Innovation Forum 2006

Innovazione tecnologica, sviluppo dell’occupazione e nuova competitività del Sistema Paese: dalle diagnosi alle proposte

Roma, 28-29 Marzo 2006

L’Innovation Forum è il primo “Learning Show” nazionale dedicato all’impatto dell’innovazione tecnologica, di prodotto e di processo sulla trasformazione dei modelli di business delle imprese, sulla efficacia e produttività delle organizzazioni e sulla competitività dell’intero sistema paese.

Innovazione tecnologica, sviluppo dell’occupazione e nuova competitività del Sistema Paese: chi non è d’accordo che queste sono le tre leve decisive del possibile rilancio dell’economia di un’Italia a rischio di recessione? Ma occorre passare dalle diagnosi delle criticità di una economia in crisi alle proposte concrete.

IDC, Italia Lavoro e Innovazione Italia, coinvolgendo le istituzioni, le università e le aziende leader del settore ICT nel mondo e in Italia, hanno promosso un progetto che, attraverso momenti di confronto e soprattutto con un percorso di ricerca della durata di un anno, prospetterà agli interlocutori istituzionali delle reali proposte e delle linee guida su tre obiettivi prioritari:

  1. promuovere il trasferimento dell’innovazione tecnologica ICT alle imprese e alla pubblica amministrazione e stimolare la ripresa della domanda;
  2. attrarre investimenti tecnologici in alcune aree del paese;
  3. valorizzare le risorse professionali presenti nel Mezzogiorno e stimolare il suo sviluppo e la sua crescita occupazionale nell’ambito di progetti innovativi.

Il carattere innovativo di questo progetto è costituito da una parte dalle proposte concrete che scaturiranno e che saranno proposte agli interlocutori istituzionali, dall’altra dalla scelta di coinvolgere direttamente nel processo di ricerca e di elaborazione delle proposte le principali aziende multinazionali e nazionali dell’ICT. La partnership con le imprese consentirà l’individuazione concreta di linee di intervento per lo sviluppo dell’innovazione, per far ripartire la domanda nel settore ICT del nostro Paese e per strutturare alcune linee d’intervento con l’obiettivo di migliorare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.

Il sito del forum 

La quinta edizione del Global Access Program

Nella sede della Fondazione Torino Wireless è stata presentata la quinta edizione del Global Access Program (GAP), il programma formativo della Anderson School of Management (University of California Los Angeles e conosciuta come una delle migliori business school al mondo), che ogni anno seleziona circa 40 imprese di tutto il mondo, per aiutarle a elaborare un piano di internazionalizzazione. Un percorso formativo e di sviluppo di 6 mesi che, grazie al supporto finanziario dei partner, comporta un costo minimo di partecipazione per le imprese selezionate. Una sperimentata collaborazione tra istituzioni scientifiche e territoriali per promuovere le più intraprendenti imprese piemontesi.

Per usufruire di questa occasione le imprese dovranno presentare domanda entro il 14 aprile. Il GAP è stato premiato dal Financial Times come il miglior Programma Imprenditoriale in business school per quattro anni consecutivi: dal 2002 al 2005.

Il programma GAP è sostenuto finanziariamente da Torino Wireless, Camera di commercio di Torino, API, Unione Industriale, AMMA e dall’Istituto Superiore Mario Boella.

Per candidarsi, è necessario compilare e inviare all’indirizzo e-mail [email protected] il modulo scaricabile da www.torinowireless.it.

Durante la presentazione, i professori Elwin Svensson e Robert Foster, collegati in videoconferenza da Los Angeles, hanno spiegato alla platea composta da imprenditori come il programma GAP rappresenti un’importante opportunità di internazionalizzazione, grazie ai contatti con venture capitalist e con potenziali partner tecnologici e commerciali, ma soprattutto grazie alla possibilità di apprendere un metodo di crescita aziendale.

Storia dell'Industria del Nord-Ovest

Welleyesmanovella63.jpgRecuperare e valorizzare la memoria storica del territorio per rilanciarne il tessuto socio-economico e affrontare le sfide di un’economia globalizzata. È l’idea che ha portato alla realizzazione dell “Corso multimediale on line sulla Storia dell’Industria del Nord-Ovest dal 1850 ai giorni nostri” (www.storiaindustria.it), un ricco deposito di dati, immagini e documenti sulla tradizione e lo sviluppo industriale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Il progetto, ideato da Luciano Gallino (professore emerito dell’Università degli Studi di Torino), ha ricevuto finanziamenti complessivi per circa 570.000 euro che hanno permesso l’archiviazione digitale di migliaia di documenti e la pubblicazione di diverse centinaia di pagine Internet.

A Torino il futuro del Software Libero

logo

Il 18 Marzo Richard Stallman presenterà a Torino il futuro del Software Libero, introducendo al pubblico italiano il processo di aggiornamento della GNU General Public License (“la GPL”) che oggi protegge le libertà di 100 milioni di utenti di software nel mondo ed è la licenza per il Software Libero più usata al mondo.

L’incontro, aperto al pubblico, sarà ospitato dal Politecnico di Torino ed è orientato a sviluppatori, tecnici, amministratori di aziende e pubblica amministrazione che vogliano approfondire le tematiche affrontate dalla nuova GNU GPL. Sono invitati sia coloro che già usano e sviluppano Software Libero sia coloro i quali stanno valutandone l’adozione.

Verranno esposti gli obiettivi che Free Software Foundation si è posta nell’aggiornamento della licenza, discutendo la ratio delle scelte più controverse, dalla presa di posizione sui DRM alle nuove clausole di rappresaglia contro i brevetti fino all’estensione della compatibilità.

Richard Stallman

La conferenza si terrà il 18 Marzo dalle 9:30 alle 13:00 presso Aula Magna ‘Giovanni Agnelli’ Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24 Torino

La partecipazione all’evento è libera e gratuita. Inoltre sarà possibile seguire la conferenza in streaming via internet: le URI dello streaming sono ospitate dal Libre Streaming Project del Politecnico di Torino.

Dopo un’introduzione della giornata a cura di NetStudent, la parola verrà data ai seguenti relatori:

  • Angelo Raffaele Meo, Politecnico di Torino: “Il nuovo scenario industriale italiano: l’importanza del software libero”.
  • Arturo Di Corinto, giornalista, “La società dell’informazione e la libertà di informazione: il ruolo del software libero”
  • Richard Stallman, fondatore di FSF e del Progetto GNU, “Il progetto di aggiornamento della GPLv3, le necessità e gli obiettivi che si prefigge”
  • Stefano Maffulli, FSFE, “Il progetto GNU, l’importanza delle FSF e la licenza GNU/GPL come strumento per il riequilibrio del mercato”

Al termine di ogni intervento, verrà dato spazio a un dibattito tra il pubblico e i singoli relatori.

L’evento è coordinato da Free Software Foundation Europe. Si ringrazia per la collaborazione Hipatia, NetStudent e il Politecnico di Torino.

XVI Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica

Scopo della Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica (dal 13 al 19 marzo 2006) è di mobilitare tutte le competenze e le energie del Paese per favorire la più capillare diffusione di una solida e critica cultura tecnico-scientifica. In particolare, la Settimana stimola l’apertura di efficaci canali di comunicazione e di scambio tra l’universo della società civile , da un lato, e l’articolato complesso del Sistema Ricerca .

Convegni e seminari su temi di storia delle scienze e delle tecniche, di attualità scientifica, di riflessione sui fondamenti delle scienze e sulle implicazioni etico-politiche della ricerca scientifica e tecnologica; iniziative di orientamento sul ruolo dei media per la diffusione della cultura tecnico-scientifica, sui metodi per garantire l’aggiornamento permanente degli insegnanti e per far crescere e qualificare il tasso di cultura tecnico-scientifica nel mondo della scuola; riflessioni e sperimentazioni sul ruolo e sui sempre più vasti campi di applicazione delle nuove tecnologie ; manifestazioni destinate ad approfondire il tema del rapporto tra diffusione della cultura tecnico-scientifica e crescita delle opportunità di occupazione per i giovani.

Per l’edizione del 2006, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha scelto i seguenti temi:

  • Il clima;
  • Centralità dell’acqua;
  • L’energia alla base delle moderne società industriali;
  • La complessità del mondo vivente e della sua evoluzione nel tempo;
  • Il recente grande sviluppo delle conoscenze sul cervello.

http://roma.cilea.it/plinio/

Expo del Capitale Umano

Mostra convegno su capitale umano, innovazione e internazionalizzazione
Fieramilano City dal 15 al 18 marzo 2006
Uno degli obiettivi dell’Expo è far conoscere la grande ricchezza in termini di ricerca e innovazione presente nel nostro Paese, che resta ai più sconosciuta. La manifestazione vuole stimolare l’interazione tra università, mondo della ricerca e sistema delle imprese, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il MIUR e l’Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia.

L’evento offrirà dunque una panoramica completa delle opportunità e degli strumenti a disposizione di chi vuole innovare e suscitare una più matura consapevolezza in merito agli scopi, alle modalità e ai fondamenti dell’innovazione.

http://www.expocapitaleumano.com/

Parlano italiano i cellulari della rinascita di Motorola

da www.repubblica.it

Parla italiano per una buona metà la nuova generazione di telefonini Motorola, quella tutta tecnologia e design che negli ultimi mesi ha permesso al produttore Usa di terminali mobili di risalire la china e di riproporsi come numero 2 mondiale del settore alle spalle della per ora indiscussa leadership della Nokia.

E parlano italiano, con un leggero accento piemontese nuovi modelli come l’E1070, che sarà lanciato alla fine di questo mese, perché escono dal centro ricerche Motorola di Torino.

Nell’Italia che non esporta, che fa fatica a star dietro al ritmo delle tecnologie più avanzate, che non attira capitali stranieri, questo centro torinese sembra una specie di miraggio. Ve bene che è nato nel 1999, quando si era in piena bolla Internet e le cose sembravano destinate a cambiare presto, radicalmente e dappertutto (quindi anche in Italia), ma poi è di fatto partito proprio mentre la bolla scoppiava, nel 2000. Oggi occupa 500 ingegneri, equamente ripartiti tra la divisione «software group», che pensa sistemi e applicazioni di rete per il gruppo, e la divisione «mobile», che si occupa della progettazione dei nuovi modelli.
«Nell’arco di 5 anni siamo diventati una delle principali strutture della galassia Motorola», scandisce Massimo Marcarini, responsabile della divisione mobile. E spiegare perché è anche spiegare come nasce l’idea, per Motorola, di venire in Italia e di venire, in particolare, a Torino.

Perché l’Italia? In prima battuta perché Italia e telefonini è uno dei pochi binomi positivi riconosciuti all’estero. Siamo uno dei mercati più dinamici e più avanzati dal punto di vista dell’introduzione delle nuove applicazioni. E poi, in particolare per Motorola, l’Italia significa uno dei mercati più forti in cui ha una posizione di rilievo, con una quota di mercato che è sempre stata sopra quella media mondiale (oggi è del 24% da noi e del 17,9% nel mondo). E’ stata l’Italia a decretare il successo dei cellulari a conchiglia che poi sono diventati uno standard a cui si è dovuta piegare perfino Nokia. Ma questo da solo non basterebbe a decidere di portare un centro di ricerca in Italia se non ci fossero altre sinergie da attivare. E queste sinergie sono state trovate a Torino. Che ha una tradizione tutta sua nel settore delle tlc e delle radiofrequenze. Qui è nata la Rai, poi sono arrivati lo Cselt, oggi Telecom Italia Lab, poi c’era l’esperienza dell’Olivetti qui vicino, ad Ivrea, e ancora: la cultura aerospaziale con l’Alenia erede della vecchia Selenia. Poi l’automobile, naturalmente, che però, meno ovviamente, non è solo il design. Il tutto concentrato nel Politecnico. E infatti proprio il Politecnico ospita la prima sede del centro di ricerca Motorola, altro buon esempio di collaborazione tra struttura pubblica e privati.

Oggi il centro si occupa di due aspetti sui tre che compongono un telefono cellulare. Un telefonino si divide infatti in meccanica, elettronica e software. Qui a Torino si fa il 90% della parte meccanica, una buona metà dell’elettronica e, soprattutto, si fa l’integrazione delle tre, il passaggio finale che dà vita al prodotto pronto per essere inviato alle linee di produzione. «E’ qui che si decide la struttura di un telefono, la disposizione degli elementi e i materiali, per finire con i test di impatto, le certificazioni», elenca Marcarini.
La parte «meccanica» di un terminale può sembrare la più povera di tecnologia, ma non è così. E’ invece sorprendente scoprire quanto l’involucro di un cellulare debba a settori apparentemente distanti come l’aeronautico e l’automobile. «L’A839, che è stato il primo cellulare Umts lanciato sul mercato, deve molto alla cultura automobilistica spiega Marcarini, che è a sua volta un ingegnere aeronautico Con l’Umts i display sono tornati ad ingrandirsi, ma sono diventati più delicati e devono essere protetti. Noi abbiamo portato qui il concetto di struttura a cellula che viene usato nelle automobili». Risultato: primo un cellulare riusciva a resistere all’impatto dopo una caduta da non più di 25 centimetri. Oggi se cade da un’altrezza fino ad 80 centimetri non si rompe. Il display «flotta» dentro una cellula. E poi ci sono gli studi sui materiali che vengono dall’aeronautica e ancora dall’auto. Per esempio, gli Umts sono più pesanti dei cellulari Gsm: un 30% di peso in più perché deve gestire due frequenze, deve avere più memorie, aumentano le applicazioni da inserire, che non sono solo software.

Ormai sono molti i modelli Motorola usciti da Torino. Dal primo Umts A389 alla serie a basso costo di Gsm C380 e C381, poi il V150, i «C» 550, 975 e 980. E ora l’E1070 che presenta diverse innovazioni. «La più eclatante spiega Marcarini è il nuovo sistema di riconoscimento vocale. E’ nuovo perché non bisogna più registrare la propria voce: si scrive il nome di un contatto in agenda come nei normali telefoni, poi si pronuncia quel nome e parte la chiamata. Poi è il primo Motorola a conchiglia con l’antenna interna, soluzione che comporta una serie di problemi che i «candy», come vengono chiamati i telefonini a barretta, non hanno («perché hanno una maggiore superficie utile per l’antenna», dice Marcarini). E poi è naturalmente un telefono multimediale, pronto a ricevere tv e musica, con la possibilità di ospitare una memoria transflash da 512 mega. E, per ascoltare la musica senza il fastidio dei cavetti, la possibilità di farlo funzionare in stereo con delle cuffia bluetooth. Il tutto per un prezzo che non è stato ancora fissato con esattezza (ci sta lavorando la Tim che lo distribuirà in esclusiva) ma che dovrebbe rimanere sotto i 300 euro. Le prossime innovazioni? Marcarini enumera: «La tv sui terminali. Stiamo lavorando sui due standard, Dvbh e Dmb. E poi la possibilità di riuscire ad inserire un hard disk vero, per far arrivare la memoria del cellulare fino ai 45 giga, come un iPod».