Senza troppo
timore che questo blog venga intercettato, credo sia legittimo che ci (torinesi
e piemontesi) poniamo questa domanda. Consideriamo infatti questi dati. Il Consiglio Generale della Compagnia di San
Paolo ( http://www.compagnia.torino.it ) è
composto da ventuno Consiglieri, dei quali:
a) due designati dal Comune di Torino;
b) uno designato dalla Regione Piemonte;
c) uno designato dall’Amministrazione Provinciale di Torino;
d) due dalla
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino;
e) uno dalla
Unione Regionale delle Camere di Commercio del Piemonte;
f) uno dal
Consiglio Regionale del Volontariato del Piemonte;
g) uno
dall’Accademia delle Scienze di Torino;
h) altri dieci nominati da comuni e camere di commercio
di Milano, Genova e Roma, Accademia dei Lincei ed enti europei.
h) quattro sono
cooptati dagli altri 17
Sembra quindi che
la componente piemontese nella Compagnia sia piuttosto importante (7
consiglieri sugli iniziali 17). Non e` un caso che il presidente della banca
Sanpaolo, sia stato per molti anni presidente della Camera di Commercio di Torino e
che l`attuale presidente della CCIA di
Torino sia un ex vice-presidente della stessa banca.
Secondo la
relazione del terzo trimestre 2005 della banca Sanpaoloimi (http://www.grupposanpaoloimi.com/scriptIr/investor/investor_relation/relazioni_inv.jsp
) i piu’ grandi azionisti ordinari (quelle che votano) di quella banca sono:
Banco Santander
Central Hispano 10.66%
Compagnia di San
Paolo 7.33%
Giovanni Agnelli
& C. 6.28%
Fondazione Cassa
di Risp. PD e RV 4.29%
Quindi la
Compagnia di Sanpaolo e` un azionista piuttosto importante della banca Sanpaolo e gli
enti torinesi possono esercitare una certa influenza sulla Compagnia. Quindi in
un certo senso e` vero che “abbiamo una
banca”.