?La lezione referendaria non è bastata a tutti. Accidenti, quanta arrogante cocciutaggine!
Non tutti gli italiani hanno dimostrato di rispettare il referendum quale essenziale istituto di democrazia diretta.
I sostenitori del si non avevano come controparte quelli del no ma gli astensionisti che, con sprezzo e superbia non hanno neanche ritenuto di doversi adoperare con il voto per difendere le loro posizioni. Credevano non fosse necessario neanche scomodarsi a compiere il tragitto fino al seggio elettorale, pensavano che la vittoria sarebbe derivata dal numero irrisorio di partecipanti insomma. Erano convinti fossimo tutti rassegnati, pigri, disinteressati o sprovveduti probabilmente.
Questo atteggiamento dimostra chiaramente scarsissima considerazione del popolo, delle idee, dell’ordinamento. E, paradossalmente, pessima capacità di tenersi stretto il potere delle decisioni…
Culturalmente siamo ai minimi storici. E il costume riflette una sciatteria che considero irritante e pericolosa. Politici, giornalisti, opinionisti hanno manifestato prima e dopo il referendum la loro noncuranza o la loro avversione per l’occasione democratica e civile. Sono signori che esprimono poco riguardo nei confronti del popolo sovrano e non si preoccupano neanche del giudizio che da ciò è maturato o maturerà sul loro conto.
Mi rivolgo a loro perché smettano di sputarci addosso la loro strafottente boria. E perché ricordino che la batosta del quorum (e del risultato) è la prova clamorosamente lampante della loro insufficiente intelligenza politica. Perché la politica ha prodotto ciò che il popolo ha bocciato. Perché la politica non ha intuito che il popolo avrebbe saputo reagire. Perché la politica non prende sul serio neanche il bisogno di “fingere” le buone maniere.
Ecco, la politica non deve e non può permettersi questa deficienza grossolana.
Tutto sommato lor signori hanno sputacchiato pure su stessi. Si sono scavati la fossa. Non c’è destra e non c’è sinistra, l’avrete capito. Di questa inadeguatezza è responsabile personalmente chiunque non abbia onorato questo appuntamento con le urne. Tutti quelli che non l’hanno voluto e sostenuto. Tutti quelli che hanno cercato di affossarlo o oscurarlo. Tutti quelli che ancora oggi fanno spallucce.
Per la pubblica decenza varrebbe almeno un mea culpa. Tardivo e inconcludente, d’accordo. Ma sempre meglio del ghigno perpetuo.
Adesso se qualcuno vuole sfilarsi, assumersi la responsabilità di scelte forti, compiere una svolta di coscienza e di ideali non può più perdere tempo. Se non salta subito sul treno del popolo resta a piedi…