Era pressoché impossibile leggerne le labbra, visto il ritmo concitato con cui si muovevano, ma nelle parole che Giampiero Ventura gridava in faccia a Gianluca Petrachi nell’intervallo di Parma-Torino in tanti hanno intuito un “Madooonna benedetta dell’Incoronèta!”. Scherzi a parte, la scenata dell’allenatore granata, 66 anni fra una settimana, era davvero degna di Oronzo Canà per la verve espressiva e l’incarnato paonazzo del volto.
Ma le doti attoriali del tecnico non si esauriscono con le manifestazioni più estroverse: anche nel dialogo dai bassi toni, quello della conferenza stampa post-partita, Mister Libidine si é mostrato eccellente. Ci riferiamo alle argomentazioni con cui ha derubricato l’esclusione di Cerci: “Non stava giocando bene, aveva un black-out”. Il tutto detto in modo perfettamente credibile.
Sì, perfettamente credibile per chi non avesse visto la partita.
Il numero 11 era stato magari meno brillante che in altre occasioni ma non certo disastroso, tutt’altro. Non é comunque il caso di farne un caso, scusate il bisticcio: un litigio può capitare, una conseguente esclusione pure, l’importante é che il tutto termini senza strascichi, e siamo convinti che sarà così, e che domani in Sisport i due chiuderanno l’episodio. Ciò detto, la scelta di Ventura ha di fatto chiuso la partita, perché quando si sostituiscono 18 gol con 0 (zero) il risultato é scritto. Una sconfitta, dopo un periodo tanto positivo, non é comunque un dramma, pure se il Toro si é fatto più male da solo di quanto gliene abbia fatto il mediocre Parma. Tant’é; si riparte.