Il quotidiano spagnolo El Mundo dedica una guida enogastronomica a Torino.
Generalmente positivi i suoi apprezzamenti.
G.R.
Quotidiano Piemontese
Il quotidiano spagnolo El Mundo dedica una guida enogastronomica a Torino.
Generalmente positivi i suoi apprezzamenti.
G.R.
Nella zona attorno alle Porte Palatine al posto del parcheggio si sta allestendo il “Parco archeologico” che ha l’intento di risistemare la zona (peccato solo che non si demolisca il “palazzaccio” dei lavori pubblici davanti al Duomo): addirittura si vuole ricostruire gli spalti esistenti in epoca medievale tra le Porte e c.so Regina.
A parte ciò, molto si sta facendo tra cui appare simpatica la presenza della piramide in vetro a ridosso del Duomo con la porzione di pavimento della antica chiesa del Salvatore di epoca alto medioevale.
Inoltre la mostra che spero possa diventare permanente, nella cripta del Duomo sembra abbastanza ben fatta con l’esposizione di suppellettili, statue ed altri oggetti rinvenuti o facenti parte di arredi del Duomo o di altra provenienza nonché gli scavi relativi alle chiese precedenti la Cattedrale o ancora spiegazioni sulla Sindone.
Purtroppo però quanto esposto ha spiegazioni solo in italiano o al massimo vi è un riassunto in inglese delle notizie relative ai periodi presi in considerazione o a diverse spiegazioni architettoniche.
Il video sul Sacro Lenzuolo e i meglio realizzati quadri esplicativi, hanno traduzioni anche in inglese e francese. Forse si poteva aggiungere lo spagnolo viste le possibili visite di fedeli spagnoli e sudamericani. Magari vi si rimedierà. In ogni caso l’allestimento pare buono per come è stato realizzato.
Marco Brignone
Mentre il New
York Times ed il Washington Post dell`11/02 fanno dei commenti positivi sull’inaugurazione delle olimpiadi e la BBC
fa una presentazione di Torino ottima, il Mercurynews di San Diego, California,
dice che Torino per divenire destinazione turistica non solo si trova a fronteggiare la
concorrenza di Firenze, Venezia, Milano e Roma, ma anche i suoi propri
problemi: “un inquinamento oppressivo, traffico asfissiante ed ovunque pile di
popo` di cane, che sembra ricoprire ogni strada e marciapiede” (sic!).
Un giornale di
Salt Lake City e` non meno severo. Il suo corrispondente giudica Torino “senza
charme”.
Johnette Howard di Newsday
conferma che al villaggio media lei non ha acqua calda per la doccia ed
aggiunge che gli atleti al villaggio olimpico degli ex mercati generali non
stanno meglio: sentono il rumore dei vicinissimi treni, quando vorrebbero
riposare.
E chi l’avrebbe mai detto che delle case lungo la ferrovia possano sentire
il rumore del treno?
La buona
nuova e` che i giornali piu’ colti o di elite (New York Times, Christian Science
Monitor) sono quelli che parlano meglio di noi. La cattiva notizia e che purtroppo non sono i piu’
letti.
Perche` infierire
con questi commenti? Perche’ citarli? Siamo masochisti? Ci da gioia parlar male
di noi? Niente affatto. Noi crediamo che le olimpiadi siano una (costosa) indagine
di mercato. E dato che il conto dobbiamo pagarlo comunque, tantovale trarne i
benefici possibili,imparando cosa pensino gli stranieri della nostra citta`. Normalmente
non e’ frequente leggere sulla stampa estera articoli su Torino e quindi e’
difficile capire cosa gli stranieri pensino di noi. Con le olimpiadi cio` diventa
possibile.
Se vogliamo che in futuro una buona parte (25%
?) del reddito della citta’ sia generato
dal turismo, se vogliamo che investitori
esteri vengano a portare i loro capitali a Torino, se vogliamo che
professionisti e ricercatori scelgano Torino come loro sede, dobbiamo fare
attenzione a cio` che i “clienti” (gli stranieri) vogliono. Questo non
necessariamente deve corrispondere con cio’ che pensiamo noi. Alla fine dobbiamo
chiederci: ma noi i turisti e gli investitori li vogliamo o no? Conta cosa
vuole il venditore o cosa vuole il cliente?
Se li vogliamo,
dobbiamo fare attenzione a cosa loro pensano. Inoltre dobbiamo curare le
relazioni con i giornalisti. Se fosse stato possibile ospitare i giornalisti
piu’ in centro, forse alcuni di loro si sarebbero fatti una idea diversa della
citta`, rispetto a quella che si possono fare nel villaggio media.
E`interessante
che nessun corrispondente estero noti la mancanza di parcheggi o il loro prezzo
eccessivo, ma noti il traffico e l’inquinamento eccessivo.
Questi problemi
non sono le manie di quattro lunatici in bicicletta, sono dei seri nemici della
nostra possibilita` di attrarre interesse esterno su Torino, creare reddito ed
occupazione.
Gustavo Rinaldi
P.S.
Per tirarci un
po’ su’, possiamo leggere uno spettacolare articolo del San Francisco Chronicle
dove non si fa che parlar bene della relazione tra il
cinema e Torino.
http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?f=/c/a/2006/02/11/DDGKTH63A01.DTL
Altri articoli
citati sono :
http://www.nytimes.com/2006/02/11/sports/olympics/11ceremony.html?th&emc=th
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/02/11/AR2006021100121_2.html
http://news.bbc.co.uk/sport1/hi/other_sports/winter_sports/video_and_audio/default.stm
http://www.mercurynews.com/mld/mercurynews/sports/special_packages/olympics/13825757.htm
http://rockymountainnews.com/drmn/sports_columnists/article/0,1299,DRMN_83_4455876,00.html
http://newsday.typepad.com/sports_olympics/
Pare che
per usare certi sostantivi e aggettivi facenti parte della lingua italiana
occorra un’autorizzazione o piuttosto che si debbano pagare certi diritti. E’
quanto afferma il Comitato Olimpico Internazionale che in qualche modo si è
“appropriato” di una piccola parte del patrimonio linguistico italiano (e forse
non solo quello). Addirittura in Italia è stata approvata una legge che fino al
31 dicembre 2006, non si può utilizzare il termine “Olimpiade”, “Olimpiadi”,
“Olimpico”, “Olimpionico” secondo anche quanto prescritto da un’interpretazione
restrittiva del Trattato di Nairobi sulle Olimpiadi. Anzi io che sto
utilizzando in queste righe questi termini presenti su un qualsiasi
vocabolario, forse sono passibile di multa. E’ così che quasi tutti i
negozianti torinesi ad esempio, è stato fatto divieto mettere anche una sola
scritta “Viva le ol…” se non voleva essere multato e si trovano in giro
tabaccherie che vendono “cartoline relative ai noti eventi sportivi
internazionali di Torino”.
Su questo argomento sono apparsi molti articoli
sui giornali.
Poi dicono che i commercianti non hanno tutto
questo fervore ol…. Una panetteria che aveva fatto un pane coi cinque cerchi
(Pardon, con le cinque forme geometriche regolari senza spigoli) e che li aveva
esposti in vetrina, è stata caldamente invitata a rimuoverla pena una possibile
contravvenzione. O ancora quel bar che aveva sull’insegna il simbolo delle
cinque forme geometriche e soprattutto il nome “Olimpic” è stato multato,
nonostante quando aveva aperto l’esercizio nel 2003, avesse avuto
l’autorizzazione del Comune. In più i contravventori forse non sanno che
“Olimpic”(il nome del bar) in inglese non vuol dire niente perché ci va una “Y”
al posto della prima “I” per avere l’aggettivo. La cosa avrà un seguito legale
.
Anche il marchio relativo alla nostra città, cioè
“Torino 20….” è tutelato. Meglio dire che siamo nel 2005 +1, non si sa mai. In
ogni caso credo che si sia arrivati al delirio.
Marco Brignone
Il colto Christian Science monitor fa un articolo piuttosto riflessivo sulle possibilita’ che Torino ha di uscire dai guai della deindustrializzazione. Il tono dell’articolo e’ abbastanza positivo, si parla anche di Sindone, tartufi, cioccolato, Risorgimento e Museo Egizio.
http://www.csmonitor.com/2006/0209/p01s04-woeu.html
Le olimpiadi sono un’occasione per farci conoscere. Vediamo cosa dicono i consumatori.
Il Chicago Tribune lamenta che nel villaggio media le stanze sono senza telefono con ghiaccioli (!) che vengono giu’ dalla doccia.
Lo stesso giornale riporta la protesta degli autisti di pullman che non vogliono dormire in condizioni "sub-standard" cioe’, non accettabili. Pare siano stati messi in stanze a 7-8 posti.
http://www.chicagotribune.com/sports/chi-0602070207feb07,1,3382257.story?coll=chi-sportsnew-hed
Sì, perché ormai non ci credeva più nessuno. E invece dopo settant’anni anche Torino ha la sua prima linea di metropolitana. Seppur solo un tratto di quella che doveva portare a Porta Nuova e un giorno, forse al Lingotto.
Certamente non basterà e già si pensa ad una linea che vada da nord a sud.
Sebbene la dicitura “Linea 1” faccia un po’ sorridere, per lo meno fa ben sperare per il futuro.
Il primo giorno dell’inaugurazione, erano numerosi i torinesi curiosi del “nuovo” mezzo di trasporto: anzi penso che un buon 95% di coloro che erano in coda non avevano mai visto o non avevano mai preso un metrò in vita loro.
Ma un altro tassello è stato posto e speriamo solo che non ci sia più nessuno che dimentichi di accendere un interruttore e che blocchi tutto come è successo a due giorni dall’apertura del servizio effettivo di linea.
Il sistema VAL già una realtà in altre città europee è il primo in Italia: non ha conducente ma ciò non disturba; l’apertura delle porte è automatica ma qualcuno tentava di schiacciare il pulsante, memore forse di quanto accade altrove. Solo una voce registrata ricorda durante la corsa che non è prevista la chiamata per le fermate perché in ogni caso il treno si ferma in tutte le stazioni e che i pulsanti servono solo in caso di emergenza. Sarà una cosa a cui tutti dovranno abituarsi, ma poco male.
Chiare le informazioni sui convogli e nelle stazioni, compreso un interessante quadro a Porta Susa che indica non solo i possibili mezzi di superficie che transitano su P.za XVIII Dicembre ma anche uno relativo ai principali musei e monumenti con i bus e tram per raggiungerli.
Anche questo traguardo è raggiunto e finalmente anche per Torino varrà la notizia di “Domani sciopero di autobus, tram e metropolitane”.
Marco Brignone
Domenica 5 febbraio a Diano d’Alba (CN) è stato compiuto il primo
passo ufficiale del progetto Include per portare la banda larga (l’internet veloce) nelle
zone attualmente non raggiunte. L`Associazione Anti Digital Divide ha firmato
un’accordo con ANPCI -Associazione dei Piccoli Comuni Italiani
(www.anpci.it), secondo il quale essa presterà la propria consulenza
tecnica gratuita ai Sindaci di comuni associati all’ANPCI per le
questioni riguardanti la banda larga. Anti Digital Divide ha firmato anche una seconda
convenzione con alcuni WISP (Wireless Internet Provider – fornitori di internet senza fili), i quali
garantiranno uno standard minimo comune per le loro offerte e che
potranno essere informati da Anti Digital Divide delle richieste dei
sindaci e degli utenti scoperti.
Ma l’accordo non si ferma qui, questo è solo il primo passo. Per
saperne di più, consultate il minisito:
http://progettoinclude.antidigitaldivide.org/
La buona nuova e’ che in occasione delle Olimpiadi
sono state sostituite le vecchie locomotive delle linee ex-Satti
Torino-aeroporto-Ceres e Canavesana, con altre nuove a trazione elettrica.
I nuovi locomotori ai quali ne seguiranno altri
nel corso dell’anno, saranno un buon biglietto da visita per chi arrivera’ in
aeroporto a Caselle e proseguira’ per Torino citta’.
Cio’ permettera’ di evitare cio’ che e’ gia’
capitato usando locomotori diesel anche nei tunnel tra le stazioni di Madonna
di Campagna e Stazione Dora con le conseguenti situazioni da camera a gas.
Marco Brignone
Le circonvallazioni sono la soluzione di tanti problemi o ne sono la causa?
Tempo fa ce ne ocupammo:
http://gustavorinaldi.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/2006/01/circonvallazion.html
Ora riceviamo e volentieri publichiamo:
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Il caso di Carmagnola e’ eclatante perche’ la Circonvallazione
a suo tempo era stata fatta ma ormai e’ in citta’.
Savigliano nel lato sud ovest (tra la strada di
Saluzzo e quella di Cuneo) sta avendo lo stesso problema.
Il problema e’ che le circonvallazioni presentano
due conseguenze:
a) le attivita’ commerciali, una volta realizzata
la tangenziale, lamentano un calo dei passaggi e delle fermate: e’ normale.
Questo fenomeno a me piace chiamarlo, “caso Biraghi” per l’effetto che ha avuto
quella ditta casearia che vende i suoi prodotti al pubblico, dopo la
realizzazione della circonvallazione di Cavallermaggiore (CN). Quella ditta ha attenuato il
problema offrendo i suoi prodotti in molti supermercati, compresi a Torino, ma
non tutti possono fare lo stesso.
Quindi si tenga presente che una tangenziale,
attenuera’ il traffico nei centri abitati, ma puo’ avere conseguenze economiche
negative, specie nell’immediato.
b) politica del decentramento commerciale proprio
sulle circonvallazioni. Qui si presenta il “fenomeno Carmagnola”. Le attivita’
e le abitazioni debbono avere un accesso solo dall’”interno” del centro
abitato, non dalla circonvallazione, perche’ altrimenti si creano nuovi
incroci, nuovi attraversamenti, nuovo traffico. E in piu’ la cosa va fatta solo
dal lato “interno” della circonvallazione e non a cavallo di essa, come si e’ fatto a Carmagnola o a Tortona e come si sta facendo ad esempio
a Vigone (TO).
Marco Brignone