Dopo cinque intensi giorni, ricchi di preziosi incontri e di spettacoli emozionanti, di rivelazioni sul nostro presente e di visioni sul nostro futuro, si è conclusa con grande successo la quarta edizione del Piemonte Share Festival.
Momento conclusivo ed emozionante del festival è stata l’assegnazione dello Share Prize, da parte della giuria internazionale composta da Bruce Sterling, Anne Nitgen e Stefani Mirti.
Fra oltre 400 candidature da ogni parte del mondo erano stati in sei gli artisti selezionati ad esporre le loro opere nelle sale dell’Accademia Albertina di Torino. Giovani creativi dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti, dal Giappone, Austra, Francia e Italia sono stati capaci di immaginare opere d’arte piene di magia tecnologica e di suggestione emozionale.
Opere straordinarie in cui piccole immagini digitali sono capaci di uscire fuori dallo schermo per finire su dita umane, in cui campioni sonori digitali abbandonano il computer per diventare grossi e solidi pezzi di legno lavorati da torni. Ma anche un’installazione vasta, sinestetica, immersiva, due opere interattive multi-utente e una delle più spaventose e fisicamente aggressive opere d’arte elettronica mai create.
La giuria ha dichiarato di essere stata molto colpita dal Virtual Identity Project di D3D. Un’opera attraverso la quale ognuno di noi può vedere rappresentatao il proprio io virtuale, la propria presenza nella rete. L’estetica italiana appaga l’occhio, pur facendo sorgere domande essenziali circa l’identità e le ombre dei nostri dati nella rete moderna.
Ma la menzione d’onore va al fascino muscolare di Knife.Hand.Chop.Bot di Emmanuel Andel. Questa installazione ha avuto un effetto mesmerizzante su chiunque l’abbia vista in azione – è un’opera d’arte paurosamente forte, che provoca gocce di sudore e accelerazioni del battito cardiaco: la personificazione della violenza nascosta dei nuovi media!
Vincitrice dello Share Prize 2008, è Chris Sugrue con le sue Delicate Boundaries. Con la sua miscela di sottile minaccia e di fascino, quet’opera è stata universalmente amata da chiunque sia venuto allo Share Festival. Piccoli microbi virtuali escono per una volta dallo schermo, sono nello stesso tempo amichevoli e micacciosi: la poetica di social networking di ques’opra la rende in assoluto vincente e innovativa. Naturalmente ne sono state anche appressate la sofisticata programmazione e l’interfaccia utente molto chiara e limpida.