Ma i turisti non ci sono.

Ai tempi delle Olimpiadi spesso raccontavamo quello che dicevano di noi i giornali stranieri. I nostri amici torinesi erano increduli davanti al fatto
che almeno meta` dei commenti sulle olimpiadi era tutt’altro che favorevole. I torinesi, giovani,
vecchi , adulti e bambini , tutti erano entusiasti delle realizzazioni olimpiche
e dell’evento. Tutti erano convinti che Torino stesse facendo un capolavoro.

In parte era anche comprensibile. Prendi 3
miliardi di euro spendili su di una popolazione di meno di 3 milioni di
abitanti (la Provincia di Torino e dintorni) e, se proprio non ti sforzi a fare
danni, devi comunque ottenere qualcosa di buono. In alternativa si sarebbe
potuto dare € 1000 ad ogni torinese di
qualunque eta`. In una famiglia di 4 persone entravano 4000 euro… Questo per
spiegare l’euforia (doping) olimpica dei torinesi.
                                                                           

Foto V.P.

Toro_alle_porte_palatine

Resta il fatto che, come Torino Puo’ Farcela
ha largamente documentato (vedi l’archivio di febbraio), 
il resto del mondo non pensava
che le nostre olimpiadi fossero tutte rose e fiori. Al contrario. Spesso gli ospiti si sono sentiti maltrattati.

Oggi “scopriamo” che per   Torino quest’estate e` di morta totale, turisticamente parlando. C’e` da stupirsi?

Il TOROC ha trattato gli ospiti come il
Comune spesso tratta i torinesi: da sudditi fedeli ed obbedienti.
Hanno messo autisti che non conoscevano i
luoghi a guidare i bus delle comitive olimpiche, questi poi non trovavano la strada, pazienza; hanno messo  alcuni  atleti a dormire lungo la ferrovia ai mercati
generali, altri in stanze con la vernice fresca in montagna (sono sportivi? si adattino!); perfino il cibo era cattivo (ma solo per i primi giorni e fino a quando quelli hanno strillato); hanno messo i giornalisti in
periferia in luoghi dimenticati da Dio e dagli uomini, luoghi con zero  sex appeal turistico ed in stanze senza acqua calda
(a febbraio). E poi pretendevano che i giornalisti scrivessero che Torino e` un posto in cui andare in vacanza.

Forse i nostri amministratori semplicemente nelle possibilita`
turistiche di  Torino non ci credono. Se ci
credessero ad esempio avrebbero cercato di trasformare il palazzo RAI di via Cernaia e il
Telecom di via Cavalli in capienti alberghi. Cosi’ un minor numero di giornalisti  sarebbe stato esiliato in periferia.
Macche’. Il palazzo Telecom viene
invece destinato ad ospitare burocrati non turisti.

Oggi non ci resta che leccarci le ferite e
contemplare Torino deserta, ignorata dai
turisti, standocene  nel nostro no troppo dorato isolamento. Speriamo che gli alberghi ed i locali aperti per le olimpiadi non debbano chiudere.

Torino puo’ farcela, ma la nostra mentalita` deve cambiare. Non si puo’
continuare a pensare al turista come a un suddito, bisogna pensare a lui come
un cliente esigente.
Bisogna dargli cio’ che vuole, non cio’ che
noi vogliamo che lui ingoi.

Autore: Gustavo Rinaldi

Nato a Torino nel 1967, la sua prima maestra e` stata una vittima delle repressioni bolsceviche, Maria Bruch. Ha frequentato sia la scuola pubblica che quella dei Gesuiti. Come volontario ha promosso prima una raccolta carta e poi la riorganizzazione del gentro di formazione agricola di Andriamboasary in Madagascar. Ha fondato l'associazione Enthusiasmus che per piu' di dieci anni si e` occupata di formazione politico-sociale dei giovani, permettendo a molti giovani di conoscere il mondo esterno ed a qualcuno/a di trovare moglie o marito. Nel 1991 e` stato testimone oculare dei moti di piazza che a Leningrado si opponevano al tentato golpe anti-riformatore. Nel 1994 si e` laureato in economia con Sergio Ricossa ed ha prestato servizio presso l'Istituto Penale Minorile "Ferrante Aporti", occupandosi dei denari e delle spese dei detenuti. Dal 1995 ha iniziato a lavorare per diversi progetti di valutazione e formazione promossi dall'Unione Europea e da altri enti nell'ex Unione Sovietica. Nel 2000-2001 e` stato consigliere economico del governo della Georgia. Nel 2006 ha conseguito il Ph.D. in economics all'Imperial College dell'University of London. Ha lavorato come economista per l'Institute of Alcohol Studies di Londra. Dal 2008 lavora per l'universita' di Torino dove oggi insegna public economics; insegna inoltre fundamentals in mathematics ed economics for managers ad ESCP-Europe.