Mentre il New
York Times ed il Washington Post dell`11/02 fanno dei commenti positivi sull’inaugurazione delle olimpiadi e la BBC
fa una presentazione di Torino ottima, il Mercurynews di San Diego, California,
dice che Torino per divenire destinazione turistica non solo si trova a fronteggiare la
concorrenza di Firenze, Venezia, Milano e Roma, ma anche i suoi propri
problemi: “un inquinamento oppressivo, traffico asfissiante ed ovunque pile di
popo` di cane, che sembra ricoprire ogni strada e marciapiede” (sic!).
Un giornale di
Salt Lake City e` non meno severo. Il suo corrispondente giudica Torino “senza
charme”.
Johnette Howard di Newsday
conferma che al villaggio media lei non ha acqua calda per la doccia ed
aggiunge che gli atleti al villaggio olimpico degli ex mercati generali non
stanno meglio: sentono il rumore dei vicinissimi treni, quando vorrebbero
riposare.
E chi l’avrebbe mai detto che delle case lungo la ferrovia possano sentire
il rumore del treno?
La buona
nuova e` che i giornali piu’ colti o di elite (New York Times, Christian Science
Monitor) sono quelli che parlano meglio di noi. La cattiva notizia e che purtroppo non sono i piu’
letti.
Perche` infierire
con questi commenti? Perche’ citarli? Siamo masochisti? Ci da gioia parlar male
di noi? Niente affatto. Noi crediamo che le olimpiadi siano una (costosa) indagine
di mercato. E dato che il conto dobbiamo pagarlo comunque, tantovale trarne i
benefici possibili,imparando cosa pensino gli stranieri della nostra citta`. Normalmente
non e’ frequente leggere sulla stampa estera articoli su Torino e quindi e’
difficile capire cosa gli stranieri pensino di noi. Con le olimpiadi cio` diventa
possibile.
Se vogliamo che in futuro una buona parte (25%
?) del reddito della citta’ sia generato
dal turismo, se vogliamo che investitori
esteri vengano a portare i loro capitali a Torino, se vogliamo che
professionisti e ricercatori scelgano Torino come loro sede, dobbiamo fare
attenzione a cio` che i “clienti” (gli stranieri) vogliono. Questo non
necessariamente deve corrispondere con cio’ che pensiamo noi. Alla fine dobbiamo
chiederci: ma noi i turisti e gli investitori li vogliamo o no? Conta cosa
vuole il venditore o cosa vuole il cliente?
Se li vogliamo,
dobbiamo fare attenzione a cosa loro pensano. Inoltre dobbiamo curare le
relazioni con i giornalisti. Se fosse stato possibile ospitare i giornalisti
piu’ in centro, forse alcuni di loro si sarebbero fatti una idea diversa della
citta`, rispetto a quella che si possono fare nel villaggio media.
E`interessante
che nessun corrispondente estero noti la mancanza di parcheggi o il loro prezzo
eccessivo, ma noti il traffico e l’inquinamento eccessivo.
Questi problemi
non sono le manie di quattro lunatici in bicicletta, sono dei seri nemici della
nostra possibilita` di attrarre interesse esterno su Torino, creare reddito ed
occupazione.
Gustavo Rinaldi
P.S.
Per tirarci un
po’ su’, possiamo leggere uno spettacolare articolo del San Francisco Chronicle
dove non si fa che parlar bene della relazione tra il
cinema e Torino.
http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?f=/c/a/2006/02/11/DDGKTH63A01.DTL
Altri articoli
citati sono :
http://www.nytimes.com/2006/02/11/sports/olympics/11ceremony.html?th&emc=th
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/02/11/AR2006021100121_2.html
http://news.bbc.co.uk/sport1/hi/other_sports/winter_sports/video_and_audio/default.stm
http://www.mercurynews.com/mld/mercurynews/sports/special_packages/olympics/13825757.htm
http://rockymountainnews.com/drmn/sports_columnists/article/0,1299,DRMN_83_4455876,00.html
http://newsday.typepad.com/sports_olympics/