programma Life 2014-2020 ha approvato  un pacchetto di investimenti di 264,8 milioni di euro che saranno destinati per il sostegno dell’ambiente, della natura e della crescita verde in Europa.

Il programma Life, nato nel 1992,  è lo strumento finanziario dell’Ue per l’ambiente e l’azione per il clima. E il clima e l’ambiente sono punti strategici sui quali l’Unione europea vuole investire molto nei prossimi anni. Il programma LIFE ha una dotazione finanziaria per il periodo 2014–2020 di circa 3,4 miliardi di euro e include un sottoprogramma Ambiente e un sottoprogramma Azione per il clima.

Nei giorni scorsi sono stati approvati  96 progetti nuovi che coinvolgono 21 Stati membri: i progetti riguardano azioni per l’ambiente e l’efficienza delle risorse e sostengono la transizione verso un’economia più circolare e sostenibile, la natura e la biodiversità e la governance e l’informazione in materia di ambiente. L’UE cofinanzierà i progetti stanziando 160,6 milioni di euro.

I progetti italiani sono 21, per 39,3 milioni di euro e tra questi voglio citare il Life stop Vespa dell’Università di Torino.

Per vedere le call aperte e quelle che si apriranno vi consiglio di visitare il sito:

http://ec.europa.eu/environment/life/index.htm

Città verdi europee

59823341E23749249E2CF98389E508EDPer la giornata mondiale dell’ambiente voglio parlarvi delle Capitali e città verdi europee: la Commissione europea ricerca infatti le città europee più verdi.

Dodici i parametri di valutazione: contributo locale alla lotta contro i cambiamenti climatici; trasporti; aree verdi; rumore; produzione e gestione dei rifiuti; natura e biodiversità; aria; consumo di acqua; trattamento delle acque reflue; ecoinnovazione e occupazione sostenibile; gestione ambientale delle autorità locali e prestazione energetica.

Essere capitale o città verde non comporta solo un un titolo onorifico, ma porta a vantaggi quali l’incremento del turismo;  una copertura positiva sui media internazionali per un valore di milioni di euro; la crescita del profilo internazionale della città, del networking e delle alleanze;  nuovi posti di lavoro, poiché le Capitali verdi attraggono investitori esteri; una maggiore enfasi sui progetti ambientali tramite sponsorizzazioni e sovvenzioni;  la partecipazione alla rete delle Capitali verdi europee.

La novità è che nella categoria della “capitale verde” per il 2018 gareggiano tutte le città sopra i centomila abitanti, mentre in quella della “foglia verde europea” o “european green leaf’ (EGL), aperta per il 2016, potranno concorrere tutte quelle con una popolazione fra i ventimila e centomila abitanti.

Per presentare la candidatura del proprio comune si può andare sul sito:

http://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/applying-for-the-award/index.html

 

Al bando le borse di plastica inquinanti

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L’Unione europea viene spesso vista dai cittadini come un ente lontano, che nulla ha a che vedere con le persone, ma essa spesso influenza le vite degli europei con decisioni assunte dal Parlamento.

Per inaugurare questo mio spazio su Quotidiano Piemontese ho deciso di parlarvi dei sacchetti di plastica, non biodegradabili, quelli che vengono utilizzati al supermercato per riporre la spesa e di cui l’Unione europea ha deciso di limitarne il consumo, portandoli a un massimo di 90 l’anno per persona.

Ho scelto questo esempio perchè si tratta di una decisione che avrà effetti concreti sulla salvaguardia dell’ambiente e perchè mette in luce una buona pratica italiana.

I sacchetti di plastica sono infatti estremamente inquinanti, difficili da smaltire e si trasformano in killer nei fiumi, mari e oceani e vengono utilizzati in quantità spropositate, basti pensare che ogni anno in Europa sono più di 8 miliardi le borse di plastica che si trasformano in immondizia.

Tra i cittadini europei esiste una forte disparità nel consumo di questi sacchetti, si va dalla virtuosissima Danimarca, in cui il consumo pro-capite annuo è di 4, alla Polonia dove se ne consumano più di 400 a testa. Ma in questo campo l’Italia si è dimostrata da tempo virtuosa ed è stata capofila in questa iniziativa, premendo affinchè anche gli altri Paesi si adeguassero.

A nulla sono valsi i tentativi di Germania e Inghilterra di rimandare la decisione, in particolare la Germania riteneva che sarebbe stato penalizzato il suo indotto ricavato dal riciclo dei rifiuti a favore del settore dei sacchetti biodegradabili, dove l’Italia si distingue.

Non utilizzare le buste di plastica è conveniente (si possono comprare delle buste di tela e riutilizzarle tantissime volte) e fa bene all’ambiente.