E’ nata Pro Natura Alta Valsusa, ecco la presentazione:
L’idea ci è venuta chiacchierando in una trattoria tra alcuni amici. In coincidenza,ci teniamo a dirlo, con la recente scomparsa di Silvio Durante, un amico e un grande protagonista della cultura ambientale alto valsusina dal quale vorremmo che il nostro progetto traesse ispirazione. Abbiamo quindi parlato con altri amici, provando a comunicare l’intenzione di aderire ad una associazione ambientalista strutturata e riconosciuta.
Un’entità che ci fornisca quegli strumenti necessari alla tutela e al miglioramento ambientale del territorio dell’Alta Val di Susa. Terra che appartiene a tutti noi, per la quale chiunque la abiti o la frequenti, ha in fondo la consapevolezza che vada salvaguardata. L’Alta Val di Susa è un territorio di montagna che ha subito nel bene e nel male trasformazioni molto forti negli ultimi 50 anni.
Da una parte suscitando il riscatto per la poverissima economia locale preesistente, dall’altro però inserendo contraddizioni, sfruttamento intensivo del territorio, infrastrutture che hanno invaso pesantemente il suo ambiente alpino.
Per questo progetto abbiamo scelto ProNatura Piemonte, una forma di aggregazione spontanea di cittadini che hanno a cuore il territorio e l’ambiente in cui vivono. Il nostro obiettivo è contribuire partecipando alla vita pubblica delle realtà locali con proposte costruttive. E’ naturale che le proposte in alcuni casi dovranno partire da inchieste, denunce o segnalazioni. In questo senso cercheremo di smentire il luogo comune che associa una denuncia ambientale alla cultura del “no” del “non si può fare fine a se stesso”. Spesso è proprio dalla critica e dalla correzione degli errori presenti che si costruisce lo spazio per virtuosi progetti futuri. Cercheremo sempre di farlo nel rispetto degli interessi di questa collettività nel suo insieme.
Situazioni in contrasto con la tutela ambientale del territorio, la cura della montagna, la prevenzione del dissesto idrogeologico sappiamo che sono un danno all’intera comunità a prescindere dalle differenze negli stili di vita o nel pensiero politico. Speriamo che mettendo in chiara luce queste tematiche si possa suscitare finalmente un dibattito sul futuro del turismo nella nostra valle. Un turismo che non deve per forza essere “questo turismo”, può essere anche un “altro turismo”.
Può essere un turismo che “capitalizza” nel miglior modo il proprio patrimonio ambientale non snaturandolo, ma conservandolo e valorizzandolo in quanto ricchezza inesauribile di per se stessa. Un patrimonio che non è di nessuno ma è di tutti. Un bene collettivo che comporta la responsabilità di conservarlo per ciò che è. Comprendendo che se lo si saprà conservare in questo modo, potrà rendere a lungo termine. Altrimenti in breve tempo si estinguerà. Le realtà alpine più avanzate oggi (fra cui tantissime stazioni di sci), hanno compreso bene questa logica. Sanno che sfruttare speculativamente la montagna non crea futuro, né economico né socio-culturale. Atrofizza fino a farlo estinguere il capitale su cui poggia l’intera struttura.
E ciò capita ancor più pericolosamente quando le speculazioni vengono fatte in modo formalmente “sostenibile”. In questo senso la realizzazione di grandi infrastrutture in montagna, siano pur esse di interesse nazionale o sovranazionale (si pensi a un’autostrada, a un lungo tunnel o a una nuova grande ferrovia), deve seriamente tener conto della fragilità e degli equilibri del territorio. Delle esigenze ambientali e delle esigenze dell’economia locale basata prevalentemente sul turismo.
Come coniugare ad esempio il traffico pesante dei TIR con la pace e l’aria pulita che il turista ricerca fra le montagne? Come rendere vivibile sia per i residenti che per i turisti una valle dove si prevedono opere imponenti e cantieri di decenni? Un sistema basato sul turismo richiede la salute del suo ambiente e la garanzia di poter salvaguardare la salute dei suoi cittadini e dei suoi ospiti. Molte volte dalle “discussioni pubbliche”, se condotte con lealtà, nella correttezza e nel rispetto delle diverse opinioni, si pongono le basi di un futuro migliore. La capacità di correggere gli errori è prova di umiltà e di intelligenza, sempre.
Chi non sa tornare indietro da una via che conduce a sbagliare non dà prova di coraggio e capacità. Sappiamo che quasi sempre proteggere la montagna, il nostro capitale, è difficile! Ha scritto Mauro Corona: ”La natura sta correndo un grosso rischio, il rischio di piegarsi su se stessa e morire avvelenata coma un fiore innaffiato dalla varechina”. Ognuno di noi in cuor suo purtroppo sa che è così… Cercare di opporsi a questo incombente pericolo è compito di tutti coloro che amano il proprio territorio e che qui in Alta Val di Susa hanno deciso di continuare a crescere i propri figli.
Questa verità non è soggetta a punti di vista o interpretazioni personali. L’interesse generale non può essere stravolto da quello individuale o da tanti interessi soggettivi di natura strettamente materiale. Ognuno di noi in coscienza lo sa. Bisogna che una volta per tutte ci impegniamo a proteggere la natura di queste nostre montagne, creature potenti e fragili allo stesso tempo.