A renderli chic ci ha pensato Michelle Obama. Che siano politically correct ce lo dicono quasi tutti i giorni pagine e rubriche su quotidiani e riviste. A dichiararli anche un toccasana per l’economia privata, soprattutto in un periodaccio come questo, si è scomodata persino l’Unione Europea, in fase di definizione della nuova Politica Agricola Comune.
Non c’è dubbio che sia il momento degli orti urbani.
Che si tratti di un fazzoletto di terra in periferia o di una serra con tutti i crismi, di una piantagione di pomodori in terrazzo o di un avveniristico tetto “verde” sopra lo studio di un architetto, l’importante è che siano coltivati a regola d’arte. Perché se giochiamo al bravo ortolano e poi imbottiamo rape e zucchine di pesticidi e diserbanti chimici, allora è meglio che continuiamo a comprare il minestrone surgelato al supermercato…
Per chi vuole avvicinarsi al mondo dell’orticoltura o, già con una certa esperienza alle spalle, vuole migliorare il suo raccolto di frutta e verdura, ci sono a Torino alcune iniziative interessanti.
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