Nelle nostre conversazioni e nei media e' frequente trovare i due termini, arabo e musulmano, usati quasi fossero sinonimi.
Categoria: Torino può farcela
Energia dal Sahara
Vi segnalo questo articolo che mi sembra molto importante:
http://www.guardian.co.uk/business/2009/nov/01/solar-power-sahara-europe-desertec#
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Un lettore scrive:
carissimo,
Ho letto con interesse ed ho avuto impressione dalla cartina che puntualizza il progetto.
Osservo l'ulteriore dipendenza da Paesi instabili e conflittuali; ancorchè si tratti del solo 15% ( che al 15% si possa arrivare con il risparmio intelligente non centra nulla).
io resto dell'idea che l'energia più pulita sia la nucleare; se solo si fossero investiti nella ricerca avanzata tutte le risorse che si sono destinate alle guerre che il bisogno di energia ha già bruciato e continuerà a distruggere; considerando a valore zero il sottoprodotto delle guerre: le tragedie umane e ambientali – ci siamo dimenticati dei prozzi incendiati in Arabia?
Ma queste sono le mie idee che esprimo a Te perchè ti so aperto al pensiero altrui.
cari saluti a tutti.
Lettera Firmata
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Risposta:
Carissimo,
Io credo che la parte piu' interessante di quel progetto riguarda la riva nord del mediterraneo, sud Italia, Isole e Andalusia in testa. Certo anche la riva sud va considerata, con intelligenza.
Hai paura dello speciale comportamento di Geddafi?
Come fa a comportarsi male se un bel pezzetto del suo patrimonio e` in azioni Unicredit?
Ci blocca la linea elettrica dal deserto alla Sicilia? Gli congeliamo le azioni Unicredit.
Meccanismi del genere vanno moltiplicati con tutti i paesi coinvolti.
Non vanno pagati in denaro ma con mix che includano opere pubbliche, titoli azionari e titoli di stato.
La teoria economica ci insegna che quando il rischio e` ben distribuito nessuno ha interesse a sgarrare. Bisogna evitare le asimmetrie, tutto li'.
Anch'io sono convinto che il nucleare sia una fonte di energia interessante, perche' non produce CO2.
Come tu sai oggi nelle economie avanzate esso copre quote importanti del fabbisogno (14% del fabbisogno elettrico mondiale, 19% negli USA e 78% in Francia, e 2.1% del totale energetico mondiale). Questo rispecchia scelte prese 50, 30 talvolta 20 anni fa. Se invece studiamo la tendenza dobbiamo osservare che oggi in Europa e negli USA si sta investendo assai poco. Vedi questa immagine per farti un'idea dei tassi di crescita negli ultimi anni. La curva di crescita sta diventando piatta.
"The World Nuclear Industry Status Report 2009 states that "even if Finland and France each builds a reactor or two, China goes for an additional 20 plants and Japan, Korea or Eastern Europe add a few units, the overall worldwide trend will most likely be downwards over the next two decades".[42" Nel giro di vent'anni la produzione totale dovrebbe diminuire, se si guarda ai progetti al telaio.
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Si riduce la liberta’?
Un lettore ci segnala:
Con la fiducia al Senato sul Ddl 733 B, la maggioranza che sostiene il
Governo Berlusconi, ha volutamente cancellato una norma che garantiva al
cittadino di tutelarsi nei casi di sopruso perpetrato da autorità pubbliche. E’
stato abrogato infatti l’art. 4 del decreto legislativo luogotenenziale n. 288 /
1944 che prevedeva che i cittadini sono esenti da sanzioni «quando il
pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio o pubblico impiegato»
abbia causato la reazione dei cittadini «eccedendo con atti arbitrari i limiti
delle sue attribuzioni».
Nel codice penale, infatti, alcuni
articoli puniscono la resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale con
pene che possono arrivare fino a 5 anni di carcere, ma l’articolo 4 del decreto
legislativo luogotenenziale n. 288 / 1944 concedeva un’eccezione al cittadino che
si fosse trovato nelle condizioni di doversi difendere da eventuali abusi da
parte di pubblico ufficiale, dandogli la possibilità di difendersi senza per questo
incorrere in sanzioni.
Una norma tutt’altro che desueta, e anzi
applicata spessissimo.
In pratica, adesso il pubblico ufficiale
potrà “eccedere con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni” ed il
cittadino vittima di ciò non potrà più difendersi, pena finire in galera.
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Commento: cercheremo di vederci chiaro.
Se e` vero quanto scrive il lettore, fa molta impressione che si cancelli una norma creata agli albori della democrazia italiana, quando si cercava di porre rimedio ai danni creati negli anni precedenti.
GR
Terremoto: la scelta
Michelle Obama ha
pianto e Angela Merkel ha promesso che dara` una mano ad Onna. Carla Bruni
Sarkozi ha detto che gli aquilani son tosti e Clooney ha addirittura promesso
di girare un film. Tutte ottime cose.
Tutte queste
lodevoli iniziative vanno messe in relazione con i bisogni dei terremotati che
sembrano pero’ di gran lunga piu’ grandi.
I bisogni dei
terremotati sembrano essere quello di vivere presto in case solide econfortevoli,
quello di poter riprendere a lavorare e quello di non perdere il senso di
identita` e di comunita`.
In parte questi
obiettivi possono essere in conflitto tra loro.
Se si da la
priorita` alla rapida costruzione di case confortevoli, probabilmente si deve
investire massicciamente sulla costruzione di nuove aree residenziali al di
fuori dalle vecchie citta`. Cio’ puo’ condurre con relativa velocita`
all’edificazione di vere e proprie case dotate di isolamento termico e dei
principali comforts cui siamo tutti abituati.Questa scelta ha come
controindicazione che, dovendo investire massicciamente per la costruzione di
queste case, sara’ poi difficile spendere anche per la ristrutturazione dei
vecchi edifici.In certi casi i vecchi edifici erano delle semplici palazzine
fatte dal locale geometra, ma in molti altri casi si tratta dei vecchi centri
storici di cittadine e paesi.
Praticamente per
avere presto delle vere e proprie case, probabilmente si deve condannare le
vecchie alla malora, forse un po’ come e` successo a Salemi, in Sicilia. La
malora delle vecchie case significa una perdita di patrimonio paesaggistico, la
distruzione di numerose zone agricole e forestali per l’edificazione delle
nuove case e, piu’ grave, l’indebolimento del senso di comunita` e la perdita`
d’identita` da parte di numerose persone. A cio’ si aggiunga che in aree dove
il turismo e` una risorsa attuale o potenziale abbandonare al loro destino i
centri storici significa indebolire di molto l’attrattivita` del territorio e
quindi indebolire la possibilita` di rilanciare quella parte dell’economia
locale che dal turismo dipende.
Qualcuno mi fara`
notare che restaurare le vecchie case significa tempi molto piu’ lunghi ed
implica la necessita` di sistemare le persone in baracche e case temporanee e
la rinuncia alle nuove case antisismiche. Mentre devo accettare la prima
critica (restaurare le vecchie case significa vivere piu’ scomodamente per un
periodo piu’ lungo) posso tranquillamente respingere la seconda. Oggi e`
infatti possibile restaurare vecchie case rendendole antisismiche.
Si tratta di
scegliere tra la ricostruzione dei centri storici ed una rapida sistemazione in
vere case.
Volete voi case
tra sei mesi o baracche ora e centri storici ricostruiti entro un anno e mezzo
o due?
Io credo che gli
unici che hanno il diritto di scegliere siano gli interessati. In uno stato
liberale la scelta sarebbe demandata alle comunita` locali, ai comuni.
Sembra che
cosi’non sia stato, sembra che il governo abbia deciso al posto degli
interessati.
Concludo con un
racconto.
Anni fa in
Kazakistan incontrai un russo che era stato tra i primi colonozzatori sovietici
sulle isole Curili appena sottratte al
Giappone alla fine della seconda guerra mondiale. I sovietici comunicarono ai
residenti giapponesi che avrebbero avuto poche ore per andarsene. Dovevano abbandonare
la terra in cui erano nati, le loro case ed ogni loro avere. Magnanimamente le
autorita` sovietiche permettevano loro di portarsi via qualcosa come venti
chilo di bagaglio. I Russi la’ presenti, e tra loro il mio conoscente, furono
stupiti dal vedere che tutte le famiglie giapponesi avevano scelto di portare
con loro pochi vestiti, monili e cibo, ma tutte, avevano scelto di portar via
le urne con le ceneri degli antenati. Vennero poi a sapere che quando l’armata
rossa consegno’ gli espulsi all’esercito americano, quest’ultimo aveva imposto
regole ancor piu’ strette, riducendo i chili di bagaglio che ogni profugo
poteva portare con se’. I profughi giapponesi dalle Curili, abbandonarono
vestiti, cibo e monili e tennero con loro soltanto le urne delle ceneri degli
antenati.
Il russo mi
spiego’: sapevano che cibo, vestiti e monili son tutte cose che si possono
comperare; le ceneri degli antenati, pero’, rappresentavano la loro identita`,
e quella sul mercato non si trova.
Gradita sorpresa
Mercoledi' 3 giugno. Fine dell'autostrada Savona- Torino. Tutti in coda per rientrare a lavorare. Tutti preoccupati per il ritardo che si accumula e per il capo al lavoro che inizia a spazientirsi, i clienti che non ti trovano, gli appuntamenti mancati.
Sulla destra esiste una corsia vuota che pero' dopo 500 metri confluira' nella corsia in cui ci troviamo ora.
Grande e' la tentazione di trasferirsi li' per poi andare a chiedere, 500 metri dopo, a quelli, che ora sono davanti a noi, di farci rientrare nella corsia da cui proveniamo, dopo aver opportunamente tagliato la coda. Cosa lecita, ma disdicevole. Tanti lo fanno.
Ancora piu' a destra la corsia d'emergenza, assolutamente vuota. Quella non finisce dopo 500 metri, arriva ben oltre. Qualche tentazione ci viene. C'e` gente che mi aspetta la'. Io svolgo un servizio per il pubblico e fare aspettare la gente non e' giusto… Poi ci penso e dico no. Le leggi sono quelle che mi han permesso di arrivare fino a qui sano e salvo, perche' ora buttarle a mare?
Alcuni non hanno gli stessi scrupoli e si lanciano sulla corsia di emergenza. E` in piccolo quello che vediamo tutti i giorni in mille settori. Parecchi acquisiscono vantaggi e si fanno strada grazie al fatto che gli altri rispettino le leggi e loro no. Si', se gli altri facessero come loro e non rispettassero le leggi, il loro vantaggio sparirebbe. E` un po' fastidioso vederli passare indifferenti al destino di chi pazientemente resta in coda sotto il sole, ormai caldo, magari con dei bambini piccoli o degli anziani a bordo. Ma e` la vita oggi, in Italia.
Dietro la curva la Polizia Stradale aveva occupato la corsia di emergenza, aspettava e bloccava gli abusivi, notificando loro gli opportuni verbali di multa.
Talvolta la legge non solo esiste, ma e` anche applicata.
Gustavo Rinaldi
Noi senza rappresentanza in Europa
In questa campagna elettorale non si trattano i seguenti argomenti:
- come l'Europa dovra' proteggere i nostri risparmi?
- si dovra' o no permettere una maggiore concorrenza nel settore dei servizi?
- che tipo di relazioni dovremo stabilire con i paesi vicini all'Unione Europea e con quelli da cui provengono gli immigrati in Italia?
- in che modo si deve proteggere l'ambiente?
- che diritti e doveri e` giusto dare ai lavoratori?
- e` giusto che i paesi piu' forti diano aiuti alle loro industrie fino a portare alla bancarotta le aziende dei paesi piu' deboli?
- e` giusto finanziare aziende agricole grandi e forti anche quando si limitano a perseguire i loro obiettivi d'impresa?
- che diritti dobbiamo avere come consumatori?
- come debbono essere dati i finanziamenti alla ricerca?
- come devono essere costruite le nostre case, un po' piu' care con piccole bollette o piu' economiche con grandi bollette?
- come devono essere organizzati i trasporti?
- ci vuole un nuovo protocollo di Kyoto o il cambio climatico e' una favola?
- e' giusto fermare la pesca dei merluzzi o e` meglio continuare a pescali sapendo che presto non ce ne saranno piu'?
- i bambini, che non trovano genitori adottivi eterosessuali idonei, e' meglio metterli in orfanatrofi e comunita` o farli adottare da idonee copie omosessuali?
- quando e` giusto vietare la formazione di mega gruppi industriali europei?
- gli europei devono pensare alla loro difesa o e' bene lasciare fare gli USA, salvo poi fare le marce di protesta per dire che fan male?
- che senso ha avere 27 ambasciatori diversi in quasi ogni capitale del mondo, quando uno solo costerebbe meno e conterebbe di piu'?
Qualcuno alla fine decidera', ma noi non ci saremo. Chi verra' eletto avra' un voto.
Non avendoci detto cosa ne pensa su questi temi, fara' come vuole.
Noi ci lamenteremo del destino cinico e baro.
Gustavo Rinaldi
Sub prime & Grinzane
In Piemonte l'attitudine delle autorita` verso la gestione di grossi eventi culturali (per esempio il Grinzane) ed a Londra e New York verso la gestione di molte operazioni bancarie hanno seguito la stessa regola:
lasciamo fare ai privati, essi si regoleranno da soli (light regulation).
L'autorita` pubblica (destra e sinistra hanno fatto piu' o meno lo stesso) ha abdicato al suo compito di vigilare.
Mentre non spetta a noi stabilire se avvennero o meno irregolarita` da parte dei protagonisti, se ne occupano i magistrati, certo si puo' dire che questo sistema delle deleghe in bianco e della scarsita` dei controlli era sbagliato.
La' dove ci sono interessi collettivi da tutelare (la sicurezza del risparmio e la corretta amministrazione dei fondi pubblici) non ci si puo' semplicemente affidare all' onesta`dei singoli.
Tremonti, le banche e l’Europa
Fa bene il capo dell'opposizione a dire che la Banca d'Italia va tenuta fuori dalla lotta politica.
E` legittimo avere dei seri e fondati dubbi sull'iniziativa del governo tesa a dare ai prefetti l'incarico di monitorare certe attivita` delle banche. La legge e` chiara, la vigilanza sulle banche oggi spetta alla Banca d'Italia.
E` possibile che Tremonti utilizzi l'idea di trasferire la vigilanza sulle banche dalla Banca d'Italia alla BCE come arma di pressione nei confronti della Banca d'Italia, "colpevole" di non accettare passivamente quanto vuole il governo.
Resta pero' il fatto che la proposta di Tremonti di trasferire la responsabilita` ultima della vigilanza bancaria alla Banca Centrale Europea e` ottima.
In un mondo dove le banche operano a livello continentale e mondiale, avere una vigilanza a livello nazionale e` un'assurdita' .
Come faceva notare anni fa Tomaso Padoa Schioppa, la BCE oggi non puo' controllare le banche, ma se queste fanno un grosso buco, deve pagare il conto, un'assurdita'.
Gustavo Rinaldi
Lettera aperta a Mario Monti
Da un lettore ricevemmo a febbraio e, per un disguido ed un po’ di disorganizzazione di G.R. , solo oggi pubblichiamo.
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Lettera a Mario Monti
Mi permetto di disturbarla anche perché ho
occasione di sentirla alla radio che riporta spesso stralci dei suoi
interventi.
Curiosamente e senza malizia, noto che il suo
nome torna in auge ogni volta che per qualche motivo c’è aria di crisi e pare
che tutti vogliano conoscere la sua opinione, mi sa che questo fatto non sia
proprio positivo ma comunque meglio
cosi’ che il nulla.
In secondo luogo vorrei dirle che Lei mi
ispira ottimismo anche perché con i suoi interventi, oltre a infondere un poco
di fiducia sul fatto che se c’è “ la volontà” di cambiare qualche cosa, qualche
spiraglio di miglioramento ci sia , mi permetto di sentire una certa assonanza
personale di pensiero nei suoi confronti; per proporre cambiamenti è necessario
anche un poco di ispirazione , di fiuto o di istinto forse che sono qualità o
meglio doti innate che esulano da tutto
il resto.
Sicuramente oggi la farò sorridere per il tono
semplicistico e per le idee originali e
mi auguro di non annoiarla ma visto che è carnevale e che per noi giovani o
meglio ex giovani la situazione è molto
triste, provo nel mio piccolo a contribuire alla lotta per il cambiamento (anche se inoccupato temporaneamente e tra un
cambio pannolo e l’altro dei miei 3 bimbi : mi piace immaginare sempre che
sopra le nuvole ci sia il sole anche perché il pessimismo è un lusso che non posso permettermi).
Faccio questa cosa di nascosto perché agli
occhi dei famigliari so di poter apparire ridicolo , i bimbi non mangiano le
parole.
Mi permetto in questa mia, di esprimere alcune
considerazioni sicuramente
semplicistiche e spero che Lei anche se
super – impegnato, possa leggerle e trarne un qualche appunto anche se limitato
su alcune questioni che comunque originano anche da questa considerazione generale
.
Ci sono parecchi Stati in Europa e ci sono
cose in ogni dove che funzionano
sicuramente meglio che in Italia : sarebbe utile farne un breve elenco e vedere cosa si può “copiare dall’estero” o comunque traslarlo in Italia. La ricetta è : non sprecare, esaltare cio’ che si possiede, fare ciò che
da tempo non si è fatto, immaginare e
concretizzare ciò che si può fare.
– Chi è laureato in Italia può esercitare una
professione che dipende dal tipo di laurea ( I livello) e non tanto dalla
specializzazione (III livello).
Io sono un Farmacista – Farmacologo e dopo
aver studiato 10 anni i farmaci, non posso neppure prescrivere neanche un “
Daflon ” o un farmaco omeopatico.
Mi pare che i Framacologi all’estero, possano fare molte piu’ cose e questo significa fondamentalmente uno
spreco di risorse e potenzialità.
Ci sono professioni come quella dei Farmacisti
o dei Notai che hanno una legislazione professionale che risale al tempo del
Re.
In ospedale c’è se va bene , c’è un farmacista ogni 200 o 300 ricoverati e non si parla quasi mai
( ad eccezione della SIFO ) di aumentarne il numero perché non ci sono concorsi
…quindi la filosofia è tirare a campare e non fare!.
– L’informatica è una potenzialità enorme e
con l’informatica si possono acquistare , controllare , ponderare … si può fare
“tutto” ma il problema è che anche solo
nelle piccole cose manca una regia generale.
-Le pare logico che i siti internet delle
regioni di Italia siano differenti come impostazione , idem per i siti delle
aziende sanitarie ; uniformarli permetterebbe di risparmiare denaro perché
una sola società si potrebbe occupare di tutto a prezzi inferiori.
Altro mistero : come mai se un cittadino si
reca in un ufficio e non c’è il personale incaricato di seguire una determinata
pratica si blocca tutto ?
Semplice… perchè ognuno usa il compiuter come
un mezzo personale con le sue parole
chiave per salvare i documenti o per archiviarli o per consultarli quindi se
non c’è l’impiegato che di solito si occupa della pratica specifica, gli altri
impiegati non sanno dove “mettere le mani” idem per la consultazione degli
archivi. Quindi lentezza generale ,
impossibilità di creare e di gestire un
archivio, impossibilità di controllo esterno, perdita dei dati.
Sarebbe utile dotare le amministrazioni di uno
schema univoco da seguire perché si rischia che l’informatica sia meno inutile che un foglietto di appunti.
– Sempre in tema di informatica , se “tutti” i
prodotti Italiani venduti all’estero
avessero una sigla ( che identifica la merce) ed un numero , qualunque
acquirente tramite internet saprebbe se si tratta di un prodotto originale o
contraffatto. Una iniziativa simile è già in auge mi pare per alcuni vini.
L’iscrizione all’ Ordine professionale, varia
da provincia a provincia anche di molto. Non si potrebbe uniformarli ad es.
regionalizzarli e diminuire la tariffa del 50%? , si fanno le assicurazioni via
telefono o internet e non si riesce a fare la stessa cosa per gli ordini?.
I concorsi per le sedi farmaceutiche di nuova
istituzione sono fermi da 10 anni in barba alla legge , ed il quorum è attualmente troppo alto e a
parer mio comunque dovrebbe essere
abbassato a 3000 per ogni nuova sede.
-Si parla tanto di doppioni ed ora va di moda
il pensiero per l’eliminazione delle province
o regioni autonome .
In Italia c’è la Valle d’Aosta e parer mio, se
si mantenessero o si aumentassero i fondi per questa regione ( in cui ci sono
solo montagne bellissime ma fondamentalmente fatte di pietra ) e come baratto si proponesse di accogliere un paio di
centrali nucleari ( sotto le montagne
appunto), la cosa potrebbe andare a buon fine.
-Ci sono delle coste in Italia favolose e ogni
regione praticamente può usufruirne , tutto il mondo viene in Italia per il
mare e per l’arte come mai non si riesce a valorizzare questo strepitoso
patrimonio?.
La Liguria per esempio, vive praticamente “sul
e del mare” e su di essa si scarica tantissima gente ogni estate. Perché a
parte le zone pregiate ( es. 5 terre )
che non si possono toccare , vista la cronica necessità di spazio non si spiana qualche montagna a picco sul mare con
la scusa di dover mettere in sicurezza le strade e si creano delle superfici
calpestabili, edificabili o balneabili sul mare? .
Lo fanno dappertutto da Montecarlo al Marocco.
– Mi pare che in uno Stato Estero, il pieno di
gas per autotrazione si faccia nel garage di casa con uno strumento apposito
per regolarne la pressione e che questo apparecchio non riesca ad ottenere il
brevetto in Italia..
– In
qualche piccolo terreno che posseggo
, pianterei qualche vite o nocciola ma se lo faccio,
devo essere iscritto ai coltivatori e pagare le consulenze e le tasse di
impresa etc…
Perché un cittadino (semplicemente con il
codice fiscale) non può coltivare una
passione e pagare un quid su cio’ che produce o vende come secondo lavoro senza
iscriversi a chissà che cosa ?.
– Le spese di ordinaria manutenzione per la
casa dovrebbero essere detraibili mediante pagamento con carta di credito.
-Le cariche politiche o amministrative
dovrebbero poter solamente prestare due consulenze annuali ad altri enti poiché
dietro alle consulenze è mia opinione che si nasconda il famoso “ do ut des” ed
è solo per questo motivo che sono strapagate oltre a concentrare gli interessi
a scapito della concorrenza.
– La Rai dovrebbe lanciare un appello per le
riforme e raccogliere opinioni tramite sms o telefono su una decina di temi per
il cambiamento o semplicemente creare sul sito internet uno spazio sulle
opinioni dei cittadini sulle cose da fare.
– Sarebbe utile che nelle prossime elezioni, i
partiti rendessero pubblici i nominativi dei finanziatori della campagna
elettorale .
La ringrazio per il tempo concessomi se mai
leggerà queste righe.
Marene
Bergui Franco
Via Trieste 26
12030 Marene (CN)
“Anche i comunisti piangono”
Secondo Luca Cordero di Montezemolo le urne hanno sancito «la pesantissima sconfitta politica di quelle forze che negli ultimi due anni, dentro il governo, sono state portatrici di una cultura anti-impresa e anti-mercato, che ha consapevolmente costituito un freno alla crescita economica e alla modernizzazione".
Il recente intervento di Montezemolo non contribuisce alle necessita` di un mercato del lavoro piu’ efficiente, meno centralizzato, capace di rispecchiare le differenze di produttivita` in diverse aziende e le differenze del costo della vita in diverse regioni.
Questo intervento non contribuisce ad un cambiamento dei contratti di lavoro per andare verso un modello in cui i lavoratori non siano piu’ divisi tra un gruppo che gode di numerosi diritti ed una casta di figli di nessuno, paria senza nessuna tutela. Mi riferisco allo sviluppo di un contratto di lavoro unificato, dove lavoratori con le stesse qualifiche ed esperienze che svolgono lo stesso lavoro, possano godere degli stessi diritti.
Questo intervento non aiuta a rinforzare il nostro sistema pensionistico, rendendolo capace di garantire un po’ di pensione anche a chi andra` in pensione tra venti o quaranta anni.
Questo intervento ha il solo effetto di umiliare l’avversario in un momento in cui quello gia` si sente debole, perche` espulso dal parlamento dal voto popolare .
Si tratta di un modo efficace per gettare benzina sul fuoco.
L’ intervento in questione ricorda per molti aspetti quei cartelli fatti affiggere da Rifondazione Comunista con sopra scritto "Anche i ricchi piangono". In quel caso si trattava di un inutile affondo contro la classe media da parte di un partito di sinistra al potere. Quell’intervento non contribuiva in nessun modo alla sacrosanta causa dell’equita` fiscale e della lotta all’evasione, ma semplicemente, con vero e proprio spirito da stadio, faceva uno sberleffo ad una parte della societa`che in quel momento era richiesta di contribuire maggiormente alle spese comuni e si sentiva tartassata.
Non credo che Montezemolo abbia reso un servizio a Emma Marcegaglia, garantendole nel prossimo futuro un piu’ elevato livello di conflittualita` sociale .
Con questo spirito da stadio non si va da nessuna parte. Per fare le riforme, di cui questo paese ha bisogno, bisogna costruire consenso, non cercare vendetta.
Proprio quando si e` piu’ forti e sostenuti da un voto popolare, che ci e` favorevole, bisogna andare incontro all’altra parte, offrendole un accordo dignitoso che risolva almeno parte dei molti problemi che affliggono questo paese malandato.
Gustavo Rinaldi