Le classifiche del World Economic Forum contengono l’IT Global Report, l’indice che di anno in anno sintetizza diversi parametri di valutazione, tesi a identificare la capacità dei singoli paesi di abbracciare l’era digitale, di essere pronti all’adozione operativa, culturale ed economica delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
Nel 2008 l’Italia si piazza al 42esimo posto dietro Porto Rico, Thailandia e Cipro. In un solo anno l’arretramento è stato di quattro posizioni. I dati precipitano l’Italia in una situazione complessiva di arretratezza e difficoltà sia quando la si osserva a livello globale sia quando la si esamina da un punto di vista prettamente europeo.
L’indice è significativo perché raccoglie i risultati dei paesi visti da tre punti di vista o, come dicono gli esperti, in “tre dimensioni”. La prima è quella che raccoglie l’ambiente infrastrutturale, regolatorio e finanziario/economico in cui si muove l’ICT locale (qui l’Italia si piazza al 55esimo posto).
La seconda indaga sulla capacità dei singoli individui, delle aziende e delle istituzioni nell’avvantaggiarsi dell’ICT (Italia 46esima). A far risalire alla 42ma posizione la terza dimensione che elabora il modo in cui vengono utilizzate le più innovative tecnologie della Comunicazione e dell’Informazione (Italia 33esima). Altra eccezione, peraltro significativa è il risultato del Belpaese nello specifico indice legato all’uso dell’ICT nel Governo e alla conquistata efficienza di questo utilizzo. In questo indice l’Italia è in quinta posizione dietro Singapore, Estonia, Danimarca ed Islanda.
La Danimarca è l’ inossidabile regina del mondo delle tecnologie e delle comunicazioni.
Al secondo posto è la Svezia, poi la Svizzera e via via con Stati Uniti, Finlandia, Olanda, Islanda, Corea del Sud e Norvegia.