L’incubo della coppietta spiata è solo la punta dell’iceberg. Dall’amor di gossip erotico-sentimentale alla curiosa morbosità per tutte le storie e storielle di sesso e torbidi giochi libidinosi fino all’occhio infilato nel buco della serratura di qualche focosa camera da letto il catalogo degli esercizi da guardone è vasto. Con la scusa dell’indignazione non ci facciamo scappare la notizia e, anzi, giriamo il dito nella piaga elaborando ipotesi e sviluppi.
D’altra parte l’inclinazione al voyeurismo è favorita dal bombardamento di occasioni. I salotti buoni della tv ci sguazzano. La cronaca è piena di tormentate vicende carnali. E pure la classe politica offre grandi contributi ai voluttuosi appetiti di cosucce hard.
Peraltro abbiamo conoscenza di manifestazioni altrettanto abnormi di esibizionismo, anche del più squallido. E comunque di un’inclinazione diffusa al costume sbracato e osé.
Escludo ogni riferimento a condizioni drammaticamente morbose, a devianze che si esprimono con terribili perversioni. Le patologiche, delicate e complesse cause psico-fisiche scatenanti certi disturbi della personalità e aberrazioni sessuali è terreno che merita ben altra sensibile attenzione e conoscenza.
Mi fermo alla smania sessuale diffusa, a quel prurito che acchiappa più tifo del calcio, a quella fregola pecoreccia che ci distrae da tutto.
Qui non si fa moralismo ipocrita, per carità. Evviva la natura e il trionfo dei sensi, il felice accoppiamento, la goduria dei brividi sulla pelle! Ma l’aspetto sociale e culturale sono altra cosa, signori. Non si può condannare il sesso ma si può osservare con qualche apprensione il fenomeno dello squilibrato delirio collettivo. Un nuovo oppio. Quello della mentalità “liberata”, forse.
Sdoganata pure la danza dei vecchi su giovani e avvenenti corpi di donzelle a caccia di un posto al sole a qualsiasi costo, non ci restano molte frontiere da sfondare in verità. Non so se la realtà supera l’immaginario erotico o viceversa ma, comunque sia, dubito sia solo un naturale istinto la fregola sovrana. Altrimenti potremmo mandare a farsi fottere (chiedo venia per i termini ma sono decisamente calzanti!) gli ideali, il raziocinio, le passioni civili, le aspirazioni artistiche, l’impegno sociale, la dedizione intellettuale. E pure i sentimenti, forse.
Secondo me questo nuovo oppio ha una funzione sfibrante, vuole irretire e sviare. Una pornografia che narcotizza il pensiero.
Ci manca solo che la dimensione del pene o la misura del reggiseno sia il moderno test di intelligenza, l’indice di capacità o adeguatezza o virtù. O che il numero di partner con i quali si è consumato appagante congiungimento sia titolo di merito per ambiziosi traguardi…