Il ministero dello Sviluppo Economico ha lanciato i contratti di innovazione tecnologica. La nuova formula, attivando investimenti per circa 2 miliardi di euro, favorirà la ricerca applicata e stimolerà nuove opportunita’ di lavoro per oltre 30 mila ricercatori.
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha firmato il decreto ministeriale che dà via libera ai nuovi “contratti di innovazione tecnologica”, arricchendo ulteriormente la gamma di opportunità messe a disposizione dal dicastero a favore dell’innovazione.
“Siamo convinti che questo nuovo strumento aggiunga un altro elemento importante al quadro della rinnovata alleanza strategica tra imprese, sistema bancario e Stato per il rafforzamento della competitività del Paese” ha aggiunto il ministro ricordando che “i progetti finanziati potranno avere una durata massima di 3 anni”.
Si tratta, spiega una nota del Ministero, di progetti innovativi “fuoriserie”, di importo superiore a 10 milioni di euro, che si realizzeranno attraverso le partnership tra pubblico e privato grazie ad un processo di negoziazione. Le risorse disponibili per il finanziamento di questo nuovo strumento, in grado di consentire alle imprese un volume d’investimenti pari a circa 2 miliardi di euro, permetteranno ad oltre 30 mila ricercatori di lavorare per agganciare le sfide tecnologiche del prossimo futuro.
Il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico fissa un iter dettagliato e tempi molto stretti per l’attivazione di un “contratto di innovazione”. In sostanza le imprese e gli enti di ricerca sottoscrivono un accordo con la controparte pubblica; lo stanziamento avverrà attraverso una combinazione di prestito agevolato e contributo diretto alla spesa; passeranno solo 4 mesi dalla presentazione del progetto di massima all’approvazione del piano definitivo.