Dall’intervista al Direttore de La Stampa Giulio Anselmi su ExtraTorino
Secondo lei chi è che a Torino ha la bacchetta di direttore d’orchestra ? La Fiat non più, ma nemmeno il Comune, che è stato uno dei motori della diversificazione …
Non vedo un direttore d’orchestra, vedo un complessino.
Composto da ?
Sicuramente Marchionne e la famiglia Agnelli, a partire dal suo leader John Elkann e i suoi consiglieri Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens: la società torinese continua a riconoscerli come riferimento. Ci metterei poi Angelo Benessia,Presidente della Compagnia di Dan Paolo: è uomo di grandi ambizioni, sarà interessante vedere che cosa farà in futuro. E naturalmente Enrico Salza, che è il banchiere di riferimento: il San Paolo ha ancora un forte radicamento in città, anche se il controllo finanziario è passato a Milano.
Il grattacielo si farà ?
Molti dicono sia un monumento a Salza: secondo me ancora prima, per i torinesi, vuole essere un monumento alla rassicurazione di mantenere il governo della banca. In questo senso sarà una piramide inutile.
Chi vede ancora nel “complessino” ?
Sergio Chiamparino, perchè il Comune, anche se pericolosamente indebitato, è stato il protagonista di tante operazioni. Mercedes Bresso, per via del suo ruolo regionale, mi pare più defilata.
I rettori di Università e Politecnico ?
Ho l’ìmpressione che il Politecnico sia un’eccellenza; l’Università è come il resto degli atenei italiani. Manca invece un ruolo attivo in politica.
In che senso ?
Che fine hanno fatto a Torino i partiti ? nel centrodestra esiste Silvio Berlusconi e un gruppo di parlamentari che si danno un gran da fare come enzo Ghigo, Roberto Cota, Guido Crosetto. Nel Centrosinistra i Partiti seguono lo squagliamento nazionale del Pd.