Stagione 2008/09, l’anno dell’ultima retrocessione.
Se rimando la testa a quei pochi fotogrammi che ancora conservo degli incontri seguiti all’Olimpico, un coro continua a rimbombarmi tra le meningi: “La Primavera! Vogliamo la Primavera!”.
Che io sia dannato se una Primavera come quella vista ieri non ci avrebbe permesso di chiudere quella stagione con, quantomeno, maggior orgoglio e dignità.
Mi sono divertito.
Mi sono davvero divertito grazie al concatenarsi di diverse scelte azzeccate da parte di una società che, pur essendo partita in salita, sempre più riesce a rendermi fiero di lei.
Come ad ogni manifestazione, qualunque sia il suo genere, sparare il numero dei presenti è un’attività che mai passerà di moda. Si parla di circa quindicimila (15.000) presenti allo stadio nella serata di ieri.
Si trattasse anche di chiudere il calcolo con qualche migliaio in meno, la sostanza non cambia: alle 18:00 di un Mercoledì qualunque, un esorbitante numero di cuori granata si è ritrovato per accompagnare una ventina di ragazzi verso, se non il primo, il secondo successo più importante della loro vita: passare il turno di Youth League, la Champions League dei cuccioli.
Qualche giorno fa ragionavo in merito alla prevendita dei biglietti utili ad assistere in qualità di ospiti al prossimo derby della Mole allo Juventus Stadium. Si può giustificare la scelta dei prezzi in decine di modi, partendo dall’attrattiva che una partita del genere è in grado di esercitare sui tifosi, fino alla banalità di osservare l’incontro tra due squadre di prima categoria.
Tutto ciò diventa sufficientemente logico, finchè non si sbircia dentro i portafogli di uno qualunque tra le centinaia di genitori che avrebbero il piacere di portare i quattro membri della loro famiglia a vedere una partita di pallone, allorchè la scelta tra pane e spettacolo sarà ben più che ‘sufficientemente logica’.
Con una sola delle monete più grandi di cui possiamo disporre era possibile assistere all’incontro di ieri sera nella curva più bella del Mondo. Questa è stata probabilmente la scelta più intelligente effettuata dalla società guidata da Cairo: gli spazi disponibili dello stadio erano visibilmente quasi esauriti.
Sul risultato di 1-1 la partita è diventata un susseguirsi di esasperate manovre di attacco dei giovani torelli alla ricerca del gol del vantaggio, incalzati dal ritmo della Maratona.
Il Senica è rimasto chiuso come una conchiglia nella sua metà campo per quasi la totalità del secondo tempo, nessuno si aspettava che a dare una svolta all’incontro sarebbe stato il quarto uomo con la sua lavagna luminosa.
Una volta comunicato il recupero di quattro minuti, l’intero stadio è stato percorso da una scossa di energia inaspettata. I toni si sono alzati, le corde vocali tirate e i ragazzi hanno preso a correre il doppio.
Due minuti, quelli che prima erano cuccioli, ormai erano Tori.
Ondata di adrenalina, gol, vantaggio, sipario.
Ora mi vien da chiedere: se lo stadio fosse stato completamente vuoto, avremmo vinto comunque? Forse si.
Ma avremmo vinto comunque in rimonta e all’ultimo secondo? Di questo dubito maggiormente.
Alla luce di tutto ciò, invito ad una riflessione.
Abbiamo appurato quale sia la forza del tifo granata, e non solo ieri sera (basti ricordare l’espulsione di Rolando Bianchi con la maglia della Lazio, o il 2-1 con il Genoa di due stagioni fa).
Dobbiamo, dunque, stupirci quando cercano di tenerci lontani dallo stadio con prezzi proibitivi?
Dobbiamo forse stupirci del terrore di un topo davanti ad un Toro infuriato?