Duecento panchine in granata celebrate con una non-prestazione.
Il dubbio che da giorni si è insinuato come un tarlo nei pensieri di molti tifosi del Toro con oggi ha sicuramente fatto breccia nelle meningi di una grande fetta degli stoici difensori di Ventura. Leggi tutto “Al gioco delle panchine o si vince, o si muore.”
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Cirociclone
Dice: “Nessuno ha mai segnato di più“, e sbaglia, perchè gli Dèi del passato hanno sfiorato la vetta del Monte Olimpo (Rossetti, Mazzola, Santos) volando con delle ali che nel mondo pallonaro di oggi non vengono più fabbricate. Dice “Ha raggiunto Pulici” ed è vero: nel calcio moderno nessun altro aveva mai raggiunto un traguardo così lontano, ventuno reti gonfiate. Dice “Quasi come Pulici, ora ci sono più partite” e sbaglia. Cioè: nell’arco del campionato ci sono più partite, ma il confronto è tra due giocatori, non fra due stagioni. Numeri? Pulici segnò i suoi 21 gol giocando (1975/’76) un totale di 2647 minuti; Immobile, per ora, ne ha totalizzati Leggi tutto “Cirociclone”
L’emozione non ha voce
The power of love.
Il momento di ieri, il minuto 93 di Toro-Genoa, è stato catartico, uno di quei momenti che ti rimangono dentro e non se ne vanno. Non un’emozione che passa ma poi lascia tutto più o meno come l’aveva trovato, no: una di quelle che ti segnano.
Non è ai tifosi che pensiamo, a loro è normale che sia entrato ieri una nuova perla nella testa e nel cuore, che non se ne andrà mai; pensiamo proprio a lui, ad Alessio Cerci. Sì, pensiamo che anche la carriera professionale di un atleta possa essere influenzata da un momento come quello.
Negri, terroni e tanti saluti
“Ci sono un romano, un napoletano e un marocchino a Verona…”
“Bella città. Ma a Verona dove?”
“In mezzo agli ultrà, quelli che erano le Brigate Gialloblu e gli altri, hai presente?”
“Ossignùr! Allora faranno una brutta fine…poveret…”
“Macchè! La brutta fine la fanno i veronesi…”.
La grande freddezza
Poi uno dice “la freddezza”, “ci vuole la freddezza”: certo che se non ce l’ha uno svedese, che è due volte biondo (una di suo, un’altra perchè platinato) …il Milan si salva. Invece davanti al portiere la freddezza ce l’ha, toh, il napoletano, che sarà pure biondo anche lui ma si chiama Ciro ed è 100% torrese (Torre Annunziata). Freddo sì, ma solo quando serve: prima e dopo, il bomber è ghiaccio bollente, esplosivo, mai fermo, sempre più in contraddizione con quella parola scritta sulla schiena. Leggi tutto “La grande freddezza”
La restituzione del maltolto
Compensazione. Anche se non nel corso della stessa gara, come avviene di solito quando a dirigere c’è un arbitro con pochi attributi, ma ad un girone di distanza. Questo è quello che – per chi scrive – è avvenuto ieri: la restituzione di quello che era stato ingiustamente tolto al Torino un girone fa, quando a Bergamo i nerazzurri segnarono due reti gravemente viziate da irregolarità, vincendo una partita che pure sotto il profilo tecnico avrebbe dovuto vederli soccombere.
Level three: clear
Dunque siamo a -3. No, avete ragione: a +12. Insomma, è tutto giusto, ma dove bisogna guardare? Mancano tre punti alla zona Europa League (“Europa”: brividi), o siamo lontani dodici punti da quella retrocessione (altri tipi di brivido)? Di certo, i punti non mancano ad Alex Farnerud: gliene hanno cuciti dieci sulla capoccia, alla base della cresta ossigenata. Lui dice che domenica vuole assolutamente essere in campo, e ci sarà.
Nota personale: in diretta tv su Torinow dopo la telecronaca della partita arrivano le telefonate degli ascoltatori; ieri il primo parlava di Europa, il secondo di salvezza. Sembrava quasi fossero d’accordo. Invece è solo la nostra atavica mancanza di mezze misure: soma parèj.
Volemose bbene
A guardare il tabellino, sembra che l’amicizia fra le curve si sia manifestata anche tra i giocatori: zero gol, un solo ammonito, volemose bbene. Poi se invece hai visto la partita, o anche solo gli highlights che la riassumono, guardi un primo tempo dove i viola fanno il tiro a segno con la porta di Padelli (per fortuna non la centrano quasi mai), e un secondo dove le scorribande granata fanno meritare un buon voto in pagella a Neto. Leggi tutto “Volemose bbene”
Il momento giusto per chiedere qualcosa a Cairo!
Chi è più felice di lui? La raccolta pubblicitaria va come sempre a gonfie vele, la sua casa editrice guida la crescita di un settore che sta riuscendo nell’impresa di tamponare l’emorragia di lungo corso di cui soffre, la tv che ha comprato pochi mesi fa ha visto lo share crescere dell’11%, e la sua squadra di calcio viaggia come un treno.
Tolti un paio di ingrati che gli fan girare le scatole, come Danilo D’Ambrosio o Rita Dalla Chiesa, Urbano Cairo é l’uomo più sorridente d’Italia, sicuramente molto più sorridente del suo vecchio modello brianzolo che nel calcio – ma non solo – lo guarda dal basso, ben 6 lunghezze sotto.
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L’abito non fa il monaco
Per provare a sfatare un tabù trentennale, gli undici leoni granata non scendono in campo con la casacca “ross com ‘l sangh, fòrt com ‘l barbèra”, ma con un pigiama celeste che non incuterebbe timore agli avversari neppure se in campo dall’altra parte andassero i Pulcini, che in casa hanno diversi pupazzetti dai costumi più spaventosi di quelli di Cerci e compagnia.
E invece, i giocatori dell’Udinese (che riescono comunque nell’impresa di avere una maglia più brutta di quella del Toro, l’unica maglia più brutta possibile) sono impauriti eccome. Sarà perché in casa hanno un buon ruolino di marcia e comunque contro i granata non perdevano dal 1984, sarà perché vedevano fra i pali avversari quel Padelli che per loro é sempre stato a stento una riserva tanto che Leggi tutto “L’abito non fa il monaco”