Giustizia vorrebbe che chi morira` presto, possa andare in pensione presto e chi morira` tardi, debba andare in pensione dopo.
In tal modo ognuno riceverebbe in proporzione di quanto ha pagato in contributi.
Oggi il governo sta giustamente pensando ad alzare ulteriormente l’eta’ pensionabile e giustamente il sindacato gli ricorda che esistono lavori dove si invecchia prima. Il problema e` che ora un po’ tutti si fanno avanti dicendo che il loro lavoro e’ piu’ usurante di quello degli altri. Facilmente rischiamo di cadere in un mercato delle vacche dove cio’ che davvero conta non e` tanto se il lavoro che facciamo ci accorcia davvero la vita, ma la nostra capacita` di fare lobby e gridare.
Su questa strada si producono solo delle nuove ingiustizie.
Sarebbe il caso di fare riferimento a delle tabelle di mortalita` divise per professione. A che eta` muore mediamente un operaio di fonderia? Ed un insegnante di liceo?
Alle categorie che mediamente muiono prima va permesso di andare in pensione prima, alle altre no.
C’e` un altro elemento che forse merita di essere tenuto in conto: a che eta` morirono i nostri genitori? ed i nostri nonni? Alcuni di noi appartengono a famiglie di longevi ed altri a famiglie di gente che muore giovane, i secondi dovranno essere trattati con un occhio di riguardo, i primi no.
Ovviamente si trattera` di dare un peso a ciascuno di questi due fattori. Quello che va evitato assolutamente e` cadere in un dibattito dove ha solo ragione chi grida piu’ forte.
Gustavo Rinaldi