Le Olimpiadi, come il Giubileo o le Colombiadi sono eventi tramite i quali una comunita` locale riesce a farsi dare dalla collettivita` nazionale delle somme, che, in tempi normali, non le verrebbero assegnate. Qualcosa di simile, anche se piu’ cruento, avviene con le guerre. Grazie alle guerre, tante spese, che non verrebbero mai tollerate in tempi di pace, vengono accettate e finanziate. Volenti o nolenti, tanti, che in tempi di pace avrebbero contestato una certa spesa ed avrebbero rifiutato di farsi tassare, in tempo di guerra sono costretti a pagare.
E` per questo motivo che le guerre sono state spesso considerate strumenti per stimolare l’economia.
Dobbiamo rallegrarci del fatto che il nostro sistema politico possa spesso fare a meno delle guerre, e le sostituisca con eventi piu’ innocui.
Dobbiamo rattristarci che la maturita’ civica della nostra nazione spesso non permetta di far finanziare certe spese (trasporti, pubblicita` di citta`, restauri di monumenti, ampliamento di ospedali, creazione di impianti sportivi, ecc.) semplicemente perche’ sono necessarie o utili. Si deve invece ricorrere alla scusa del grande evento per renderle finanziabili. Purtroppo il grande evento eccezionale ha una logica tutta sua e cosi’ esso richiede tante spese di cui non ci sarebbe bisogno, sottraendo risorse preziose da usi piu’ produttivi e benefici alla nazione. Per la nazione in generale cio’ porta a delle perdite, ma per una comunita` locale cio’ puo’ portare dei benefici. Cio’ funziona a patto che altre comunita` locali non imparino il trucco, dirottando su di esse le risorse, con opportuni eventi eccezionali. E` un po’ la logica di chi passa avanti nella coda: il suo vantaggio esiste finche` gli altri stanno in coda buonini; se anche essi non rispettassero la coda, il vantaggio di tagliare la coda non ci sarebbe piu’.
Torino va almeno un po’ giustificata perche` in passato il valore aggiunto (salari e profitti) prodotto a Torino servi’ a creare stabilimenti moderni altrove (Melfi, Cassino, Termoli). In qualche misura le olimpiadi sono state un modo per una Torino in crisi per chiedere un indennizzo (qualche miliardo di euro) alla comunita` nazionale. Se fossimo andati a chiedere qualche miliardo per i trasporti, la ricerca scientifica e la promozione del turismo in Piemonte, non ce l’avrebbero dato.
Pero’, se fosse stato possible, sarebbe stato meglio farlo a viso aperto; ci avremmo guadagnato tutti. Il nostro sistema (cioe` la mentalita` di tutti noi) pero’, per ora, non lo permette.