I recenti arresti di sospetti affiliati alla Ndrangheta in Piemonte ha messo alla luce i frequenti contatti tra esponenti di varie parti politiche e presunti malavitosi.
Non credo che si possa piu’ di tanto infierire sui politici coinvolti. Se gli elettori sanno poco dei candidati, spesso anche i candidati sanno assai poco degli elettori. In generale dobbiamo presumere l’innocenza e, fino a prova contraria, dobbiamo accettare che i politici in questione non sapessero che avevano a che fare con personaggi magari non irreprensibili. Ovviamente se si potra` mai provare che qualche politico trattasse con altri ben sapendo che essi erano davvero criminali, questo politico andra` punito severamente.
C’e` pero’ un aspetto che credo non vada sorvolato. In molti casi i contatti dei politici in questioni con quei soggetti che ora vengono indicati come presunti malavitosi facevano parte di una piu’ generale tendenza all’acquisizione del voto “etnico” o “tribale”. Dove con questo termine mi riferisco ad un “Raggruppamento sociale autonomo, con proprio ordinamento e proprio capo, formato da più famiglie e unito da identità di lingua e costumi”. Praticamente molti politici tendono ad acquisire il voto non sulla base di proposte di progetti, buoni o cattivi che siano, ma sulla base della capacita` di certi gruppi di far votare i loro membri in un certo modo.
Io cerchero’ il voto dei Pugliesi, piuttosto che dei Siciliani, dei Calabresi o dei Lucani ed ora anche dei Rumeni. Domani magari dei Marocchini o degli Arabi in generale.
Inoltre si aggiunga che il voto in questo modo diventa da qualcosa di individuale a qualcosa che appartiene al gruppo, talvolta al capo o ai capi del gruppo, che “segnalano” ai membri del gruppo i soggetti adatti.
Si noti bene che questa abitudine di cercare e prendere il voto su base etnica non e` una cosa che osserviamo solo in Piemonte ora. Obama recentemente e` andato in Irlanda ed in Polonia fondamentalmente per ingraziarsi gli elettori americani di origine Polacca o Irlandese. Il fatto che la pratica sia ampiamente diffusa negli USA non la nobilita piu’ di tanto.
Queste prassi indeboliscono una sana dialettica democratica. Non si vota sui progetti, ma sulle appartenenze; i capi dei gruppi vengono ad avere un potere abbastanza poco utile al bene comune.
Tutti i partiti invece di gridare allo scandalo, dovrebbero farsi un serio esame di coscienza sul loro uso ed abuso del voto etnico.