Il ritratto di Marco Mazzaglia
Il suo primo ricordo davanti a un videogioco da bar risale al 1978. Aveva 3 anni: «Mio nonno mi aiutava a salire su una pedana; dovevo sparare a soldati e carri armati ed evitare ambulanze e barellieri, premendo un grilletto che mi sembrava immenso».Suo padre, ingegnere elettronico, ha alimentato in lui il gusto di scoprire come funzionano le cose. Di andare oltre, accettare le sfide. «Un giorno, quando avevo 8 anni, si ruppe una porta del Commodore a cui era collegato il joystick: anziché spedirlo in assistenza, ci mettemmo insieme a riprogrammare il computer per passare il collegamento a un’altra porta. E ci riuscimmo».
Se la sorte di un uomo può dipendere da una passione infantile, la storia di Marco Mazzaglia, 34 anni, è un emblema. Torinese, laurea in Scienze dell’informazione presso il dipartimento di Informatica, gestisce i sistemi per la creazione di videogames nella principale azienda italiana di sviluppatori, la Milestone di Milano. Pc Games, PlayStation, Psp, Xbox, Nintendo Wii: non c’è vero appassionato di giochi su computer e avventure online che non si sia cimentato in una competizione «disegnata» e messa a punto anche da lui. L’ultimo gioco nato anche dalla sua esperienza si chiama Superstar Racin 8, gara tra piloti di tutto il mondo: 5 livelli di difficoltà, 6 modalità di gioco, da uno a dodici giocatori in multiplayer online. Adrenalina pura. Piloti al volante di 19 auto su dieci differenti tracciati.
E’ il divertimento l’obiettivo del suo lavoro. Divertimento altrui: «Ciascun giocatore però – dice – lo raggiunge secondo abilità diverse». Ecco il compito di chi crea giochi virtuali: «Appassionare il bambino meno esperto come chi è in grado di affrontare le simulazioni più estreme».