Etica del tradimento

Prologo

L’impresa è quasi titanica perché il fedifrago è un essere odioso, falso, pavido, irrispettoso, opportunista, camaleontico…e, schiettamente, fa rivoltare lo stomaco.

Ma ci sono casi commoventi di evasioni per disperazione, ammettiamolo. E, comunque le corna sono con noi, in noi o su di noi. Comunque la pensiate, insomma, fanno parte del nostro orizzonte probabile. Come tentazione, spada di Damocle, esperienza dolorosa o squallido exploit di trasgressione.

Potessi dunque bollerei il tradimento d’infamia e chiuderei l’argomento a chiave nel ripostiglio degli umani orrori. Ma la realtà incombe e, per quanto fortunatamente non ho conoscenza diretta e personale di simile onta, non posso chiudere gli occhi e far finta di non vedere il balletto di cornuti e infedeli. La storia e la vita ce ne hanno consegnato esempi illustri, potenti, clamorosi e l’esercizio della tresca è universale, trasversale, perversamente democratico.

Troviamo vittime e carnefici tra i giovani come tra i vecchi, tra i belli e tra i brutti, nelle fila dei poveri e nei salotti dei ricchi. L’attentato alla fedeltà può sfiorare o colpire il cuore di tutti. Come una maledizione. O come un’inclinazione invincibile della natura.

Verificata quindi l’impossibilità di vincere la guerra con le corna possiamo almeno condurre una battaglia di rigore per un codice di decenza che ne attenui la villana essenza.

Scrivo serenamente perché non ho l’animo in subbuglio: non sono stata tradita o ignoro di esserlo stata, che meraviglia! E non ho neanche la patente di adultera quindi non ho polvere da nascondere sotto il tappeto o giustificazioni da cercare.

Ma non per questo mi pongo qui come maestra davanti al pubblico di allievi, per carità. Anzi! Questo codice lo scriveremo insieme, a decine, centinaia, migliaia di mani. A puntate, dibattito dopo dibattito.

Ci sarà spazio per chiunque abbia buoni consigli, illuminanti chiavi di lettura, graziosi aneddoti, speciali lezioni da offrire. Per chiunque voglia confrontarsi con questa grande avventura, non di piacere carnale ma intellettuale s’intende…

Scopriremo che potremo amplificare all’infinito le riflessioni perché il tradimento coinvolge sentimenti, relazioni, attitudini, valori. In amore, in amicizia, nei rapporti sociali. Forse ritrovarci periodicamente qui, talvolta con lievità, qualche volta con serio spessore e sempre con vivace passione e acutezza di spirito potrà portarci al compimento di un’opera preziosa per la biblioteca umana e civile collettiva.

E, lo so, faremo molto più di un vademecum di bon ton applicato alle infedeltà, affronteremo le presunte o reali differenze emotive tra metà del cielo, indagheremo impietosamente nelle pieghe delle parole, delle alleanze, degli impegni. Forse capiremo che il traditore è spesso infedele innanzi tutto a se stesso…O, chissà, che la coerenza cieca è virtù talvolta barbara.

Iniziamo, birichini e frizzanti, con una regola di stile da suggerire al fedifrago di coppia: adottare il minimo sindacale di disciplina ovvero non avviare troppi letti di trattativa, non pronunciare promesse impossibili, non pretendere troppo dall’amante di turno…

E ora meditate, fornite spunti, lanciate provocazioni.

Non solo corna in amore, ecco. La “categoria Etica del tradimento” diventerà un’autentica enciclopedia dei legami, della fiducia, dell’onestà, del coraggio!

Alla prossima puntata.