L´uomo di Detroit alla guerra di Grugliasco. L´idea che Sergio Marchionne potesse scendere in campo in «zona Cesarini» per conquistare la fabbrica della signora Lilli, era considerata una follia fino a domenica scorsa. Quando invece l´ad del Lingotto è inaspettatamente giunto in azienda per un rapido giro dello stabilimento, accompagnato da uno dei commissari straordinari che hanno il compito di trovare un acquirente per la fabbrica di corso Allamano. Una visita con pochi testimoni, che è servita a Marchionne per capire se e in quali tempi l´azienda fondata da Nuccio Bertone potrà diventare uno dei poli produttivi della futura Fiat.
L´idea di acquistare la fabbrica di Grugliasco era già stata accarezzata dal Lingotto nel 2007. All´epoca la trattativa era anzi andata molto avanti fino a quando tutto era sfumato per divergenze dell´ultimo minuto. Il dossier Bertone è comunque rimasto aperto e oggi non si può certo sostenere che il Lingotto parta da zero nell´avventura. Particolare soddisfazione esprimono i commissari che giovedì alle 12 apriranno le buste con le offerte: «L´annuncio del dottor Marchionne – commenta Stefano Ambrosini – è la dimostrazione dell´attenzione della Fiat per il territorio e questo va detto al di là di quello che sarà l´esito della gara». Dal punto di vista dell´offerta, quella preannunciata ieri dal Lingotto è migliore dell´ipotesi di accordo del 2007 quando Marchionne avrebbe rilevato poco più di metà della manodopera senza pagare alcun prezzo. Oggi invece la Fiat si accollerebbe l´assunzione dei 1.146 dipendenti offrendo anche un prezzo di acquisto. La possibile ripresa della trattativa sarebbe nata ai piani alti del Lingotto all´indomani della conclusione della trattativa con Chrysler. Una delle ipotesi che circolavano ieri tra gli analisti era quella che Fiat intenda utilizzare la fabbrica di corso Allamano per realizzare una parte di quelle autovetture di gamma medio-alta che potrà produrre dopo l´accordo con il nuovo partner americano.La prospettiva di un ingresso della Bertone nel pianeta Fiat lascia prudenti i sindacati: «Sarebbe bene conoscere l´offerta di Marchionne – mette le mani avanti Giorgio Airaudo della Fiom – e capire in quali altre fabbriche intende tagliare la capacità produttiva che ha comperato a Grugliasco. In secondo luogo si tratta di capire come la Fiat intende ripristinare il fondo tfr dei dipendenti Bertone, che è di 15 miliardi». Da parte della Fim il segretario torinese, Claudio Chiarle, polemizza indirettamente con Gian Mario Rossignolo: «Abbiamo fatto bene a respingere l´assalto di chi poneva ultimatum e voleva chiudere in fretta, visto che poi è subentrata una proposta così forte. La valuteremo come le altre. È chiaro che è necessario un piano industriale serio ma è chiaro che Fiat ha un peso e una credibilità diversa». Un «piano industriale credibile» è quel che chiede anche Maurizio Peverati, leader della Uilm torinese: «È la seconda volta – dice il sindacalista – che la Fiat si accosta al dossier Bertone. È certamente un fatto positivo ma a questo punto è necessario che si trovino i progetti per occupare tutti i dipendenti».
I prossimi giorni saranno dunque decisivi. Tra oggi e domani a mezzogiorno arriveranno ai tre commissari straordinari le offerte corredate dai piani industriali e dalle dovute garanzie bancarie. Oltre alla Fiat rimangono in corsa Rossignolo, Domenico Reviglio e, forse di cinese della Hong Kong Tai he, società dietro la quale di celerebbe un´altra impresa cinese, la Faw. Poi toccherà al ministro dell´industria Scajola prendere la decisione finale dopo il aver sentito il parere dei sindacati. Alla gara, ma solo per rilevare il prestigioso marchio creato dal marito, parteciperà anche Lilli Bertone, intenzionata a celebrare il centenario della griffe con la nascita di una società di design.