Auto cinesi e FIAT Auto

A novembre ci occupammo di automobile e del possibile arrivo di auto cinesi in Europa
http://gustavorinaldi.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/2005/11/index.html

ora riceviamo e volentieri publichiamo un nuovo commento:
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E’ vero che per ora non ci sono auto cinesi in
Europa (qualcuna pero’ e’ gia’ arrivata) e che la Fiat continua a volere
sovvenzioni per sopravvivere. Non credo neanch’io che sia la scelta giusta. Per
ora i cinesi arriveranno con modelli economici, ma non si sa in futuro; anzi
sono certo che faranno come i giapponesi di una volta e i coreani piu’ di
recente: proporranno modelli per tutte le fasce di mercato, anche se punteranno
soprattutto su quelle basse e medie.

Di certo sulle fasce di mercato dove la Fiat e’
presente ci sono gia’. Anzi, la Fiat stessa e’ gia’ presente in Cina, quindi il
problema non nasce dai concorrenti cinesi futuri, ma dalla Fiat stessa.

La Fiat puo’ anche sopravvivere a livello di
azienda in se’ o di marchio commerciale, sempre che non si “fumino” tutto.

A parte le battute, la Fiat ha gia’ deciso di
dismettere molte produzioni in Italia e a Torino. (Panda nuova e futura nuova
500 – la Trepiuno- in Polonia, Doblo’ in Turchia, la Palio in molte nazioni del
mondo tra cui la Cina e la Corea del Nord). Il problema che e’ stata lei la
prima artefice dell’importazione da fuori Italia (prima degli altri costruttori
che l’hanno seguita anni dopo). Non e’ detto che prima o poi non lo faccia
anche dalla Cina.

E’ anche vero che Fiat sta “succhiando” capitali
dai settori che vanno bene (vedasi Iveco). Continua inoltre a tentare dallo
Stato.

Di qualche giorno fa è la notizia dell’apertura di
un impianto di montaggio in Russia. Era dai tempi dello stabilimento di
Togliattigrad che la Fiat non produceva piu’ in quel paese. Si trattera’ di
Palio, Albea e Doblo’ che utilizzeranno pezzi provenienti dalla Turchia. Sara’
anche un modo per vendere altri modelli in Russia: la Panda (prodotta in Polonia), la Grande Punto (prodotta in Italia
ma non a Torino), Stilo e Croma (da Cassino) e Ducato (prodotto in Italia ma
non a Torino)…..

 Investendo in altri settori, (lo Stato, Regioni,
Provincia etc) forse ci guadagneremmo di piu’ e tutti. Tanto sappiamo che la
Fiat se ne andra’ definitivamente (inizialmente con le produzioni).
Bisognerebbe percio’ sostenere l’indotto, molto specializzato e con molta
esperienza e professionalita’ aiutandolo ad innovare per essere competitivo per
servire gli altri costruttori stranieri. Qualcuno si e’ gia’ adeguato ma non
tutti.

E incentivare le aziende ad alta tecnologia anche
al di fuori del comparto dell’auto, anziche’ farle andare via.

Marco Brignone

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RISPOSTA:

Io non vedo male la creazione di impianti in Cina o in altri posti a basso costo del lavoro . E’ forse l’unico modo per salvare la Fiat Auto in generale e quindi il suo futuro a Torino. Probabilmente  Fiat Auto ha un possibile futuro in Piemonte in termine di
ricerca e sviluppo, progettazione, marketing, finanza, organizzazione e
controllo, piu’ forse qualche limitatissima manifattura. Se le si chiede di tenere una considerevole presenza manifatturiera a Mirafiori, stabilimento creato nel 1939 ed inaugurato dal cav. Mussolini, non la si aiuta a sopravvivere ed a mantenere a Torino alcuni importanti uffici, con l’indotto terziario che ne puo’ derivare.
Gustavo Rinaldi

Autore: Gustavo Rinaldi

Nato a Torino nel 1967, la sua prima maestra e` stata una vittima delle repressioni bolsceviche, Maria Bruch. Ha frequentato sia la scuola pubblica che quella dei Gesuiti. Come volontario ha promosso prima una raccolta carta e poi la riorganizzazione del gentro di formazione agricola di Andriamboasary in Madagascar. Ha fondato l'associazione Enthusiasmus che per piu' di dieci anni si e` occupata di formazione politico-sociale dei giovani, permettendo a molti giovani di conoscere il mondo esterno ed a qualcuno/a di trovare moglie o marito. Nel 1991 e` stato testimone oculare dei moti di piazza che a Leningrado si opponevano al tentato golpe anti-riformatore. Nel 1994 si e` laureato in economia con Sergio Ricossa ed ha prestato servizio presso l'Istituto Penale Minorile "Ferrante Aporti", occupandosi dei denari e delle spese dei detenuti. Dal 1995 ha iniziato a lavorare per diversi progetti di valutazione e formazione promossi dall'Unione Europea e da altri enti nell'ex Unione Sovietica. Nel 2000-2001 e` stato consigliere economico del governo della Georgia. Nel 2006 ha conseguito il Ph.D. in economics all'Imperial College dell'University of London. Ha lavorato come economista per l'Institute of Alcohol Studies di Londra. Dal 2008 lavora per l'universita' di Torino dove oggi insegna public economics; insegna inoltre fundamentals in mathematics ed economics for managers ad ESCP-Europe.