Il Rapporto annuale sulla situazione
economica del
paese e` una miniera di informazioni e riflessioni utili.
L’introduzione fa giustamente notare che
"La riduzione proposta di 5 punti
percentuali dei contributi sociali (con un costo netto per il bilancio pubblico
pari a circa 10 miliardi di euro) avrebbe l’effetto di ridurre il costo del lavoro e aumentare la redditività lorda
di circa 2-3 punti percentuali(…) rischia di fornire un disincentivo
all’innovazione(…) e, in assenza di meccanismi di
selezione virtuosa, premierebbe sostanzialmente le imprese meno produttive."
Rapporto Annuale Istat p.29.
Praticamente questa misura del governo Prodi (ridurre del 5% il costo del lavoro per le imprese), come gia` la precedente riduzione
delle tasse del
governo Berlusconi, non va a toccare i problemi specifici dell’Italia. Da dei soldi a Tizio o a Caio, ma non cambia il modo di produrre, che e` il vero problema.
I nostri problemi sono imprese troppo piccole, che
operano in settori troppo tradizionali, con troppo poca tecnologia e con capacita`
gestionali troppo modeste.
Queste cose producono bassa produttivita` del
lavoro. Quando il lavoro e` poco produttivo, i salari devono essere bassi.
Per cambiare questa situazione bisogna
agire in varie direzioni:
La dimensione delle aziende deve crescere – In Italia si e` continuato a premiare chi
non cresce; noi dobbiamo invece premiare con incentivi chi fa crescere la propria azienda. Non bisogna dare privilegi alle aziende con meno di 15 o di 200
dipendenti. Dovremmo mettere meno tasse su quelle aziende che si fondono con altre.
Gli imprenditori devono rinunciare al loro
modello familistico ed arretrato di gestione (io, mia moglie, i miei figli, i miei nipoti) e
devono aprirsi al mercato dei capitali. Lo stato deve favorire in ogni modo
quelle aziende che collocano cospique quote del loro capitale in borsa. Lo stato deve
anche rinforzare l’autorita` che vigila sulla Borsa (Consob).
Dobbiamo prestare piu’ attenzione ai settori innovativi. Dovremmo smetter con la difesa a tutti i costi di chi produce carrozze a cavalli o machine a vapore.
Per finanziare loro dobbiamo tassare i settori che camminerebbero con le loro
gambe.
Piu’tecnologia. Gli investimenti in
tecnologia ed in ricerca devono avere una situazione fiscale fortemente
privilegiata. Per ogni euro investito in ricerca e sviluppo dal privato, lo stato dovrebbe metterne un’altro. Le spese per ricerca ed innovazione dovrebbero condurre a pagare meno tasse. Questo condurra` necessariamente all’assunzione di personale
altamente qualificato e ad incrementi di salari e produttivita`.
Ridurre del 5% il costo del lavoro e` un bel gesto verso le imprese,
ma non risolve assolutamente I loro veri problemi.
Per saperne di piu’:
Rapporto annuale ISTAT
http://www.istat.it/dati/catalogo/20060524_00/rapporto2005.pdf