Se un bilancio prevede ricavi, su base annua, di 150 milioni, e ne vengono a mancare 50, si crea un disavanzo pari a quest’ultimo importo. E se i costi sono previsti, per lo stesso periodo, in 150 milioni e non si riducono, ci sarà, a fine anno, una perdita di 50 milioni. La valutazione di un trimestre non ha, sotto questo aspetto, alcun significato. Idem dicasi per lo stato situazione patrimoniale di un’impresa: quando è buona, gli istituti di credito (di norma) sono disponibili ad aprire la borsa. Se però zoppica, non basta dire che era così anche in precedenza: le banche chiudono i rubinetti. Se poi l’impresa è costituita su base associativa, gli associati possono cominciare a pensare di mettere mano al portafoglio per sanare le situazioni deficitarie, a meno che decidano lo scioglimento dell’associazione per vedere se, coi beni patrimoniali, si possa fare fronte al fallimento.