In una recente conferenza (*) uno studioso americano mostrava
come negli Stati Uniti quelle famiglie che sono rimaste ricche per piu` generazioni, i vecchi aristocratici bostoniani,
hanno affidato i loro soldi a quei fondi di investimento, normalmente situati a Boston, dove cio’ che contava di piu’ era
avere una reputazione integerrima e bassi costi di gestione (poche commissioni).
Al contrario
quando la gestione dei patrimoni ha cessato di essere un servizio a ristrette
elites ed e` divenuto un servizio di massa,
coloro che si sono concentrati su questo tipo di servizio, normalmente fondi
newyorkesi, hanno enfatizzato la loro capacita’ di ottenere alti rendimenti. L’attenzione
ai costi di gestione e` venuta meno e quella alla reputazione anche. I crack e le truffe poi non sono mancate.
E` interessante vedere come tutto cio’
possa essere applicato alle vicende di tanti poveretti a cui viene chiesto di
mettere la loro liquidazione in un fondo pensione o simili. L’accento e`
normalmente sugli altissimi rendimenti, che se tutto andasse bene, ci
potrebbero essere. I poveretti
normalmente vengono distratti in vari modi e non prestano attenzione ai costi
di gestione spesso elevatissimi e alla reputazione di chi si candida a gestire i
loro soldi.
Se si vuole, non dico diventare ricchi, ma
non diventare troppo poveri, forse si puo’ imparare qualcosa dai ricchi
bostoniani.
Non e` il caso di prestare tanta attenzione a rendimenti strepitosi, che
poi magari possono diventare perdite dolorose; e’ importante vedere che chi ci offre un fondo pensione
abbia sopratutto costi bassi ed una reputazione integerrima.
Gustavo Rinaldi
____________________________________________________
* Michael Lounsbury,University of Alberta
;
“Contested Diffusion: The Politics of Expertise in the American Mutual Fund
Industry”